Israele sta trascinando il mondo nell’oscurità

L’Occidente deve scegliere tra Israele e gli ideali che afferma di sostenere. E finora sta scegliendo Israele. E nel farlo, sta trascinando sè stesso e il mondo in un abisso.

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di Susan Abulhawa, 14 giugno 2024Immagine di copertina: : Israele deve rispondere delle sofferenze che sta infliggendo a Gaza. Omar Ashtawy Immagini APA

Israele non appartiene al mondo moderno. È figlio del colonialismo europeo e dell’antisemitismo genocida dell’Europa, imposto con la forza, il fuoco e il senso di colpa occidentale su una terra già abitata da un popolo indigeno.
Israele è uno sconfinamento contemporaneo dell’etica coloniale di quel vecchio mondo che giustificava il genocidio, la pulizia etnica, il saccheggio all’ingrosso, il furto infinito e la distruzione delle popolazioni indigene in nome dell’insediamento e del diritto divino di un gruppo superiore di esseri umani.
Ma il mondo moderno è andato avanti con una progressiva evoluzione morale. Da tempo ha ripudiato, almeno in linea di principio, gli impulsi razzisti e violenti che alimentavano i motori coloniali genocidi di un tempo.
La natura anacronistica di Israele si percepisce nella retorica dei suoi leader e dei suoi cittadini. Benjamin Netanyahu fa riferimento ai bombardamenti nucleari americani di Hiroshima e Nagasaki per giustificare il genocidio in corso a Gaza.
I sionisti, soprattutto quelli delle nazioni coloniali come gli Stati Uniti e l’Australia, amano ricordarci che questi Paesi sono stati fondati sul genocidio e la pulizia etnica delle popolazioni indigene.
Da questi ricordi derivano le loro accuse di doppio standard e ipocrisia. “Vivete su una terra rubata, perché non ve ne andate?”, così recita la loro retorica.
Implicita nelle loro accuse è l’ammissione di somiglianza con la forza coloniale violenta e razzista che ha creato gli Stati Uniti.
In altre parole, mentre l’umanità ha cercato e continua a cercare di prevenire e riparare i torti del passato, Israele indica questi momenti fondamentali della storia umana, non nel contesto del “mai più”, ma come precedenti che dovrebbe essere libero di emulare.
Mentre ancora oggi scopriamo fosse comuni nelle “scuole indiane”, dove i bambini indigeni venivano strappati alle loro famiglie e torturati a morte nei collegi, Israele rivendica il diritto di creare altre fosse comuni di palestinesi in nome dell'”autodifesa”.
Mentre noi ci impegniamo in un discorso per ottenere un riconoscimento e un risarcimento, proprio come il mondo ha fatto per gli ebrei europei, Israele rivendica il diritto di fare pulizia etnica dei palestinesi indigeni, di rubare le loro terre, di saccheggiare le risorse e di radere al suolo le loro città e i loro terreni agricoli.
Mentre immaginiamo e ci sforziamo di creare una realtà postcoloniale di universalismo rivoluzionario, inclusione, equità e comprensione, Israele rivendica il diritto all’esclusività ebraica e al diritto ebraico a spese dei non ebrei.
Invocare il colonialismo americano per giustificare la propria versione dello stesso non è diverso dall’invocare la schiavitù industrializzata dell’America come precedente da emulare.

Ordine basato sulle regole?

I governi occidentali hanno a lungo propagandato i loro valori come fari della democrazia e dell’idealismo verso cui la modernità deve tendere. Come amano dare lezioni al mondo sulla legge e sull’ordine basato sulle regole; sulla libertà di parola, sulla libertà di riunione, sulla libertà di questo e di quello.
Ma guardate con quanta rapidità denunciano, pongono veti e attaccano i tribunali, le organizzazioni per i diritti umani e i protocolli delle Nazioni Unite quando le istituzioni che hanno contribuito a creare non servono i loro interessi imperiali. Guardate con quanta rapidità chiudono i discorsi e mettono la polizia contro i loro stessi cittadini che cercano di esercitare queste libertà.
Lo fanno perché Israele è antitetico ai valori democratici. È antitetico ai diritti umani e al cosiddetto ordine basato sulle regole.
L’Occidente deve quindi scegliere tra Israele e gli ideali che sostiene di sostenere. E finora sta scegliendo Israele.
E nel farlo, sta trascinando se stesso e il mondo in un abisso.
I commentatori indiani parlano già di una soluzione “alla israeliana” per il Kashmir. Il mondo tace mentre dittature arabe come gli Emirati Arabi Uniti armano milizie genocide in Sudan per prendere il controllo dei vasti tesori d’oro e uranio del Paese.
Israele sta trascinando il mondo in un’oscurità contagiosa che si diffonderà in tutto il pianeta a meno che non venga fermato e ritenuto responsabile dell’olocausto che sta commettendo a Gaza e ora, a quanto pare, anche in Cisgiordania.
La “soluzione” non è affatto complicata, contrariamente alla propaganda sionista dilagante.
Si tratta semplicemente di aderire alla morale universale accettata che rifiuta la supremazia ebraica così come rifiuta tutte le altre forme di supremazia. Ciò significa uguaglianza di diritti per tutti coloro che abitano la terra, un ritorno dei rifugiati palestinesi in una nazione di suoi cittadini fondata sul principio di una persona-un voto.

Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina.org