Smascherata la politica di Meta sul sionismo: Ciberwell si scatena dopo la rivelazione di legami con Israele

A gennaio, CyberWell ha pubblicato un ampio rapporto su come stava cercando di censurare molti importanti profili di X-Twitter che esprimevano dubbi sulla narrativa ufficiale del 7 ottobre

Fonte. English version

Di Kit Klarenberg – 19 luglio 2024

Il 10 luglio è stato annunciato che il gigante dei social media Meta avrebbe ampliato la portata della sua censura e della soppressione dei contenuti relativi al Genocidio di Gaza. Secondo la nuova politica, i post su Facebook e Instagram contenenti “riferimenti dispregiativi o minacciosi ai ‘sionisti’ nei casi in cui il termine è usato per riferirsi a ebrei o israeliani” saranno vietati. Non sorprende che un gruppo di organizzazioni di lobby sioniste, molte delle quali hanno esercitato pressioni aggressive su Meta affinché adottasse questi cambiamenti, abbiano accolto favorevolmente la decisione. Incoraggiate, le stesse entità chiedono ora che tutte le piattaforme di social media seguano l’esempio.

Il Times of Israel ha osservato che “quasi 150 gruppi di difesa ed esperti hanno fornito impulsi che hanno portato all’aggiornamento della politica di Meta”. Ciò includeva in primis CyberWell, con sede a Tel Aviv, banalmente descritta dal quotidiano come “un’organizzazione no-profit che ha documentato l’ondata di antisemitismo in Rete e di negazione dell’Olocausto dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre contro Israele, e la successiva guerra a Gaza”. Queste attività maligne hanno avuto un impatto devastante su ciò che il pubblico occidentale vede e sente riguardo al Genocidio di Gaza sulla propria sequenza di contenuti (feed) dei social media.

A gennaio, CyberWell ha pubblicato un ampio rapporto su come stava cercando di censurare molti importanti profili di X-Twitter che esprimevano dubbi sulla narrativa ufficiale del 7 ottobre, inclusa la diffamazione ampiamente diffusa e dimostratasi falsa secondo cui i combattenti di Hamas avrebbero decapitato decine di bambini. Tra gli utenti in prima linea c’erano il popolare anonimo Zei Squirrel, Al Jazeera, il capo di The Grayzone Max Blumenthal e il famoso rapper Lowkey di MintPress News. CyberWell ha affermato che tale legittimo scetticismo era paragonabile alla negazione dell’Olocausto.

L’impatto di queste iniziative di pressione non è chiaro, anche se quasi contemporaneamente, Zei Squirrel è stato improvvisamente sospeso da X senza preavviso o spiegazione, suscitando un’indignazione diffusa. È stato solo grazie a una protesta di massa che il profilo è stato ripristinato. Più recentemente, CyberWell ha presentato a Meta una guida formale sulla censura della frase di solidarietà con la Palestina: “dal fiume al mare, la Palestina sarà libera”, che i sionisti sostengono falsamente sia un chiaro appello al Genocidio degli ebrei.

Questo intervento fa parte di uno sforzo più ampio da parte dell’azienda per costringere il social network ad adottare la definizione operativa altamente controversa di antisemitismo dell’Alleanza Internazionale per la Memoria dell’Olocausto (International Holocaust Remembrance Alliance – IHRA). Questa definizione, che è stata condannata da molte fonti, incluso l’accademico David Feldman, che ha contribuito a redigerla, per aver confuso falsamente la critica dell’entità sionista e l’antisemitismo, è una grande ispirazione per CyberWell. Sembra quindi che si tratti di una sinistra guerra lampo psicologica da parte del governo israeliano, interessata alle “attività della coscienza di massa” negli Stati Uniti e in Europa.

Il 24 giugno, i giornalisti indipendenti Lee Fang e Jack Poulson hanno riferito che CyberWell era una componente di questo insidioso tentativo di modellare e diffondere narrazioni filo-israeliane nel mondo occidentale, noto come Voices of Israel (Voci di Israele). In risposta alla denuncia, CyberWell ha negato qualsiasi affiliazione con la lunga operazione Hasbara finanziata da Israele o la ricezione di finanziamenti governativi “da qualsiasi Paese”. Come vedremo, però, ci sono ragioni inequivocabili per dubitare di queste smentite.

È fondamentale chiarire che le forze politiche, ideologiche e finanziarie guidano le operazioni di CyberWell e gli interessi maligni a cui servono le sue attività di censura. L’organizzazione no-profit è ora un “collaboratore di fiducia” di Meta, TikTok e X, apparentemente aiutando questi principali social network a combattere la “disinformazione”. In realtà, ciò garantisce a un’oscura azienda privata con collegamenti aperti con l’apparato di spionaggio israeliano ed evidenti ambizioni di portare la sua crociata di censura a livello globale, un potere illimitato per impedire che la realtà del Genocidio di Israele diventi di dominio pubblico.

Niente di sbagliato

In risposta alle denunce di Fang e Poulson, CyberWell, che fino a quel momento aveva operato con un ragionevole grado di trasparenza, ha iniziato ad agire clandestinamente. Molte sezioni del suo sito web sono state private di informazioni incriminanti o cancellate completamente. Ciò includeva una sezione altamente illuminante sugli esecutori e consulenti. Ora, ai visitatori del sito web di CyberWell non viene offerta alcuna indicazione su chi o cosa c’è dietro l’iniziativa, che promette di fornire “più dati, meno odio” combattendo “l’antisemitismo” in Rete utilizzando l’Intelligenza Artificiale.

In un commento rilasciato a Fang e Poulson, CyberWell ha affermato di essere stata “costretta a rimuovere la pagina” ‘Our Team’ (La Nostra Squadra) “per motivi di sicurezza” a causa della segnalazione della coppia “che generava informazioni false e fuorvianti”. La dichiarazione afferma inoltre: “Dopo la pubblicazione della tua storia, i nostri analisti sono stati attaccati e identificati per nome su X. Gli utenti hanno condiviso il tuo articolo e i nomi dei nostri dipendenti con una rete più ampia e ci siamo preoccupati per la sicurezza del nostro personale”.

Un’analisi dei curriculum dei fondatori e del personale di CyberWell, ora eliminati, indica una logica leggermente diversa. Molti membri della “squadra dinamica” dell’organizzazione no-profit, composto da “accademici, generali in pensione, ex-allievi dei servizi d’informazione e professionisti tecnologici innovativi” hanno una vasta esperienza nelle Forza di Occupazione Israeliane e legami con il governo israeliano. Il fondatore statunitense Tal-Or Cohen Montemayor emigrò a Tel Aviv da adolescente e si offrì volontario per prestare servizio nelle Forze di Occupazione Israeliane come “soldato solitario”. È poi entrata nell’ambito dello spionaggio tramite la società israeliana Argyle Consulting, che fornisce servizi di spionaggio privato a società internazionali e “altre entità”.

Ha servito sotto Zohar Gorgel, “un ufficiale dei servizi d’informazione dell’IDF decorato con oltre un decennio di esperienza in vari ruoli informatici e tecnologici”. Insieme, hanno avuto l’idea di “promuovere l’applicazione e il miglioramento degli standard comunitari e delle politiche sull’incitamento all’odio nel panorama digitale per combattere l’antisemitismo in Rete”, così hanno lanciato CyberWell, “incoraggiati da colleghi e mentori”. Altrove, l’organizzazione impiega Yonathan Hezroni, “un ex analista e capo della squadra di analisti” nel Dipartimento di Ricerca Militare sull’analisi dei dati dell’IDF.

Dina Porat, storica principale di Yad Vashem, finanziato dall’entità sionista, che ha fortemente influenzato la definizione operativa dell’IHRA, viene nominata consulente di CyberWell. Lo stesso vale per il Maggiore Generale Amos Yadlin, un veterano di alto rango dell’IDF da 40 anni che un tempo guidava il servizio di spionaggio dell’IDF e in precedenza era addetto alla difesa negli Stati Uniti. Accanto a loro c’è il Tenente Colonnello Peter Lerner, Portavoce di lunga data dell’IDF. La sua posizione solleva gravi interrogativi sulle smentite da parte dell’organizzazione no-profit di qualsiasi legame con Voices of Israel.

I registri aziendali israeliani elencano Lerner come azionista e direttore di Keshet David. Come ha spiegato il presidente e fondatore di Voices of Israel, Micah Lakin Avni, in un’intervista al Times of Israel del dicembre 2018, Keshet David, inizialmente chiamato Scudo Informatico Israeliano (Israel Cyber ​​Shield), è il braccio di ricerca e investigazione della sua organizzazione finanziata dal governo israeliano, allora nota come Concert. Era diretto da Yossi Kuperwasser, ex direttore generale del Ministero degli Affari Strategici israeliano e capo ricercatore del servizio informazioni militare dell’IDF.

Israel Cyber ​​Shield suscitò significative polemiche pubbliche nel maggio di quell’anno dopo che si scoprì aveva compilato e fatto circolare un “dossier sporco” sulla prominente attivista BDS Linda Sarsour nel tentativo di screditarla e incoraggiare le università e altre organizzazioni a non invitarla come oratrice. Come ha riconosciuto Avni nella sua intervista, creare un ambiente ostile per gli attivisti e gli eventi solidali con la Palestina era proprio lo scopo fondante dell’unità:

“Se una persona pubblica un post pubblico su Facebook, e dice di essere un grande sostenitore di questa o quella organizzazione anti-israeliana, non solo, ma che domani organizzerà una manifestazione nella sua università, affinché tutto il mondo lo sappia, questa è un’informazione pubblica, quindi non c’è niente di sbagliato nell’essere a conoscenza di quel post e nell’assicurarsi che gli studenti ebrei in quell’università ne siano a conoscenza. Concert finanzia Keshet David e noi otteniamo tutte le informazioni”.

Affiatato

I legami profondi e coesi di CyberWell, anche se ben nascosti, con Voices of Israel e il governo israeliano non finiscono qui. Il rapporto annuale 2022 dell’organizzazione no-profit elenca il suo Direttore Finanziario come Sagi Balasha, il primo vero amministratore delegato di Voices of Israel quando l’operazione si chiamava ancora Concert. Ha assunto l’incarico dopo aver lasciato l’influente gruppo di pressione sionista, il Consiglio Israelo-Americano (Israele-American Council – IAC), proprio nel periodo in cui l’IAC ha donato migliaia di dollari all’iniziativa Keshet David con il suo vecchio nome, Israel Cyber ​​Shield.

Tornando al 2021, CyberWell è stata fondata con il nome Centro Globale di Ricerca sull’Antisemitismo (Global Antisemitism Research Center – Global ARC). Quasi immediatamente, l’organizzazione no-profit del tutto sconosciuta ha ricevuto una donazione congiunta di 30.000 dollari (27.540 euro) insieme a Keshet David dalla Fondazione Dirigenziale Merona, gestita da Gila Milstein, la moglie del ricco membro del consiglio di CyberWell Adam Milstein, che ha cofondato la IAC nel 2007 sotto l’espressa direzione dell’organizzazione israeliana. l’allora console generale a Los Angeles, Ehud Danoch.

Dal 2018 in poi, l’ex agente di polizia israeliano Eran Vasker è stato amministratore delegato di Keshet David. Allo stesso tempo, ha guidato Argyle Consulting, la società di spionaggio privata dove Tal-Or Cohen Montemayor e Zohar Gorgel si sono incontrati, e ha fondato CyberWell. Cohen Montemayor ha ammesso in un’intervista radio web (podcast) nel gennaio di quest’anno che, mentre era in azienda, ha “fornito analisi” al Ministero degli Affari Strategici israeliano, la stessa agenzia che ha fondato Voices of Israel. Arik Becker, membro del comitato di revisione di CyberWell, è un ex-allievo di Argyle.

Come scrivono Fang e Poulson, “In altre parole, l’amministratore delegato di CyberWell e due dei suoi membri del consiglio hanno lavorato in precedenza presso lo stesso ramo di intelligence privata di Voices of Israel, un direttore del ramo è un consulente di CyberWell, e amministratore delegato di Voices è diventato il capo dell’ufficio finanziario di CyberWell”. Come Poulson racconta:

“Questi gruppi sono così strettamente uniti che puoi arrivare alla stessa conclusione in dieci modi diversi. Queste iniziative sono sicuramente un’evoluzione del programma anti-BDS di lunga data di Israele”.

Per rendere questa rete micidiale ancora più oscura e incestuosa, CyberWell ha collaborato con il famigerato Act.IL (un servizio di rete sociale utilizzato dai sostenitori di Israele per opporsi ai “contenuti anti-israeliani” in Rete), che è strettamente associato allo IAC e al Ministero degli Affari Strategici israeliano. Quest’ultimo guida gli sforzi anti-BDS dell’entità sionista a livello globale. Il rapporto annuale 2022 di CyberWell ha rilevato che l’organizzazione no-profit “ha servito da fornitore di dati alla comunità di Act.IL, per il loro invito all’azione di fine anno sullo stato dell’antisemitismo in Rete”.

Con una svolta amara, è stato nel 2022 che Act.IL ha cessato le operazioni. Avendo segretamente per anni costretto gli attivisti sionisti a prendere di mira i boicottaggi, a giustificare l’oppressione e i massacri israeliani e a perseguitare in Rete i gruppi per i diritti umani e gli attivisti solidali con la Palestina sotto la falsa egida di una risposta organica e spontanea. La piattaforma chiuse improvvisamente senza molte spiegazioni. Ciò potrebbe essere stato innescato dalla Crociata dell’accademico canadese Michael Bueckert, che ha ampiamente denunciato Act.IL come un braccio della propaganda del governo israeliano fin dal primo giorno.

Retorica odiosa

Tuttavia, il pressante desiderio di CyberWell di dissociarsi dall’apparato di sicurezza e di spionaggio israeliano è senza dubbio motivato dal timore che l’organizzazione possa fare la fine dell’Act.IL se la sua vera natura fosse rivelata e ben nota. Naturalmente, sia i dirigenti di Argyle e CyberWell che Adam e Gila Milstein si sono rifiutati di rispondere a ulteriori richieste di commenti da parte di Fang e Poulson sulla loro relazione e sulla condivisione dei finanziamenti con l’iniziativa Keshet David.

Tuttavia, le origini di CyberWell nel governo israeliano si nascondono in bella vista. Nel febbraio 2021, il Ministero degli Affari Strategici di Tel Aviv e il Ministero degli Affari della Diaspora hanno redatto un rapporto: “Il Fattore Odio: Linee Guida Politiche per Combattere l’Antisemitismo in Rete”. Poco notato all’epoca, tra le strategie proposte, c’era lo sfruttamento dell’Intelligenza Artificiale, l’USP di CyberWell, per sradicare e neutralizzare gli utenti sulle piattaforme di social media che pubblicavano e condividevano contenuti critici nei confronti di Israele. Non è un caso che CyberWell sia stato lanciato mesi dopo.

“I nostri rapporti dimostrano dal punto di vista forense che CyberWell, l’organizzazione no-profit a difesa dell’IHRA, è una derivazione della più controversa iniziativa israeliana di raccolta di informazioni anti-BDS, Keshet David, che ha inoltre utilizzato Argyle Consulting Group come volto pubblico”, ha detto Poulson.

Il gioco delle carte aziendali continua, con Keshet che diventa il ramo di raccolta di informazioni della principale iniziativa di propaganda del governo israeliano, Voices of Israel. Il fatto che CyberWell abbia cancellato i suoi legami con i servizi di spionaggio dal suo sito web dopo che abbiamo scoperto come l’organizzazione no-profit sia nata da questa rete la dice lunga”.

È di vitale importanza che gli attivisti solidali con la Palestina facciano pressione su CyberWell e chiedano risposte alle domande che i suoi dirigenti ora ostacolano. Loro, e, ovviamente, gli spettrali attori in agguato dietro di loro, hanno chiaramente grandi progetti. Il 3 luglio, CyberWell ha diffuso uno studio dubbio su presunti post antisemiti relativi alle elezioni generali britanniche di quel mese. Sono stati specificamente citati contenuti critici nei confronti del sionismo dichiarato dell’attuale Primo Ministro Keir Starmer. Un comunicato stampa allegato dichiarava:

“Poiché quest’anno si terranno le elezioni in diversi Paesi, tra cui Regno Unito, Francia e Stati Uniti, CyberWell prevede che cospirazioni antisemite, accuse e retorica piena di odio continueranno ad aumentare in Rete e nel mondo reale. Sfortunatamente, una delle poche cose su cui partiti e schieramenti opposti hanno concordato nel corso della storia è l’uso di stereotipi antisemiti per incolpare l’altro dei fallimenti e dei danni percepiti”.

Possiamo aspettarci che “studi” simili circolino sulla scia di ogni elezione e incidente politico negli anni a venire a meno che le operazioni gestite dai servizi analitici israeliani di CyberWell non vengano interrotte rapidamente, e completamente.

Kit Klarenberg è un giornalista investigativo e collaboratore di MintPresss News che esplora il ruolo dei servizi segreti nel plasmare la politica e le percezioni. I suoi articoli sono apparsi su The Cradle, Declassified UK e The GrayZone.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org