Venezia – maggio 2024
Le motivazioni che ci hanno portato a decidere di usare lo strumento politico dell’occupazione, come richiesto da Giovani Palestinesi Italia, sono molteplici, ma rispondono tutte ad un’unica necessità: agire di fronte al genocidio del popolo palestinese.
Intendiamo inserirci nell’ondata di proteste studentesche che stanno scuotendo le facoltà universitarie di tutto il mondo, proteste che non si appiattiscono sugli avvenimenti successivi al 7 ottobre, ma contestano il progetto coloniale sionista nella sua interezza.
Gli studenti di tutto il mondo non stanno richiedendo un cambio di guardia nel governo israeliano, ma un cambio di paradigma: il totale rigetto delle pratiche coloniali e della collusione dei rispettivi Stati nella loro attuazione. Proprio questa collusione rende necessaria la mobilitazione anche nel nostro paese.
L’Italia e le sue imprese contribuiscono attivamente nel mantenere viva l’occupazione israeliana ai danni dei palestinesi tramite accordi bilaterali sull’esportazione e importazione di armi, accordi commerciali, concessioni di estrazione di risorse energetiche e progetti di ricerca accademica. Leonardo spa, prima azienda europea per produzione di armamenti, e il cui primo azionista è il Ministero dell’Economia e delle Finanze, direziona la ricerca accademica verso l’interesse bellico attraverso la fondazione Med-Or, di cui la nostra rettrice Lippiello è membro.
Riteniamo ridicolo e profondamente ipocrita fingere di non vedere il lampante conflitto di interessi tra la collaborazione attiva con l’industria militare e il ruolo pubblico della rettrice.
Pure se all’interno di Med-Or svolgesse esclusivamente il ruolo di ricercatrice, comunque aiuterebbe il funzionamento della macchina bellica.
I legami di Ca’Foscari, e della rettrice Lippiello, con Leonardo spa, Crédit Agricole, Eni, Fincantieri e altri rendono l’ateneo, e indirettamente noi, complici del genocidio.
Il silenzio davanti alle continue richieste da parte del corpus studentesco, docente e tecnico-amministrativo di recidere questi legami e di prendere posizione al fianco del popolo palestinese è testimone di come la nostra università non sia un luogo libero e indipendente dagli interessi economici e politici delle aziende e dalle mire belliciste del nostro Stato.
Ci sentiamo in dovere di evidenziare la totale incompatibilità tra la carica istituzionale della rettrice Lippiello e il suo ruolo nel comitato scientifico di Med-Or. Non possiamo accettare che la nostra università sia complice dell’industria bellica e di uno Stato coloniale e genocida, e intendiamo intraprendere un percorso che porti ad un’università democratica e
rappresentativa della volontà degli studenti e delle studentesse
Studentə per la Palestina