Il messaggio delle camere di tortura israeliane è diretto a tutti noi, non solo ai palestinesi.

I “Siti Neri” vogliono ricordare a coloro che sono stati Colonizzati e Schiavizzati una semplice lezione: la Resistenza è inutile

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Di Jonathan Cook – 24 maggio 2024

In una nebbiosa mattina di novembre di 21 anni fa, cercando disperatamente di rimanere mimetizzato, nascosto tra il fogliame di un aranceto nella Galilea rurale israeliana, ho scattato in fretta le foto di uno squallido edificio di cemento non segnato su nessuna mappa. Anche il cartello stradale originale che identificava il sito come Struttura 1391 era stato rimosso dopo che un’indagine del quotidiano locale Haaretz aveva rivelato che ospitava una prigione segreta.  Sono stato il primo giornalista straniero a rintracciare la Struttura 1391, la maggior parte nascosta all’interno di un complesso pesantemente fortificato costruito negli anni ’30 per sopprimere la Resistenza al dominio britannico in Palestina. Per decenni, Israele ha tenuto segretamente prigionieri nella struttura, per lo più cittadini stranieri arabi, all’insaputa dei tribunali israeliani, della Croce Rossa e dei gruppi per i diritti umani. Molti erano cittadini libanesi rapiti durante i 18 anni di occupazione israeliana del Libano meridionale. Ma c’erano anche giordani, siriani, egiziani e iraniani. Questa struttura sarebbe presto diventata nota come “Sito Nero”, un termine reso popolare dall’invasione dell’Iraq da parte di Washington quell’anno. Basandosi sulle tecniche perfezionate da Israele presso la Struttura 1391, gli Stati Uniti avrebbero, nei successivi mesi e anni, torturato gli iracheni e altri ad Abu Ghraib e al Campo X-Ray di Guantánamo.

Nessuno sapeva quanti prigionieri fossero tenuti nella Struttura israeliana 1391, da quanto tempo fossero lì o se esistessero altre prigioni simili. Tuttavia, le prime testimonianze dei detenuti hanno rivelato condizioni terrificanti. Per la maggior parte del tempo venivano tenuti in uno stato di deprivazione sensoriale, costretti a indossare occhiali oscurati, tranne quando venivano torturati. In un caso poi portato in tribunale, un prigioniero libanese era stato sodomizzato con un manganello dal “Maggiore George”, il capo torturatore della struttura. Il Maggiore George sarebbe poi diventato capo delle relazioni della polizia israeliana con la popolazione palestinese di Gerusalemme.

Un’altra prigione segreta

È stato difficile non ricordare la Struttura 1391 questo mese, quando la CNN ha pubblicato un’indagine su una nuova prigione segreta israeliana, Sde Teiman. Questa prigione è stata istituita mesi fa per processare non cittadini stranieri, ma migliaia di uomini e ragazzi palestinesi, vittime dell’Occupazione israeliana, sequestrati nelle strade di Gaza e della Cisgiordania da quando Hamas ha effettuato un attacco di un giorno il 7 ottobre. Circa 1.150 israeliani furono uccisi e 250 furono portati a Gaza come ostaggi.

Come nel caso della Struttura 1391, le rivelazioni degli orrori che hanno avuto luogo nel nuovo sito nero di Israele hanno raccolto pochissima attenzione da parte dell’apparato mediatico occidentale.

La CNN, nota per aver eliminato le atrocità israeliane dalla sua copertura su ordine dei dirigenti, dovrebbe essere applaudita per aver finalmente fatto quello che i media occidentali spesso falsamente affermano essere il suo ruolo: chiedere conto al potere.

Intitolato: “Legati, Bendati, Vestiti Solo Con Dei Pannolini”, il lungo articolo descrive in dettaglio le condizioni degradanti e brutali a cui sono sottoposti i palestinesi rapiti da Gaza e dalla Cisgiordania. Il numero di palestinesi che passano attraverso il Campo di Detenzione Segreto, situato nel deserto del Negev, non è noto. Ma le foto satellitari mostrano che il sito è in rapida espansione, presumibilmente per ospitare sempre più “prigionieri”. Alcuni palestinesi che sono usciti, completamente spezzati da questo sistema di incarcerazione, dove il mondo ha visto uomini e ragazzi sfilare legati, quasi nudi e bendati nelle strade e negli stadi di Gaza a novembre e dicembre, hanno iniziato a raccontare le loro esperienze mesi fa. Com’era prevedibile, i media occidentali hanno ampiamente ignorato le testimonianze. Anche quando il personale di Sde Teiman ha iniziato a farsi avanti settimane fa per divulgare storie dell’orrore, i media occidentali tutti non se ne sono interessati, a parte la CNN.

Modello di fallimento dei media

Questo modello di fallimento è stato denunciato nelle pagine di Middle East Eye per mesi.

Ad esempio, l’apparato mediatico occidentale ha deliberatamente distolto lo sguardo dalle notizie israeliane secondo cui una parte delle persone uccise il 7 ottobre non erano vittime di Hamas ma della famigerata “Direttiva Annibale” dell’esercito israeliano, un protocollo per uccidere altri israeliani piuttosto che lasciarli fare prigionieri. I giornalisti occidentali per lo più evitano ancora di evidenziare il fatto che Israele sta attivamente affamando l’intera popolazione di Gaza impedendo l’approvvigionamento di cibo e acqua, un indiscutibile Crimine contro l’Umanità. Invece, i giornalisti fanno eco ai loro stessi governi etichettando questa carestia provocata da Israele come una “crisi umanitaria”, come se fosse uno sfortunato disastro naturale.

I media oscurano anche il fatto che le potenze occidentali, in particolare gli Stati Uniti e il Regno Unito, stanno aiutando direttamente Israele a far morire di fame la popolazione di Gaza, sia negando finanziamenti alla principale agenzia di soccorso delle Nazioni Unite, l’UNRWA, sia rifiutando di esercitare qualsiasi pressione significativa su Israele affinché autorizzi gli aiuti.

Facendo eco all’amministrazione Biden, i media esitano ancora a definire le azioni di Israele a Gaza per quello che sono, preferendo una valutazione occasionale e meschina secondo cui Israele “potrebbe essere a rischio” di commettere Crimini di Guerra. Nessuno indica il quadro più ampio secondo cui tutti questi singoli “possibili” Crimini di Guerra equivalgono indiscutibilmente a un Genocidio. Tale offuscamento è diventato ancora più difficile da mantenere con il Procuratore della Corte Penale Internazionale che ha richiesto questa settimana mandati di arresto per sospetti Crimini di Guerra e Crimini contro l’Umanità commessi dal Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dal Ministro della Difesa Yoav Gallant, insieme a tre leader di Hamas.

Ciononostante, i media hanno sottolineato l’indignazione di Israele e dell’amministrazione Biden nei confronti della Corte piuttosto che la sostanza delle sue accuse, inclusa l’accusa secondo cui Israele sta Sterminando i palestinesi a Gaza attraverso una Carestia Pianificata.

I media evitano di fare chiarezza su questi argomenti perché la chiarezza sarebbe sconveniente. Perché? Perché, come vedremo, lo scopo dei media occidentali è quello di creare una narrazione che serva ai governi occidentali nel perseguire i loro obiettivi generali di politica estera nel Medio Oriente ricco di petrolio, non di porre fine alle sconfinate sofferenze di Gaza o di chiedere a Israele di rispondere dei suoi Crimini.

Usati come cavie da laboratorio

Come hanno rivelato alla CNN alcuni informatori, i palestinesi sono incarcerati per settimane a Sde Teiman mentre vengono torturati, sia attraverso interminabili interrogatori che a causa delle condizioni di detenzione.

Sono costretti a sedersi all’aperto con gli occhi bendati su un materasso sottile durante il caldo del giorno e nel freddo della notte del deserto. Continuamente ammanettati, sono costretti a rimanere immobili e in silenzio. Di notte, i cani li attaccano. Chiunque parli o si muova rischia di essere picchiato selvaggiamente fino a fratturargli le ossa.

Palestinian men rounded up and stripped by Israeli forces in Gaza before being taken to an undisclosed location (Screengrab/X)

Foto: Uomini palestinesi radunati e spogliati dalle forze israeliane a Gaza prima di essere portati in una località sconosciuta (Screengrab/X)

Le mani e le gambe delle persone sono legate strettamente con le fascette per così tanto tempo che, secondo il rapporto, ad alcuni è stato necessario amputare gli arti. Come ha raccontato un informatore israeliano alla CNN, nessuno di questi abusi riguarda la raccolta di informazioni strategiche. “Sono stati inflitti per vendetta”, ha ammesso. I detenuti sono usati come sacchi da boxe per i soldati e le guardie israeliane. Ma non si tratta di una semplice vendetta. Comprendere ciò che sta accadendo a Sde Teiman fornisce un quadro più chiaro di ciò che sta accadendo su scala molto più grande e a ritmo industriale a Gaza.

Particolarmente rivelatrici sono le condizioni di un ospedale da campo nel centro di detenzione, che ospita palestinesi mutilati dalla selvaggia distruzione di Gaza da parte di Israele o feriti dalle percosse dei soldati israeliani. Sono ammanettati alle barelle in fila dopo fila, bendati e spogliati, a parte un pannolino per adulti. Non è loro permesso di parlare. Lì giacciono giorno dopo giorno, notte dopo notte, in uno stato di totale deprivazione sensoriale, senza nulla che distragga dalle loro ferite e dal dolore. In mezzo a tutto questo, i tirocinanti medici israeliani possono usare le loro ferite esposte e vulnerabili per esercitarsi. Secondo un informatore, il centro di detenzione si è rapidamente guadagnato la reputazione di essere “un paradiso per i tirocinanti”. Lì, possono usare i palestinesi come poco più che cavie da laboratorio e sono incoraggiati a eseguire procedure mediche per le quali non sono qualificati.

Un informatore ha detto alla CNN: “Mi è stato chiesto di imparare esercitandomi sui pazienti, eseguendo procedure mediche minori che sono totalmente al di fuori della mia competenza”. Tali procedure venivano spesso eseguite senza anestesia. A differenza dei medici di Gaza, i medici israeliani hanno facile accesso agli antidolorifici. È una scelta non usarli.

Scomparsa di personale medico

Con i media occidentali così facilmente collusi nella disumanizzazione dei palestinesi, è importante ricordare chi sono questi “prigionieri”. Israele vuole farci credere che sta prendendo di mira Hamas e coloro che “arresta”, l’eufemismo ampiamente accettato, usato dalla CNN in questo articolo, per indicare coloro che Israele prende in ostaggio, sono palestinesi sospettati di legami con il gruppo militante. Tuttavia, una delle testimonianze più significative sugli abusi di Sde Teiman riportate dalla CNN proviene dal Dottor Mohammed al-Ran, il capo chirurgo dai capelli grigi dell’Ospedale Indonesiano di Gaza, ora distrutto.

È stato “arrestato”, rapito, da Israele a dicembre e portato a Sde Teiman. Non vi è alcun indizio che al-Ran fosse impegnato in un combattimento armato contro le truppe israeliane d’invasione o fosse associato in altro modo ad Hamas. È stato sequestrato, insieme ad altro personale medico, mentre lavorava un turno di tre giorni in un altro centro medico, l’Ospedale Battista al-Ahli al-Arabi. Era stato costretto a fuggire dall’Ospedale Indonesiano dopo che era stato bombardato da Israele e il personale era stato duramente picchiato.

Un numero incalcolabile di personale medico è stato assassinato o fatto sparire da Israele durante i suoi attacchi sistematici agli ospedali di Gaza. La distruzione del settore sanitario dell’enclave è un altro evidente Crimine contro l’Umanità che i media occidentali hanno accuratamente evitato di identificare.

Il contrasto con l’inflessibile certezza dei media sui Crimini di Guerra commessi dalla Russia in Ucraina poco tempo fa è davvero stridente.

I gruppi per i diritti umani stanno cercando disperatamente di rintracciare questi ostaggi palestinesi con mandati di Habeas Corpus*, proprio come hanno cercato in precedenza di trovare i cittadini stranieri tenuti prigionieri nella Struttura 1391. I tribunali israeliani sono stati intenzionalmente ostruzionisti. (*Habeas Corpus, letteralmente “che tu abbia il corpo”, è una locuzione latina utilizzata nei sistemi giuridici di Diritto Comune, per indicare l’ordine emesso da un giudice di portare un prigioniero al proprio cospetto, per verificarne le condizioni personali ed evitare una detenzione senza concreti elementi di accusa.)

In un caso di prova, il gruppo israeliano per i diritti umani HaMoked, che ha avuto un ruolo centrale nell’identificazione della Struttura 1391, ha presentato un’istanza alla Corte Suprema israeliana, i cui giudici includono alcuni che vivono in insediamenti ebraici illegali in Cisgiordania, per trovare un tecnico radiologo palestinese scomparso da febbraio.

È stato sequestrato dalle truppe israeliane all’Ospedale Nasser, nel Sud di Gaza. Il sospetto è che sia detenuto a Sde Teiman.

Secondo HaMoked, risultano scomparsi più di 1.300 palestinesi di Gaza, presumibilmente detenuti da Israele, tra cui 29 donne.

Un altro chirurgo, il Dottor Adnan al-Bursh, è noto per essere tra le oltre due dozzine di palestinesi morti in circostanze misteriose durante la prigionia israeliana. Molto probabilmente è stato torturato a morte o forse ucciso nel corso di una procedura medica fallita.

Una violenza mai vista

A ulteriore prova del fatto che questa ondata di violenza contro i prigionieri non è del tutto correlata al sospetto che appartengano ad Hamas o abbiano partecipato all’attacco del 7 ottobre, durante il fine settimana sono emersi dettagli sugli incessanti e selvaggi abusi nei confronti del più importante prigioniero palestinese detenuto da Israele.

Marwan Barghouti, del Movimento di Liberazione Nazionale Palestinese guidato dal Presidente palestinese Mahmoud Abbas, acerrimi oppositori di Hamas, è stato rinchiuso negli ultimi 22 anni. A volte definito come il “Mandela Palestinese”, Barghouti è considerato un potenziale futuro leader del popolo palestinese. Secondo altri detenuti e gruppi per i diritti umani, Barghouti è a malapena riconoscibile dopo una serie di percosse, una delle quali gli ha lesionato l’occhio destro. Si dice che soffra costantemente di dolori a causa di una sospetta lussazione della spalla derivante da un’aggressione, una lesione che non è stata curata. Secondo il suo avvocato israeliano, è stato trascinato sul pavimento ammanettato e nudo di fronte ad altri detenuti nella prigione di Ayalon. Barghouti ha perso molto peso a causa delle severe restrizioni alimentari imposte a tutti i prigionieri palestinesi da ottobre e gli è stato negato l’accesso a libri, giornali e televisione.

Tal Steiner del gruppo israeliano per i diritti umani Comitato Pubblico contro la Tortura in Israele, ha detto al Guardian che Barghouti è stato sottoposto ad abusi “senza precedenti”, e che tale tortura è diventata la “normalità” per gli 8.750 palestinesi noti per essere stati incarcerati da ottobre.

Il ministro del governo che sovrintende al servizio carcerario israeliano, Itamar Ben Gvir, appartiene al partito dichiaratamente estremista Potere Ebraico, le cui radici ideologiche nel Kahanismo considerano esplicitamente i palestinesi poco più che parassiti.

Merce di scambio

I media occidentali si sono concentrati incessantemente sulla sofferenza degli oltre 100 ostaggi israeliani ancora detenuti a Gaza, anche se non viene menzionato il fatto che gran parte di quella sofferenza deriva dalle azioni di Israele. Gli ostaggi, come i palestinesi di Gaza, sono sotto la pioggia di bombe israeliane. E come i palestinesi, devono affrontare una prolungata carenza di cibo causata dal blocco degli aiuti da parte di Israele. La violenza indiscriminata contro Gaza colpisce sia gli ostaggi che i palestinesi. Ma sulla base dei resoconti della CNN e dei media israeliani, sembra probabile che molte delle migliaia di palestinesi rapiti da Israele da ottobre stiano affrontando un destino molto più crudele di quello degli ostaggi israeliani a Gaza.

Hamas è impegnata a mantenere gli ostaggi israeliani il più al sicuro possibile perché sono una preziosa merce di scambio per far uscire l’esercito israeliano da Gaza e liberare i palestinesi dai Centri di Tortura come Sde Teiman.

Israele non deve affrontare simili pressioni. In quanto Potenza Occupante e Stato Satellite preferito di Washington, può infliggere ai palestinesi qualsiasi punizione scelga con poche ripercussioni.

Questo è un altro aspetto degli ultimi sette mesi che i media si rifiutano di riconoscere.

Distruggere gli aiuti

Nel frattempo, l’opinione pubblica occidentale viene diffamata se tenta di definire i Crimini di Israele come Genocidio o di spiegare come si sta svolgendo il Genocidio. Ciò fa eco ai sospetti della stragrande maggioranza dei giudici della Corte Internazionale di Giustizia a gennaio ed è implicito nella richiesta di mandati di arresto avanzata dal procuratore capo della Corte Penale Internazionale questa settimana.

La recente, perversa e egoistica ridefinizione dell’antisemitismo da parte dell’Occidente, una vittoria per i gruppi di lobby pro-Israele, equipara l’odio ebraico con la critica verso Israele più che con l’odio vero e proprio verso gli ebrei.

Secondo la nuova definizione dell’Alleanza Internazionale per la Memoria dell’Olocausto (IHRA), è antisemita tracciare un parallelo tra le azioni di Israele e il Genocidio con cui gli occidentali hanno più familiarità: l’Olocausto.

Convenientemente per Israele, le istituzioni occidentali possono ora rinnegare una lezione fin troppo ovvia della storia e della psicologia umana: le vittime degli abusi sono perfettamente capaci di commettere a loro volta tali abusi.

La ricostruzione fatta dalla CNN dell’ospedale da campo di Sde Teiman mostra palestinesi disumanizzati, legati, bendati e denudati, in file di barelle pronti per essere sottoposti a sperimentazione. Perché ciò non dovrebbe evocare, per il pubblico occidentale, i ricordi di Josef Mengele, il famigerato medico nazista che considerava i detenuti dei campi di concentramento meno che umani, mere cavie per i suoi esperimenti?

Che sentimenti dovrebbero provare gli occidentali guardando gli estremisti ebrei degli insediamenti illegali israeliani tendere imboscate ai camion degli aiuti diretti a Gaza, distruggere le forniture di cui ha disperatamente bisogno una popolazione affamata, bruciare i camion e picchiare gli autisti, il tutto mentre i soldati e la polizia israeliani restano a guardare, permettendo la distruzione? prendere posizione?

Come potrebbe essere sbagliato, addirittura antisemita, chiedersi se un simile Razzismo Brutale e Genocida abbia spinto gli estremisti in Germania nel 1938, quando si scagliarono contro gli ebrei durante la Notte dei Cristalli?

E che dire di coloro che hanno paragonato la piccola Gaza a un Campo di Concentramento durante i 17 anni di assedio israeliano via terra, aria e mare, con i palestinesi in gabbia privati ​​delle libertà fondamentali e degli elementi essenziali della vita? O quelli che ora definiscono Gaza un Campo di Sterminio mentre Israele affama la popolazione?

Tali valutazioni sono davvero una prova dell’odio verso gli ebrei? Oppure sono la prova che questi osservatori hanno compreso bene le lezioni della storia e dell’Olocausto? Il degrado e l’abuso sistematico di un popolo dovrebbero sempre essere visti come un Crimine contro la nostra comune Umanità.

Il dovere morale che tutti noi dobbiamo affrontare è quello di fermare tali atrocità, non di trattenere il giudizio e assistervi in silenzio mentre si svolgono fino alla loro logica conclusione.

Camere di Tortura

Gli attuali orrori che Israele sta infliggendo ai detenuti di Sde Teiman e, su scala ancora più ampia, ai palestinesi nel Campo di Sterminio di Gaza, sono molto più che una semplice vendetta per il 7 ottobre.

Sde Teiman è la piccola Camera di Tortura, che rispecchia la molto più grande Camera di Tortura della stessa Gaza, dove le bombe e la fame raggiungono esattamente gli stessi scopi.

Fino a sette mesi fa, l’obiettivo di Israele era quello di mantenere i palestinesi un popolo soggiogato, schiavo e senza speranza, confinato in una serie di Campi di Concentramento a Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Ci si aspettava che rimanessero in silenzio nella loro sofferenza e invisibili al mondo esterno. A lungo termine, si presumeva che i palestinesi avrebbero preferito fuggire dall’impoverimento in queste terre Colonizzate e Occupate permanentemente.

La Rivolta degli Schiavi del 7 ottobre, per quanto brutali e orrende siano state tali rivolte nel corso della storia, è stato uno shock devastante. Non solo per un Israele votato al suo Progetto Coloniale Razzista e concreto di sottomissione del popolo palestinese. È stato anche uno shock per il più ampio Progetto Coloniale dell’Occidente, nel quale Israele è così strettamente integrato. Nell'”ordine basato sulle regole” di Washington, l’unica regola significativa è che ciò che Washington e i suoi alleati vogliono, lo ottengono. Il pianeta, le sue risorse e i suoi popoli sono visti come poco più che giocattoli dalla superpotenza mondiale.

Non si può permettere che rivolte di questo tipo, siano esse promosse da Hamas a Gaza, da Hezbollah in Libano, dagli Houthi in Yemen o dal Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica in Iran, diventino un modello. L'”ordine basato sulle regole” deve essere ripristinato con la ferocia necessaria per insegnare ai Colonizzati e agli Oppressi qual è il loro posto.

Questo era il messaggio dei Siti Neri di Washington necessari nella sua futile “Guerra al Terrorismo” da Abu Ghraib a Guantanamo, siti che hanno attinto alle esperienze israeliane di “disumanizzazione” dei detenuti della Struttura 1391.

La complicità delle istituzioni occidentali nell’attuale Genocidio israeliano non è un’anomalia. Non deriva da un malinteso o da una confusione. La classe politica e mediatica occidentale vede il Genocidio a Gaza con la stessa chiarezza di tutti noi. Ma per loro è giustificato, addirittura necessario. Bisogna insegnare ai Colonizzati e agli Oppressi che la Resistenza è inutile.

Sde Teiman, come il Campo di Sterminio di Gaza, sta servendo al suo scopo. È lì per spezzare lo spirito umano. È lì per trasformare i palestinesi in collaboratori volontari nella loro stessa distruzione come popolo, nella loro stessa Pulizia Etnica. E allo stesso tempo viene rivolto un messaggio subliminale al pubblico occidentale: questo potrebbe essere anche il vostro destino se non parteggiate per le atrocità di Israele a Gaza.

Jonathan Cook è vincitore del Premio Speciale Martha Gellhorn per il giornalismo. I suoi libri includono “Israele e lo Scontro di Civiltà: Iraq, Iran e il Piano per Ricostruire il Medio Oriente” (Pluto Press) e “Palestina Scomparsa: Gli Esperimenti di Israele Nella Disperazione Umana” (Zed Books).

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org