Gaza: con la sua potenziale Operazione Militare a Rafah, Israele minaccia di giustiziare oltre 1,2 milioni di palestinesi

L’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione illegale di circa 246 chilometri quadrati, ovvero circa il 67% dell’area totale della Striscia di Gaza, dal 7 ottobre 2023.

Fonte: English version

Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 6 maggio 2024

Territorio Palestinese – L’esercito israeliano ha emesso lunedì nuovi ordini di evacuazione contro decine di migliaia di palestinesi sfollati a Rafah, nell’estremo Sud della Striscia di Gaza. Questi ordini sono un apparente preludio all’inizio della nuova Operazione Militare, che minaccia di giustiziare più di 1,2 milioni di persone nella città e costituisce un’accelerazione del Genocidio di Israele contro i palestinesi nella Striscia, un Crimine che è in corso dal 7 ottobre 2023.

Attraverso volantini scritti, messaggi di testo e telefonate registrate, l’esercito israeliano ha ordinato alla popolazione civile di Rafah di abbandonare i quartieri orientali della città, in particolare la zona di Al-Shouka, Al-Salam, Al-Geneina e Al-Byouk, verso la zona di Al-Mawasi. Tuttavia, Israele non ha fornito alcuna spiegazione su come la popolazione civile sarebbe stata trasportata in sicurezza ad Al-Mawasi, che si trova a ovest della vicina città di Khan Yunis, o su come sarebbero stati accolti al loro arrivo.

Più di 200.000 persone potrebbero essere prese di mira dagli ordini di sfollamento, che colpiscono anche l’Ospedale Abu Youssef Al-Najjar, il principale ospedale di Rafah, nonché i valichi di Rafah e Kerem Shalom. Va notato che l’accesso degli aiuti umanitari attraverso questi valichi è bloccato da ieri pomeriggio.

I nuovi ordini di sfollamento dell’esercito israeliano sono arrivati con un avvertimento che Gaza Città e la sua parte settentrionale “rimangono una zona di combattimento pericolosa”, rendendo impossibile per i residenti palestinesi andare a Nord. Allo stesso tempo, gli attacchi aerei sulle abitazioni a Rafah si sono intensificati nelle ultime ore, provocando la morte di 26 persone, la maggior parte delle quali donne e bambini, e decine di altri feriti. Secondo quanto riferito, altre persone risultano disperse sotto le macerie.

Gli ordini di evacuazione forzata di centinaia di migliaia di civili non implicano che essi saranno protetti dagli attacchi militari di Israele; ciò è particolarmente allarmante dato che la grande maggioranza di loro ha già subito molteplici spostamenti e non ha nessun altro posto dove andare. Israele ha lanciato il suo primo assalto aereo su Rafah all’inizio della sua Guerra Genocida nella Striscia di Gaza, durante la quale centinaia di quartieri ed edifici residenziali sono stati bombardati senza preavviso.

L’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione illegale di circa 246 chilometri quadrati, ovvero circa il 67% dell’area totale della Striscia di Gaza, dal 7 ottobre 2023. Ciò riguarda ogni area a Nord della Valle di Gaza, i cui residenti sono stati costretti ad evacuare a fine ottobre, così come alcune aree a Sud della valle di Gaza che sono soggette a costanti ordini di evacuazione da parte dell’esercito israeliano dal 1° dicembre 2023.

Prima di iniziare le operazioni di terra, l’esercito israeliano spesso emette ordini di sfollamento che contengono una serie di gravi errori, come informazioni contraddittorie e denominazioni errate delle aree, che impediscono ai civili sfollati di spostarsi in sicurezza. Inoltre, sembra che Israele abbia violato il suo obbligo di fornire “celeri avvertimenti preventivi” ai sensi del Diritto Umanitario Internazionale.

Qualsiasi operazione militare israeliana a Rafah rappresenta un grave rischio per centinaia di migliaia di civili, in particolare donne e bambini. Questi civili rischiano di diventare vittime di orribili atrocità; inoltre, rischiano che Israele metta fine agli sforzi di soccorso umanitario salvavita in tutta la Striscia di Gaza.

Apparentemente Israele intende lanciare un massiccio attacco a Rafah, a 213 giorni dall’inizio del Genocidio in corso, senza considerare il destino delle centinaia di migliaia di residenti e sfollati che hanno cercato rifugio lì dopo che l’esercito israeliano l’aveva precedentemente dichiarata zona sicura. Dato il volume degli sfollati, l’assalto alla città rappresenta una seria minaccia di massacro e solleva urgenti preoccupazioni sullo scenario di sfollamento forzato al di fuori della Striscia di Gaza.

Con i precedenti ordini militari di evacuare altre aree della Striscia e il peso dei bombardamenti e delle vittime, Israele sta già conducendo una delle operazioni di sfollamento forzato più grandi e diffuse della storia moderna. Israele ha costretto circa due milioni di palestinesi a trasferirsi e ad alloggiarsi in case temporanee in rifugi e tende, di cui oltre la metà si concentra nella città di confine di Rafah.

Inoltre, Rafah funge da centro per gli sforzi di soccorso umanitario e punto di ingresso per forniture umanitarie vitali. Numerose organizzazioni umanitarie che forniscono cibo e acqua, oltre a forniture mediche e igienico-sanitarie, ai civili in tutta la Striscia di Gaza, immagazzinano queste forniture a Rafah. La potenziale incursione di terra di Israele rappresenta una minaccia esistenziale per i residenti di tutta la Striscia, che attualmente stanno lottando per sopravvivere, e si prevede un aggravamento della diffusione delle malattie causate dall’Operazione Militare.

Un’ondata più ampia di sfollamenti, un aumento del sovraffollamento e l’eliminazione delle opportunità di ottenere cibo, acqua e forniture di base deriveranno dall’imminente attacco di terra israeliano a Rafah, che potrebbe essere l’attacco più mortale fino ad ora contro i civili palestinesi. Il sistema sanitario della Striscia, che è già quasi distrutto, probabilmente crollerebbe completamente. Anche l’Ospedale Abu Youssef Al-Najjar di Rafah, uno dei 12 ospedali parzialmente operativi della Striscia, su un totale di 36 ospedali, è nel mirino dei nuovi ordini di evacuazione. Gli altri 11 ospedali includono due nel Nord di Gaza, tre a Gaza Città, due a Deir al-Balah e due a Khan Yunis, oltre a tre a Rafah, nel centro e nel Sud di Gaza. Questi ospedali sono sovraffollati di pazienti, funzionano con una capacità limitata e lottano con una grave mancanza di carburante, farmaci, forniture e personale.

Nel Sud della Striscia di Gaza, solo sei ospedali da campo funzionano a pieno regime e il 70% dei centri sanitari primari rimane inutilizzabile.

Si stima che nella città di Rafah siano rifugiati circa 600.000 bambini, la maggior parte dei quali sono feriti, malati e/o malnutriti. Non si sa cosa accadrà a questi bambini, che sono tra le centinaia di migliaia di sfollati fuggiti nel punto più meridionale della Striscia di Gaza per evitare di essere uccisi direttamente o morire di fame. Questa situazione richiede un intervento decisivo per impedire a Israele di intensificare il suo Genocidio e i Crimini di sfollamento forzato.

La comunità internazionale deve rispettare i propri obblighi legali e internazionali per impedire a Israele di commettere il Crimine di Genocidio nella Striscia di Gaza, attivare efficaci tattiche di pressione per fermare l’attacco militare israeliano a Rafah e rispettare le sentenze della Corte Internazionale di Giustizia al fine di proteggere Civili palestinesi.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org