Chi sono i drusi siriani di Majdal Shams?

Dopo che un missile ha colpito una città sulle Alture del Golan siriane Occupate da Israele, uccidendo 12 bambini e giovani, i membri della comunità drusa locale hanno cacciato i politici israeliani dal funerale. Per capirne il motivo, guardiamo indietro alla storia di questa comunità minoritaria e alla sua Resistenza al Colonialismo Israeliano.

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Di Qassam Muaddi – 30 luglio 2024

Immagine di copertina: Cartello che mostra la distanza da Damasco e un soldato sul Monte Bental nel Golan Occupato, da cui si vede la Siria. (AP Photo/Tsafrir Abayov Via Oxfam )

La morte di 12 bambini nella città di Majdal Shams, nelle Alture del Golan siriane Occupate il 27 luglio ha messo Hezbollah e Israele ancora una volta sull’orlo di uno scontro più ampio. Dopo l’attacco, Israele ha annunciato che l’esplosione che ha ucciso i 12 bambini è stata provocata da un razzo di fabbricazione iraniana, lanciato da Hezbollah. Il gruppo libanese ha negato l’accusa e ha affermato che l’esplosione è stata causata da un malfunzionamento di un missile lanciato dal sistema di difesa Iron Dome israeliano.

Benjamin Netanyahu, che ha interrotto la sua visita negli Stati Uniti per tornare a Tel Aviv dopo la notizia, ha promesso una dura ritorsione contro il Libano. Hezbollah da parte sua ha affermato che qualsiasi attacco israeliano al Libano riceverà una risposta proporzionata.

Tuttavia, martedì 30 luglio è stata segnalata un’esplosione nel cuore di Beirut, presumibilmente conseguenza di un attacco israeliano. E ancora una volta, la minaccia incombente di uno scontro regionale è diventata sempre più pronunciata.

Al centro di questa intensificazione e del successivo teatrino israeliano ci sono i residenti di Majdal Shams, che hanno pianto i loro figli in un imponente funerale, che è stato rovinato dalla presenza di politici israeliani come il Primo Ministro Netanyahu e il Ministro delle Finanze di estrema destra Bezalel Smotrich. Netanyahu ha parlato ai media, condannando l’attacco che ha ucciso “cittadini israeliani”, riferendosi ai defunti come “nostri figli”. Ma contrariamente al tentativo di Netanyahu di dipingere l’attacco come un attacco a Israele, lui e Smotrich sono stati accolti con indignazione da centinaia di persone in lutto arrabbiate che hanno cacciato i politici, chiamandoli “assassini” e altre imprecazioni mentre se ne andavano.

Nei principali media internazionali, la gente di Majdal Shams è stata definita in molti modi, da “arabi drusi” a “israeliani drusi”, e la loro città è stata definita sia dai media che dai politici israeliani semplicemente come un’altra città “israeliana”. Similmente al riferimento di Netanyahu ai “nostri figli”, questi titoli e designazioni oscurano l’identità nazionale del popolo druso che vive nelle Alture del Golan Occupato e la loro realtà politica.

L’uccisione di sabato dei 12 bambini siriani nel Golan ha riportato la popolazione del Golan e le autorità israeliane allo scontro, dopo il tentativo di Israele di manipolare la tragedia per alimentare un ulteriore confronto con Hezbollah. Non solo descrivendo le vittime come cittadini israeliani, il che è storicamente, politicamente e di fatto falso, ma anche attraverso la presenza personale di Netanyahu e Smotrich a Majdal Shams. Decine di siriani hanno protestato davanti all’edificio dove Netanyahu ha incontrato esponenti locali e ha rilasciato dichiarazioni e minacce al Libano. “Vuoi usare i drusi adesso, vuoi usare i nostri figli, sei un bugiardo e nessuno al mondo ti crede”, ha gridato un manifestante a Netanyahu al suo arrivo.

L’episodio è l’ultimo di una lunga storia di tentativi israeliani di sfruttare il popolo siriano del Golan, e la comunità drusa, e la loro Resistenza ad esso, mantenendo la propria identità. Questa volta, i siriani del Golan si trovano al centro di una guerra regionale più ampia, dove la loro causa particolare sembrava essere stata dimenticata.

Chi sono dunque i drusi che vivono nelle Alture di Golan Occupate? E perché è importante comprendere le loro origini nel contesto della recrudescenza in corso tra Israele e Libano?

Lotta per l’identità

Martedì, in un’intervista al canale satellitare egiziano al-Mashhad, un anziano della comunità drusa di Majdal Shams, Sheikh Ezzat Al-Safadi, ha affermato che la comunità non ha prove e non ha mezzi per verificare se l’esplosione che ha ucciso i giovani della città è stata causata da un razzo di Hezbollah. In risposta alla domanda dell’intervistatore se la comunità si sentisse più vicina a Israele o alla Siria, Sheikh Al-Safadi ha risposto: “La nostra identità nazionale non è più vicina a una parte o all’altra, ma è un dato di fatto; siamo arabi siriani”.

Il popolo druso è un gruppo etnoreligioso minoritario arabo e di lingua araba, che vive principalmente in Siria, Libano, Giordania e Palestina Storica. Aderiscono alla fede drusa, che si ispira ai principi delle fedi abramitiche e monoteistiche, nonché alla fede nella reincarnazione e nell’eternità dell’anima.

Le Alture del Golan sono state Occupate da Israele nella guerra del 1967, insieme ai Territori Palestinesi della Cisgiordania, di Gerusalemme Est e della Striscia di Gaza. La Siria liberò una striscia del territorio delle Alture del Golan nella guerra del 1973 e firmò un armistizio con Israele alla fine del conflitto, che lasciò la parte più ampia e strategica del Golan nelle mani di Israele, compreso Majdal Shams. Da allora, le famiglie siriane su entrambi i lati della linea dell’armistizio sono state separate, comunicando per anni attraverso gli altoparlanti da un lato all’altro della zona cuscinetto.

Nel 1981, Israele approvò la “Legge Golan” che annetteva le Alture del Golan Occupate e le rendeva ufficialmente parte di Israele. L’iniziativa è stata considerata illegale dall’intera comunità internazionale, compresi gli Stati Uniti, fino a quando Donald Trump non ha riconosciuto unilateralmente la sovranità di Israele sul Golan nel 2019.

Un anno prima dell’annessione, Israele ha modificato la sua legge sulla nazionalità, che determina, tra le altre cose, chi ha diritto alla cittadinanza israeliana e ai diritti nazionali, ed esclude in particolare milioni di palestinesi sotto il controllo israeliano, per includere i siriani del Golan, che storicamente hanno hanno rifiutato a stragrande maggioranza la cittadinanza israeliana. Nel marzo del 1980, circa 6000 persone provenienti da tutte le Alture del Golan Occupate si riunirono in un incontro di massa a Majdal Shams, dove i partecipanti decisero di imporre una scomunica sociale e religiosa a chiunque accettasse la nazionalità israeliana.

Fino ad oggi, la stragrande maggioranza della popolazione del Golan non ha acquisito la cittadinanza israeliana e continua ad essere “residente permanente” secondo la legge israeliana. Al centro della lotta per la cittadinanza c’è sempre stata la lotta per il servizio militare obbligatorio nell’esercito israeliano, che Israele ha cercato di imporre alla popolazione del Golan così come lo ha imposto alla comunità drusa palestinese, attraverso “patti di sangue” con le loro leader religiosi dopo la Nakba, in cambio di benefici. Ad oggi, i siriani del Golan non prestano servizio nell’esercito israeliano.

Lotta per la terra

Mentre Israele offriva la propria cittadinanza ai siriani del Golan, colonizzava la loro terra. Durante e nel periodo immediatamente successivo alla guerra del 1967, circa 138.000 siriani furono costretti a fuggire in territorio siriano e non gli fu permesso di ritornare. Coloro che sono rimasti nelle loro terre hanno vissuto in sei città; Masada, Baqaatha, Ain Qenya, Sahita, al-Ghajar e la più grande è Majdal Shams. Nel 1967, gli abitanti delle sei città possedevano oltre 100.000 dunam/km2 di terra. Nel corso degli anni, Israele ha confiscato circa il 56% della loro terra, trasformandola in riserve naturali e zone militari e costruendo circa 45 insediamenti, dove oggi vivono stabilmente circa 29.000 israeliani, quasi pari ai 29.000 abitanti autoctoni arabo-siriani.

La Resistenza della popolazione del Golan è continuata fino agli ultimi anni. Ad ogni tornata elettorale, i siriani del Golan organizzano campagne di boicottaggio delle elezioni municipali, alle quali hanno diritto in quanto “residenti permanenti”. Nel 2019, alcuni media hanno riferito di seggi elettorali vuoti nelle sei città, mentre centinaia di manifestanti si sono radunati fuori dai seggi elettorali, brandendo bandiere siriane e bandiere a strisce colorate distintive della comunità drusa, esprimendo il loro rifiuto di tutti i candidati. In precedenza, gli anziani della comunità avevano lanciato un avvertimento di scomunicare e boicottare chiunque esprimesse un voto.

Nel giugno dello scorso anno, i siriani del Golan Occupato hanno organizzato proteste di massa per respingere un progetto israeliano di installare parchi eolici nelle loro terre. Le proteste si sono trasformate in violenti scontri tra la polizia israeliana e i manifestanti, in cui sono rimasti feriti quattro manifestanti e 12 agenti di polizia israeliani. La realizzazione del progetto è stata approvata nonostante le proteste.

Mentre la causa del Golan e della sua gente riemerge nel mezzo dell’attuale guerra, per ricordare la questione centrale del conflitto decennale che oggi infiamma la regione, da Gaza al Libano; una lotta per la terra, l’identità e l’esistenza di tutti i popoli indigeni della regione, di fronte al Colonialismo Sionista.

Qassam Muaddi è il redattore di Mondoweiss in Palestina.

Traduzione di Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org