Portavoce militare israeliano: Hamas è un’idea e non si può distruggere.

“Dire che faremo scomparire Hamas è come gettare polvere negli occhi della gente”, ha dichiarato Daniel Hagari, evidenziando le crescenti divisioni tra i politici israeliani più falsi e gli alti comandanti militari sulla guerra di Gaza.

Fonte: English version

di TRT World, 20 giugno 2024

Immagine di copertina: “Non è possibile liberare tutti gli ostaggi attraverso operazioni militari”, afferma Daniel Hagari. / Foto: AFP

Il portavoce militare israeliano Daniel Hagari ha criticato la leadership politica del Paese definendo “fuorviante” la retorica sulla distruzione del gruppo di resistenza di Hamas in un’intervista a Channel 13.
“Parlare di distruggere Hamas è come gettare polvere negli occhi del pubblico”, ha detto Hagari all’emittente mercoledì.
“Hamas è un’idea. Non si può distruggere un’idea. La leadership politica deve trovare un’alternativa, altrimenti (Hamas) rimarrà”, ha aggiunto.

Dall’ottobre dello scorso anno, quando Israele ha iniziato la sua guerra genocida contro Gaza assediata, il premier falco Benjamin Netanyahu ha indicato la distruzione del gruppo di resistenza di Hamas come un obiettivo chiave, nonostante lo scetticismo degli analisti militari e degli osservatori israeliani sulla fattibilità dell’obiettivo.
Hagari ha parlato dell’annuncio dell’esercito dell’8 giugno sul rilascio di quattro prigionieri in un’operazione militare nel campo profughi di Nuseirat, nel centro di Gaza. “Non è possibile liberare tutti gli ostaggi attraverso operazioni militari”, ha riconosciuto.
In risposta, l’ufficio di Netanyahu ha dichiarato che il Gabinetto di sicurezza, presieduto dal primo ministro, “ha definito la distruzione delle capacità militari e di governo di Hamas come uno degli obiettivi della guerra. L’esercito israeliano, ovviamente, è impegnato in questo senso”.

In spregio a una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva un cessate il fuoco immediato, Israele ha affrontato la condanna internazionale per il suo continuo e brutale attacco a Gaza, a partire da un raid del 7 ottobre da parte di Hamas contro siti militari israeliani e insediamenti che un tempo erano fattorie e villaggi arabi.
L’attacco, durato ore, e la risposta disordinata dell’esercito israeliano, compresa la controversa direttiva Hannibal, hanno causato l’uccisione di oltre 1.130 persone.
I combattenti palestinesi hanno preso più di 250 ostaggi e attualmente ne rimangono 116 a Gaza, tra cui 41 che l’esercito israeliano dichiara essere morti, molti dei quali uccisi in attacchi israeliani indiscriminati.

Da allora Israele ha ucciso quasi 37.400 palestinesi a Gaza, la maggior parte dei quali donne e bambini, e ne ha feriti più di 85.400. Si teme che circa 10.000 palestinesi siano morti sotto le macerie delle case bombardate, mentre Israele ha rapito più di 9.500 palestinesi.
A più di otto mesi dall’inizio della guerra israeliana, vaste aree di Gaza risultano in disfacimento a causa di un blocco paralizzante di cibo, acqua potabile e medicine.
Nella Cisgiordania occupata, le forze israeliane e i coloni sionisti illegali hanno ucciso più di 530 palestinesi e bruciato numerose proprietà.
Israele è accusato di genocidio dalla Corte Internazionale di Giustizia, la cui ultima sentenza ha ordinato a Tel Aviv di interrompere immediatamente le operazioni a Rafah, dove più di 1 milione di palestinesi si era rifugiato dalla guerra prima di essere invaso il 6 maggio.

Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina.org