A nove mesi dall’inizio della sua Guerra Genocida contro i palestinesi nella Striscia di Gaza, Israele continua ad assediare i malati e i feriti, impedendo loro di lasciare la Striscia per ricevere cure mediche, nonostante abbia distrutto o reso inutilizzabile la maggior parte degli ospedali della regione.
Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 7 luglio 2024
Territorio Palestinese – La comunità internazionale deve esercitare pressioni efficaci su Israele affinché apra i valichi di frontiera e permetta alle persone malate e ferite di lasciare la Striscia di Gaza per essere curate. Migliaia di persone malate e ferite rischiano la morte certa poiché non possono ricevere cure nella Striscia in mezzo alla distruzione o viaggiare altrove, a causa del sistematico attacco israeliano al settore sanitario della regione, che ha reso inutilizzabile la maggior parte delle sue componenti, e il rigido assedio israeliano.
A nove mesi dall’inizio della sua Guerra Genocida contro i palestinesi nella Striscia di Gaza, Israele continua ad assediare i malati e i feriti, impedendo loro di lasciare la Striscia per ricevere cure mediche, nonostante abbia distrutto o reso inutilizzabile la maggior parte degli ospedali della regione. Di conseguenza, più di 26.000 persone malate e ferite che necessitano di cure all’estero immediate per trattamenti salvavita moriranno, e altre migliaia dovranno aspettare di viaggiare per terminare le cure o ottenere servizi medici e riabilitativi essenziali che non sono disponibili nella Striscia.
I viaggi dei palestinesi, compresi quelli malati e feriti che cercano cure mediche all’estero, sono quasi cessati da quando l’esercito israeliano ha chiuso il valico di frontiera di Rafah il 7 maggio. Ad un numero limitato di queste persone era stato precedentemente permesso di viaggiare fuori dalla Striscia dopo aver presentato i loro nominativi all’esercito israeliano, che avrebbe poi effettuato controlli di sicurezza arbitrari.
In collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 27 giugno Israele ha consentito a 21 pazienti e diversi familiari di passare attraverso il Valico di Kerem Shalom, ma oltre 12.000 feriti intrappolati nella Striscia di Gaza necessitano ancora di cure mediche urgenti per sopravvivere. Inoltre, 14.000 pazienti, di cui 10.000 affetti da cancro o altre malattie gravi, sono in imminente rischio di morte se non si mettono in viaggio per curarsi.
A parte le 21 persone sopra menzionate, a nessuna persona ferita o malata è stato permesso di lasciare la Striscia di Gaza dal 7 maggio, nonostante il collasso del sistema sanitario e la chiusura di 34 ospedali su 36 a causa dei sistematici attacchi israeliani. I due ospedali attualmente aperti sono solo parzialmente operativi e non hanno accesso a forniture mediche o farmaci; Le squadre mediche sono allo stremo dopo aver lavorato ininterrottamente per nove mesi.
Il personale dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha ricevuto denunce da un gran numero di persone malate e ferite che chiedevano di poter viaggiare per salvarsi la vita.
Israa Jihad al-Jundi, 32 anni, di Shujaiya, a Est di Gaza, ha raccontato: “Il 3 luglio, un bombardamento israeliano ha preso di mira la mia casa, provocando la morte di tre dei miei figli. Quanto a me, tutto quello che vedevo era una massa di oscurità e di fuoco, e non sentivo più nulla. Mi sono accorta di essere stata colpita da un missile. Sono finita a casa di un vicino, con le gambe coperte di cemento. Sono stata portata fuori dai miei vicini e portata all’Ospedale Battista. Alla mia gamba destra è stato impiantata una placca di platino. Ho subito fratture multiple al bacino, al torace e agli arti. Non posso muovermi, il mio bacino non è stabilizzato, muoio ogni giorno. La mia unica richiesta è di essere curata all’estero”.
Bilal Munir Abu Sultan, residente a Nord di Gaza, ha dichiarato: “Sono malato di cancro alla laringe dallo scorso aprile; la malattia è avanzata in misura significativa. Devo viaggiare per ricevere le cure per salvarmi la vita. Devo partire subito prima che il cancro si metastatizzi. Qui non c’è assistenza sanitaria”.
Abdul Rahman Muhammad, 17 anni, ha dichiarato: “Il 23 ottobre 2023, gli aerei israeliani hanno bombardato la casa della mia famiglia, uccidendo mia madre, mio padre e quattro dei miei fratelli, di cui tre ancora bambini. Di conseguenza sono rimasto gravemente ferito. Sono sopravvissuto all’attacco ma ho riportato ustioni e fratture. Anche se le mie ustioni sono guarite, non riesco ancora a camminare. Dopo che mi hanno messo una placca esterna in platino, me l’hanno tolta. Ho subito un intervento chirurgico, ma non ha funzionato. A causa della devastazione degli ospedali e della mancanza di cure, non c’è nemmeno la possibilità di curarmi qui. Faccio appello a tutti affinché facilitino il mio viaggio per le cure”.
Rafforzando l’assedio in corso, chiudendo i valichi della Striscia di Gaza e distruggendo ospedali e strutture sanitarie in tutta l’enclave, Israele ha apparentemente deciso di effettuare un’esecuzione di massa contro i malati e i feriti nell’enclave.
Nell’ambito del Genocidio israeliano contro il popolo palestinese nella Striscia, in corso dal 7 ottobre 2023, ospedali, strutture mediche e mezzi di trasporto sono stati distrutti e il personale medico è stato arrestato o ucciso. Di conseguenza, coloro che non sono stati uccisi direttamente moriranno per la mancanza di accesso alle cure mediche necessarie. Tutto questo fa parte del piano sistematico, organizzato e ad ampio raggio di Israele per distruggere la vita dei palestinesi nella Striscia di Gaza e trasformarla in un luogo inabitabile privo di servizi di base e delle componenti più fondamentali della vita. Uno degli aspetti più Criminali del Genocidio è l’attacco sistematico e diffuso al settore sanitario: mettendolo fuori uso attraverso la distruzione e l’assedio, portandolo al punto di non ritorno e, alla fine, privando i palestinesi delle opportunità di sopravvivenza, vita, recupero e persino riparo.
Le azioni di Israele contro gli ospedali e le persone legalmente protette nella Striscia di Gaza non sono solo Crimini contro l’Umanità, ma anche veri Crimini di Guerra, perché fanno parte di una più ampia e sistematica campagna militare israeliana contro la popolazione civile nella Striscia.
Oltre a violare palesemente i principi di distinzione, proporzionalità, necessità militare, ossia rifiutandosi di prendere le precauzioni necessarie per proteggere le persone malate e ferite, l’esercito israeliano sta portando avanti i suoi Crimini contro gli ospedali della Striscia di Gaza nel massimo disprezzo del Diritto Internazionale, in particolare il Diritto Internazionale Umanitario. Si tratta di una grave violazione della protezione speciale concessa ai civili, agli ospedali civili e alle squadre mediche, sia per la loro capacità sia perché non partecipano direttamente alle ostilità, insieme alla protezione di cui godono i feriti e i malati, anche se sono combattenti.
Per garantire la sicurezza del personale medico e dei pazienti malati o feriti, nonché degli sfollati che trovano rifugio negli ospedali, e per consentire a coloro che ne hanno bisogno di ricevere cure salvavita, è necessario un intervento internazionale immediato per allestire ospedali da campo nel Nord della Striscia di Gaza ed esercitare pressioni su Israele affinché cessi i suoi ripetuti attacchi agli ospedali. Migliaia di casi di emergenza devono essere curati all’estero.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org