Israele distrugge tutte le condizioni fondamentali per la vita nel Nord di Gaza, prende di mira i residenti, costringendo a un altro ciclo di sfollamenti

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Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 20 luglio 2024

Territorio Palestinese – L’esercito israeliano sta intensificando gli attacchi contro tutti gli aspetti e gli elementi fondamentali della vita nei governatorati di Gaza e di Gaza Nord, nel tentativo di renderli inabitabili e costringere i loro cittadini a evacuare nei governatorati meridionali.

Nel decimo mese del suo continuo Crimine di Genocidio, l’esercito israeliano sta intensificando i suoi attacchi con uccisioni di massa, fame, privazione di cure mediche, intimidazioni, arresti arbitrari, torture ed evacuazioni forzate.

Gli attacchi aerei israeliani contro la Striscia di Gaza si sono estesi fino a colpire aspetti sempre più basilari della vita quotidiana. Questi includono il prendere di mira direttamente i venditori presso i loro mercati, i centri di accesso a Internet e le aree in cui le persone si riuniscono, compresi i luoghi in cui le donne riempiono i contenitori d’acqua o preparano il cibo, oltre al continuo bombardamento di abitazioni e centri di accoglienza.

Bloccando ogni tentativo di ripristinare anche lo stretto necessario alla vita nei governatorati di Gaza e Gaza Nord, l’esercito israeliano sembra mirare a costringere i residenti a rispettare gli ordini che continua a emettere per evacuare tutti gli abitanti dei due governatorati.

Sabato 20 luglio, intorno alle 9 del mattino, l’esercito israeliano ha aperto il fuoco su diverse donne che stavano riempiendo contenitori d’acqua nei luoghi di distribuzione e cucinando nelle loro case. Noura Al-Sabbagh, 28 anni, è stata uccisa e molte altre persone sono rimaste ferite durante l’attacco, una delle quali era in condizioni critiche. L’attacco ha colpito il corridoio di un’abitazione nel quartiere di Zarqa, nel Nord di Gaza.

Saif Ali Al-Sabbagh ha raccontato: “All’improvviso abbiamo sentito il sibilo di un missile lanciato da un drone israeliano, che prendeva di mira le donne che erano nella casa e lavoravano alla preparazione del cibo senza preavviso. Noura Al-Sabbagh era in piedi vicino alla stufa quando i frammenti del missile l’hanno investita uccidendola all’istante. Le altre donne sono state portate all’Ospedale Al-Baptadi con ferite descritte dalle squadre mediche come moderate e gravi. Una delle donne ha riportato ferite gravi. Questo bombardamento del tutto inutile ci ha colto di sorpresa. L’area era ricoperta di schegge e del sangue delle donne colpite dal fuoco”.

Martedì 2 luglio, dieci palestinesi sono stati uccisi dai proiettili dell’artiglieria israeliana, tra cui un bambino e un disabile, mentre erano in fila per riempire contenitori d’acqua nel quartiere di Al-Zaytoun a Sud di Gaza.

Il trentaquattrenne Muhammad Khaled Al-Malahide ha raccontato l’accaduto: “Alle 11.30, mentre stavo uscendo di casa, ho visto un proiettile di artiglieria (sparato dai carri armati israeliani) cadere sulle persone, bambini e giovani, che facevano la fila per riempire le taniche d’acqua accanto alla Moschea Al-Shamaa, che fu distrutta dall’esercito israeliano all’inizio della guerra. Dopo l’esplosione, a terra c’erano corpi e contenitori d’acqua vuoti, e cominciammo a trasportare le vittime su carri trainati da animali all’Ospedale Battista”.

Al-Malahi continua: “Questa non era la prima volta che le persone si approvvigionavano di acqua nella zona di Shamaa. Da quando è iniziata la guerra, persone di tutte le età, uomini, donne e bambini, sono arrivate nell’area di Shamaa per rifornirsi d’acqua. Adiacente alle rovine della moschea si trova una stazione di rifornimento d’acqua con bancarelle di alimentari, caramelle e noci. È un quartiere movimentato, sempre affollato di persone e con un’alta concentrazione di sfollati, in particolare dopo la continua invasione israeliana del quartiere di Shujaiya”.

Martedì 26 giugno, l’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato l’uccisione di tre palestinesi, Jawad Ali Al-Zabut, 40 anni, suo figlio Ali, 18 anni, e Mahmoud Fouad Zahra in un attacco israeliano contro un gruppo di venditori nel centro di Gaza. Nell’attacco sono rimaste ferite altre quattro persone.

Dawoud Al-Zabut ha fornito le seguenti informazioni riguardo l’uccisione di Jawad e suo figlio: “Jawad e suo figlio uscivano ogni giorno per vendere nelle strade dove passano i residenti, come all’incrocio dove le famiglie si riuniscono a ovest di Gaza. Negli ultimi due mesi, Jawad ha gestito una piccola bancarella dove vendeva caramelle per aiutare la sua famiglia sfollata. Lui e suo figlio Ali erano sul posto di lavoro alle 8:30 quando un aereo da ricognizione ha lanciato un missile nella zona. L’impatto del missile li ha uccisi entrambi, mentre i figli di suo fratello sono rimasti feriti.

Alcuni giorni dopo aver designato come sicure rotte specifiche, per consentire alle persone di fuggire verso Sud senza essere soggette a ispezioni, le forze israeliane hanno inviato messaggi vocali ai residenti di questi due governatorati, chiedendo loro di evacuare a Sud della Valle di Gaza in mezzo agli attacchi aerei e bombardamenti di artiglieria in corso.

Nella testimonianza fornita, tuttavia, è stato rivelato che l’esercito israeliano segue le persone che si muovono attraverso i passaggi designati su Salah al-Din Road e Al-Rashid Street a Gaza utilizzando apparecchiature di monitoraggio elettronico.

Secondo un testimone oculare anonimo, l’esercito israeliano ha attrezzato un corridoio di fuga con dispositivi di monitoraggio. Le forze israeliane erano schierate a diversi metri di distanza, e i soldati autorizzavano chi poteva passare accendendo una luce verde per avanzare o una luce rossa per fermarsi e non esporsi al fuoco diretto.

Il testimone ha visto i corpi senza vita di numerosi sfollati con ferite da arma da fuoco durante il tentativo di evacuazione. Tra loro c’era un uomo su un carro trainato da animali; un bulldozer militare è intervenuta per spostare sia l’uomo che il carro dalla zona.

L’esercito israeliano, che la settimana scorsa ha intensificato i bombardamenti aerei sulla zona e ha lanciato decine di incursioni che hanno provocato la morte di oltre 160 persone, la maggior parte delle quali donne e bambini, ha dato ordine ai residenti di trasferirsi nel centro della Striscia di Gaza, tra cui un numero considerevole di sfollati.

Israele intende sterminare la popolazione della Striscia di Gaza mediante la fame e l’omicidio, nonché la distruzione di tutti gli elementi fondamentali dell’esistenza. Ciò include l’attacco al quartier generale delle Nazioni Unite e ai suoi rifugi e il compimento di omicidi di massa lì, che sono tutti indiscutibilmente Crimini Internazionali.

Prendendo di mira le scuole dell’UNRWA che fungono da centri di accoglienza, le tattiche di bombardamento israeliane dimostrano una deliberata intenzione di impedire la sicurezza in tutta la Striscia di Gaza e di negare sicurezza o riparo ai palestinesi sfollati, anche se quel rifugio è solo temporaneo.

Secondo l’UNRWA, Israele ha bombardato 190 delle strutture dell’Agenzia nella Striscia di Gaza, più della metà, alcune delle quali più di una volta dall’inizio della Campagna Genocida. Di conseguenza, migliaia di civili palestinesi sono stati uccisi e feriti mentre cercavano rifugio.

Secondo le stime delle Nazioni Unite, 1,9 milioni di persone nell’enclave devastata dalla guerra sono sfollate interne, comprese alcune che sono state sfollate fino a nove o dieci volte. Gli ordini di evacuazione di Israele, i danni diffusi alle infrastrutture pubbliche e private, le restrizioni all’accesso ai servizi essenziali e la continua violenza israeliana costituiscono le principali cause delle ondate di sfollamenti di massa.

Alla luce di questi fatti, tutte le nazioni devono adempiere ai propri obblighi internazionali adottando forti sanzioni contro Israele e interrompendo ogni sostegno e cooperazione politica, finanziaria e militare. Ciò dovrebbe includere l’immediata sospensione dei trasferimenti di armi a Israele, compresi i permessi di esportazione e gli aiuti militari; altrimenti, queste nazioni saranno ritenute responsabili dei Crimini commessi nella Striscia di Gaza, compreso il Crimine di Genocidio.

Inoltre, la responsabilità deve essere stabilita a livello locale, regionale e globale. Lavorare diligentemente e in modo cooperativo per aprire la strada alla giurisdizione universale consentirà ai tribunali nazionali di ritenere responsabili gli autori di Crimini contro i civili palestinesi.

Inoltre, la Corte Penale Internazionale deve continuare a indagare su tutti i Crimini commessi da Israele nella Striscia di Gaza; ampliare le indagini sulla responsabilità penale di tutte le parti, compreso il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il Ministro della Difesa Yoav Galant, al fine di individuare tutti gli autori responsabili; emettere mandati di arresto per i responsabili; e riconoscere e affrontare i Crimini di Israele nella Striscia come Crimini Internazionali che ricadono sotto il controllo della Corte Penale Internazionale e sono chiaramente Crimini di Genocidio.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org