Il ritorno di centinaia di migliaia di sfollati forzati a Gaza Città e nel Nord di Gaza deve essere garantito e non usato come arma di ricatto

Lo Sfollamento Forzato è un Crimine grave che sta avendo un impatto negativo sulla vita di oltre un milione di civili, la maggior parte dei quali sono donne e bambini.

Fonte: English version 

Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 19 maggio 2024

Territori Palestinesi – La comunità internazionale deve intraprendere azioni rapide e serie per costringere Israele a smettere di commettere il Crimine di Sfollamento Forzato contro la popolazione della Striscia di Gaza. Israele ha sfollato con la forza oltre 1,2 milioni di residenti della Striscia in modo sistematico, diffuso e ripetitivo dall’inizio della sua Guerra Genocida il 7 ottobre 2023.

Dopo essere state costrette a viaggiare e rifugiarsi a Sud della Valle di Gaza negli ultimi mesi, migliaia di persone devono poter tornare alle loro case nei governatorati di Gaza Città e di Gaza Nord. Ciò è particolarmente importante dal momento che l’attacco militare israeliano a Rafah ha effettivamente posto fine all’esistenza della cosiddetta “zona sicura”, che fungeva da rifugio relativo per coloro che erano stati sfollati con la forza da varie parti della Striscia di Gaza e non avevano altro posto dove stare.

Da quando l’esercito israeliano ha emesso l’ordine finale di trasferimento forzato il 6 maggio, più di 700.000 persone hanno lasciato Rafah. Lo sfollamento forzato è ancora in corso nonostante circostanze estremamente difficili, con le famiglie che lottano per trovare tende abbastanza grandi da ospitarli, organizzare il trasporto e pagare i costi associati alla loro evacuazione.

L’ordine di lasciare Rafah arriva a otto mesi dall’inizio del Genocidio, che ha distrutto le fonti di sostentamento della maggior parte delle famiglie e ne ha lasciato la maggior parte senza lavoro. Queste famiglie non solo hanno subito ripetute evacuazioni ed espulsioni forzate, ma hanno anche perso gran parte dei loro averi, comprese le scarse scorte di cibo con cui avevano iniziato.

Date le numerose minacce israeliane di invadere la città di confine, l’Osservatorio Euro-Mediterraneo stima che circa 150.000 persone siano state allontanate con la forza da Rafah nelle settimane precedenti l’ordine ufficiale di evacuazione forzata.

La maggior parte di questi sono sfollati evacuati con la forza dalla Città di Gaza e dal Nord di Gaza lo scorso ottobre, dopo che l’esercito israeliano aveva emesso ordini diffusi di Sfollamento Forzato il 13 ottobre 2023, affermando che tutti i residenti dei due governatorati erano soggetti al seguente avvertimento: “Urgente, avvertimento per i residenti della Striscia di Gaza: la vostra presenza a Nord della Valle di Gaza mette in pericolo la vostra vita. Chiunque si rifiuti di lasciare il Nord della Striscia di Gaza verso la parte meridionale della Valle di Gaza potrebbe essere collegato a gruppi terroristici”.

Nel corso di diversi mesi, le forze israeliane hanno adottato varie misure per sfollare forzatamente più di 900.000 palestinesi. Queste misure hanno incluso ordini di evacuazione diretta e la creazione di un ambiente coercitivo che ha provocato un esodo di massa a causa dei violenti bombardamenti, delle intimidazioni, dell’assalto alle case e dei centri di accoglienza da parte di Israele, costringendo coloro che si rifugiavano all’interno ad andarsene e viaggiare verso Sud. Quasi 400.000 persone sono rimaste sfollate interne nei governatorati di Gaza Città e Gaza Nord.

Dato che non c’è più alcuna zona nella Striscia che sia anche solo relativamente sicura dopo l’invasione israeliana di Rafah e l’evacuazione forzata dei suoi residenti circa due settimane fa, l’argomentazione di Israele secondo cui gli sfollati di Gaza devono rimanere nel Sud della Striscia per motivi di sicurezza è priva di fondamento.

A causa del loro gran numero e della mancanza di accesso ai servizi di base, centinaia di migliaia di sfollati sono stati costretti a rifugiarsi nelle strade e sulla costa, a ovest di Khan Yunis e Deir al-Balah, nelle sezioni meridionali e centrali del Striscia.

Secondo le dichiarazioni dei media israeliani e internazionali, durante i negoziati per il cessate il fuoco Israele ha dichiarato di essere disposto a riportare gli sfollati nelle loro aree di residenza nella Città di Gaza e nel Nord di Gaza. Ciò significa che, a dispetto di tutte le norme giuridiche internazionali, la comunità internazionale attualmente permette a Israele di utilizzare la possibilità di porre fine a questo grave Crimine come strumento di negoziazione e ricatto.

Lo Sfollamento Forzato è un Crimine grave che sta avendo un impatto negativo sulla vita di oltre un milione di civili, la maggior parte dei quali sono donne e bambini. Poiché viene portato avanti metodicamente ed estensivamente, è considerato un Crimine contro l’Umanità e un Crimine di Guerra, ed è incluso nel Crimine di Genocidio che Israele sta commettendo nella Striscia di Gaza.

Dopo quasi otto mesi di aggressione israeliana e di sfollamenti forzati, che hanno lasciato oltre un milione di persone in tende e centri di accoglienza inadeguati senza accesso ai beni di prima necessità, e alla luce della fine delle operazioni di combattimento nella maggior parte delle aree residenziali del Nord, il loro Diritto al Ritorno a casa deve essere concesso immediatamente.

Anche se i bombardamenti e le demolizioni israeliane hanno distrutto circa il 70% delle aree residenziali della Striscia, tornare nelle proprie case e vivere nel sito dell’abitazione è ancora un diritto obbligatorio che deve essere rispettato immediatamente. Ciò deve essere supportato da un impegno internazionale a fornire immediatamente acqua, beni di prima necessità per la sopravvivenza, assistenza sanitaria e altre necessità abitative temporanee, nonché a risarcire le vittime per tutte le perdite subite in conformità con il Diritto Internazionale e a ritenere Israele responsabile di tutte i suoi Crimini, compreso il Crimine di Sfollamento Forzato.

Negare questo diritto lascia 1,2 milioni di sfollati forzati senza casa, senza alcuna garanzia di ritorno, in mancanza di beni di prima necessità o di un alloggio adeguato. Inoltre, la chiusura dei valichi di frontiera da parte di Israele, oltre al blocco dell’ingresso di aiuti e derrate nella Striscia di Gaza, equivalgono alla decisione israeliana di imporre una nuova catastrofe al popolo palestinese e di continuare a causare carestia e usare la Fame come Arma di Guerra per per completare il Genocidio contro il popolo palestinese.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

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