La nuova analisi legale è arrivata nello stesso giorno in cui 20 gruppi per i diritti umani hanno rilasciato una dichiarazione congiunta
Fonte: English version
di Jessica Corbett – 15 maggio 2024
Immagine di opertina: Un bambino palestinese osserva il luogo dell’attacco israeliano a una scuola che ospita sfollati nel centro della Striscia di Gaza, il 14 maggio 2024. (Foto” Majdi Fathi/NurPhoto via Getty Images)
Il rapporto della Rete universitaria per i diritti umani sottolinea anche che le altre nazioni sono legalmente obbligate ad “astenersi dal riconoscere come legali le violazioni di Israele o dall’intraprendere qualsiasi azione che possa equivalere a complicità”.
Mercoledì la Rete universitaria per i diritti umani ha pubblicato e inviato agli uffici delle Nazioni Unite un rapporto di 105 pagine che ha definito “l’analisi legale più approfondita” per stabilire che “Israele sta commettendo un genocidio” contro i palestinesi nella Striscia di Gaza.
La rete ha collaborato con Il Centro internazionale per i diritti umani della Boston University School of Law, Il Centro internazionale per i diritti umani della Cornell Law School, il Centro per i diritti umani dell’Università di Pretoria e il Lowenstein Human Rights Project della Yale Law School per l’analisi, che attinge da “una vasta gamma di fonti credibili” e dalla storia del territorio.
“Dopo aver esaminato i fatti accertati da osservatori indipendenti dei diritti umani, giornalisti e agenzie delle Nazioni Unite, concludiamo che le azioni di Israele a Gaza e nei suoi confronti dal 7 ottobre 2023 violano la Convenzione sul genocidio”, si legge nel rapporto.
“Israele ha commesso atti di genocidio uccidendo, causando gravi danni e infliggendo condizioni di vita calcolate per portare alla distruzione fisica dei palestinesi di Gaza, un gruppo protetto che costituisce una parte sostanziale del popolo palestinese”.
Al 1° maggio, l’assalto di Israele aveva ucciso “più del 5% della popolazione di Gaza, con oltre il 2% dei bambini di Gaza uccisi o feriti”, si legge nell’analisi. Negli ultimi giorni, le forze israeliane hanno intensificato l’attacco a Rafah – dove si è rifugiato oltre un milione di persone provenienti da altre parti dell’enclave assediata – e il bilancio totale delle vittime è salito a 35.233, secondo i funzionari sanitari di Gaza, con altri 79.141 palestinesi feriti.
“L’operazione militare di Israele ha distrutto fino al 70% delle abitazioni a Gaza e ha decimato le infrastrutture civili, compresi ospedali, scuole, università, strutture delle Nazioni Unite e siti del patrimonio culturale e religioso”
si legge nel documento, che sottolinea il numero “sconcertante” di sfollamenti forzati. “I civili di Gaza devono affrontare livelli catastrofici di fame e privazioni a causa delle restrizioni e dell’incapacità di Israele di garantire un accesso adeguato ai beni di prima necessità, tra cui cibo, acqua, medicine e carburante”.
“Gli atti genocidi di Israele a Gaza sono stati motivati dall’intento genocida richiesto, come evidenziato in questo rapporto, dalle dichiarazioni dei leader israeliani, dal carattere della condotta dello Stato e delle sue forze militari contro i palestinesi a Gaza e in relazione ad essi, e dal nesso diretto tra loro”, continua la pubblicazione, indicando i commenti di “funzionari a tutti i livelli del governo israeliano, fino al primo ministro Benjamin Netanyahu”.
Israele ha affrontato crescenti accuse di genocidio da quando ha lanciato la sua rappresaglia per l’attacco del 7 ottobre guidato da Hamas, compreso un caso in corso guidato dal Sudafrica presso la Corte internazionale di giustizia (ICJ), che ha rilevato a gennaio che il Paese sta “plausibilmente” commettendo un genocidio.
A sostegno delle conclusioni della CIG, il rapporto di mercoledì dichiara che “le violazioni di Israele del divieto legale internazionale di genocidio costituiscono gravi violazioni di norme perentorie del diritto internazionale che devono cessare immediatamente”.
“Queste violazioni fanno sorgere l’obbligo per tutti gli altri Stati di astenersi dal riconoscere le violazioni di Israele come legali o di intraprendere qualsiasi azione che possa equivalere a complicità in queste violazioni; e di adottare misure positive per sopprimere, prevenire e punire la commissione da parte di Israele di ulteriori atti genocidi contro il popolo palestinese a Gaza”, aggiunge il documento.
Da tempo gli Stati Uniti forniscono a Israele miliardi di dollari in aiuti militari e sostegno diplomatico, che sono aumentati dal 7 ottobre, nonostante le crescenti pressioni sul Presidente degli Stati Uniti Joe Biden per tagliare tale assistenza. Nelle ultime settimane The Democrat ha aumentato progressivamente le sue critiche all’aggressione israeliana, facendo arrabbiare i leader dell’estrema destra di entrambi i Paesi.
La nuova analisi legale – che è stata inviata all’Ufficio dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, all’ Office on Genocide Prevention and the Responsibility to Protect e alla Independent International Commission of Inquiry on the Occupied Palestinian Territory, incluso Gerusalemme Est, e Israele – è arrivata nello stesso giorno in cui 20 gruppi per i diritti umani hanno rilasciato una dichiarazione congiunta.
Le organizzazioni per i diritti – tra cui Amnesty International, Mercy Corps e Oxfam – hanno chiesto ai leader mondiali di “agire con urgenza per porre fine alle gravi violazioni del diritto internazionale umanitario commesse da Israele a Gaza e di perseguirne la responsabilità”.
Entrambi i documenti sono stati rilasciati nel giorno della Nakba, che commemora la pulizia etnica di centinaia di migliaia di palestinesi durante la creazione dello Stato di Israele nel 1948.
Alcuni esperti e attivisti sostengono che la Nakba, che in arabo significa catastrofe, continui ancora oggi.
Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina.org