Hamada Shaqoura: Il food blogger di Gaza che dalla sua tenda nutre i bambini palestinesi sfollati

Hamada Shaqoura, che prima della guerra faceva il blogger sui caffè e ristoranti di Gaza, ora dalla sua tenda cucina pasti per i bambini sfollati.

Fonte: English version

Rodayna Raydan – 14 giugno 2024

Hamada Shaqoura è un noto food blogger di Gaza che ha attirato l’attenzione per i suoi sforzi nel fornire pasti, per lo più utilizzando pacchi di aiuti, ai bambini sfollati in mezzo alla guerra in corso. Il suo lavoro esemplifica il potere delle iniziative comunitarie e l’impatto dell’uso dei social media per sensibilizzare e mobilitare il supporto durante la guerra israeliana su Gaza.

 “Ogni pasto preparato da un pacco di aiuti racconta una storia di speranza e determinazione. Condividendo queste storie, voglio umanizzare la nostra lotta e mantenere la situazione di Gaza nella coscienza globale”.

Hamada ha costruito la sua reputazione online come un appassionato food blogger, condividendo caffè e ristoranti di Gaza e mettendo in luce il ricco patrimonio culinario della regione. Quando è iniziata la guerra, tuttavia, Hamada ha spostato il suo focus verso gli sforzi umanitari, utilizzando la sua piattaforma per supportare e nutrire i bambini sfollati a Gaza.

“Sono originariamente un food blogger con circa sette anni di esperienza nel mostrare la fiorente scena gastronomica di Gaza. Tuttavia, in pochi mesi, la mia vita è passata dal godere delle delizie culinarie di Gaza al mangiare per sopravvivere e cucinare per le famiglie sfollate”, ha detto Hamada a The New Arab.

I suoi primi post presentavano calde focacce, involtini pieni di ripieni saporiti e pollo croccante. Ora il suo feed di Instagram si è trasformato in video che lo mostra mentre cucina in grandi quantità diversi pasti utilizzando pacchi di aiuti, compreso il cibo in scatola.

“Documento questi momenti non solo per mostrare al mondo le dure realtà che affrontiamo, ma per evidenziare la nostra resilienza e intraprendenza”, dice Hamada. “Ogni pasto preparato da un pacco di aiuti racconta una storia di speranza e determinazione. Condividendo queste storie, voglio umanizzare la nostra lotta e mantenere la situazione di Gaza nella coscienza globale”.

Una nuova realtà

Possedere un’azienda di marketing ed essere un food blogger a Gaza significava per Hamada celebrare la cultura e promuovere le attività locali. Oggi, il suo ruolo si è trasformato in qualcosa di molto più urgente: nutrire coloro che hanno perso tutto.

“Cucinare in grandi quantità in queste condizioni è una sfida, ma è un modo per portare un po’ di normalità e conforto a questi bambini”, ha spiegato. “I prodotti alimentari sono limitati, quindi devo essere innovativo con ciò che abbiamo, trasformando ingredienti di base e cibo in scatola in qualcosa di speciale e creando piatti che mancano tanto”.

Hamada ha documentato il suo percorso sui social media perché lo mantiene connesso al mondo e aiuta a sensibilizzare sulla situazione a Gaza mentre documenta i suoi sforzi di cucina e distribuzione. “Ogni post è un piccolo faro di speranza, mostrando che anche nei momenti più bui possiamo trovare modi per prenderci cura l’uno dell’altro. Il supporto e l’incoraggiamento che ricevo da tutto il mondo è ciò che mi fa andare avanti”, ha detto Hamada a The New Arab.

“Miro anche a evidenziare le dure realtà della vita in una zona di conflitto mostrando al contempo la resilienza e la solidarietà della comunità di Gaza nonostante tutto quello che stiamo attraversando”, ha aggiunto Hamada.

Attraverso i suoi contenuti coinvolgenti, Hamada è stato in grado di mobilitare i suoi follower, incoraggiandoli a contribuire alla sua causa sia tramite donazioni, che diffondendo la parola.

Sforzi comunitari

Hamada collabora con cucine comunitarie e organizzazioni locali, come Watermelon Relief, per preparare grandi quantità di cibo, utilizzando donazioni e supporto di volontari per massimizzare la portata e l’impatto dei suoi sforzi. I volontari locali giocano un ruolo significativo nelle iniziative di Hamada, aiutando nella preparazione, imballaggio e distribuzione del cibo.

 “Quando vedo i sorrisi e l’entusiasmo sui volti dei bambini mentre assaporano un piatto che mancava loro, è un promemoria del perché faccio tutto questo”.

Per Hamada, questo approccio guidato dalla comunità assicura che gli aiuti raggiungano in modo efficiente ed efficace coloro che ne hanno più bisogno. Oltre al necessario nutrimento fisico, l’atto di condividere i pasti fornisce conforto psicologico e un senso di normalità per i bambini colpiti dal conflitto.

Per lui, non si tratta solo di fornire cibo; si tratta di ricreare i piatti che alla gente mancano, specialmente ai bambini. Mira a creare i sapori che portano loro un senso di casa e conforto in questi tempi difficili.

“Quando vedo i sorrisi e l’entusiasmo sui volti dei bambini mentre assaporano un piatto che mancava loro, è un promemoria del perché faccio tutto questo. Quei momenti di gioia sono preziosi, e mi danno la forza per andare avanti”, ha detto Hamada

Nonostante le sfide, sapere di poter portare un po’ di felicità nelle loro vite è la parte più gratificante di questo percorso.

Navigare nella sopravvivenza

Operare in una zona di guerra presenta significative sfide logistiche, inclusa la sicurezza degli ingredienti, luoghi sicuri per cucinare e canali di distribuzione affidabili. La guerra in corso rappresenta costanti rischi di sicurezza per Hamada, il suo team e le famiglie sfollate a cui lui si rivolge

“Le sfide e le difficoltà vanno oltre le tipiche lotte della vita quotidiana”, ha detto Hamada. “Il gas per cucinare è in scarsa disponibilità, il che rende costantemente difficile preparare i pasti. Anche gli ingredienti essenziali sono difficili da reperire, costringendo le persone a fare affidamento su pacchi di aiuti e cibo in scatola, il che limita la varietà e il valore nutrizionale dei pasti”, ha spiegato.

L’acqua pulita è essenziale per cucinare e per l’igiene, ma è anch’essa in scarsa disponibilità a Gaza a causa della guerra in corso. I danni alle infrastrutture idriche e la contaminazione delle fonti d’acqua aggravano questo problema, rendendo difficile garantire che il cibo sia preparato in modo sicuro, secondo Hamada.

“Miro a mostrare la forza della nostra comunità e l’importanza di un supporto continuo. Si tratta di trasformare un piccolo atto di gentilezza in un faro di speranza per molti”.

La creatività di Hamada esemplifica la resilienza e l’ingegno palestinesi. Pubblica contenuti che mostrano i pasti che prepara utilizzando articoli dai pacchi di aiuti, che sono cruciali per i palestinesi, spesso facendo la differenza tra la sopravvivenza e la fame.

In attesa dell’evacuazione da Gaza, molti palestinesi, come Hamada, trovano modi per sopravvivere con il minimo indispensabile e cercano disperatamente un modo per andarsene. Hamada e la sua partner Lamis, che hanno recentemente accolto un bambino, stanno attualmente raccogliendo fondi per evacuare insieme ai genitori di Hamada, Nizar e Madja, e le sue sorelle minori, Saba e Haya, da Rafah. Il costo dell’evacuazione è di circa 6.000 dollari a persona.

“I pacchi di aiuti sono una ancora di salvezza per noi. Senza di essi, molti morirebbero di fame. Documentando come trasformiamo questi pacchi in pasti, voglio mostrare la forza della nostra comunità e l’importanza di un supporto continuo. Si tratta di trasformare un piccolo atto di gentilezza in un faro di speranza per molti”, ha concluso Hamada.

La pagina GoFundMe di Hamada e della sua famiglia può essere trovata qui.

Rodayna Raydan è una giornalista libanese-britannica laureata in giornalismo presso la Kingston University di Londra, e si occupa di coprire le notizie riguardanti il Libano.

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org