Gaza: Un numero crescente di malati e feriti sta morendo a causa del blocco israeliano e delle restrizioni all’ingresso delle forniture mediche

Ogni giorno vengono segnalate decine di decessi di pazienti, compresi anziani, la maggior parte dei quali è il risultato di cure mediche, farmaci o trattamenti inadeguati

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Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 5 agosto 2024
Immagine di copertina: Ishaq Nael Mushtaha, 29 anni, della Striscia di Gaza, è morto il 3 agosto 2024, dopo aver sofferto di morbo di Crohn e malnutrizione

Territorio Palestinese – Dopo 10 mesi di distruzione sistematica e diffusa del settore sanitario e di imposizione di un blocco illegale, Israele continua a impedire deliberatamente l’ingresso di forniture mediche, compresi dispositivi medici e medicinali essenziali, nella Striscia di Gaza, provocando un alto numero di morti.

Ora più che mai, è necessaria un’azione immediata per revocare il blocco israeliano sulla Striscia, portare forniture mediche per salvare la vita delle persone malate e ferite, garantire il diritto di viaggiare a chi ha bisogno di cure critiche e portare le forniture necessarie per ricostruire immediatamente il sistema sanitario e garantirne la sicurezza dagli attacchi israeliani.

L’Osservatorio Euro-Mediterraneo riceve decine di denunce quotidiane da parte di palestinesi che cercano di viaggiare per trattamenti salvavita al di fuori della Striscia di Gaza a causa della mancanza di cure, medicinali e dispositivi medici adeguati, poiché la maggior parte degli ospedali è fuori servizio a causa del blocco israeliano in corso e agli attacchi diretti.

Dopo il ridispiegamento delle sue forze militari e la distruzione di gran parte di esso lo scorso maggio, Israele ha chiuso il Valico di Rafah con l’Egitto, l’unica via di viaggio nella Striscia di Gaza dall’inizio del Genocidio dei palestinesi in corso da parte di Israele. La chiusura ha impedito a migliaia di malati e feriti di viaggiare per ricevere cure, provocando finora la morte di centinaia di persone.

Le ultime statistiche del Ministero della Sanità palestinese a Gaza indicano che più di 12.000 feriti e 14.000 pazienti malati hanno urgente bisogno di viaggiare per cure, sottolineando che questi fanno parte delle decine di migliaia che hanno un disperato bisogno di completare trattamenti o ricevere servizi terapeutici e riabilitativi essenziali che non sono più disponibili nella Striscia di Gaza.

Ogni giorno vengono segnalate decine di decessi di pazienti, compresi anziani, la maggior parte dei quali è il risultato di cure mediche, farmaci o trattamenti inadeguati. Inoltre questi individui non sono formalmente inclusi nell’elenco ufficiale delle persone uccise dal Genocidio in atto da parte di Israele.

I dati del Ministero della Sanità mostrano che il tasso di mortalità nella Striscia di Gaza è aumentato significativamente negli ultimi mesi rispetto allo stesso periodo degli ultimi due anni. È stata notata anche una correlazione tra l’aumento dei decessi, gli ospedali non più operativi e il collasso del sistema sanitario a causa del sistematico attacco e blocco israeliano.

Il ventinovenne palestinese Ishaq Nael Mushtaha è morto sabato 3 agosto a causa della malnutrizione e dell’impossibilità di viaggiare per le cure.

Il fratello del paziente deceduto, Mohammed Nael Mushtaha, aveva precedentemente chiesto, in una dichiarazione rilasciata al personale dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo, che al fratello fosse permesso di viaggiare per cure, affermando che Ishaq soffriva del morbo di Crohn e accusava sintomi come forti coliche e mal di stomaco prima del Genocidio in corso nella Striscia di Gaza. La malattia peggiorò all’inizio del Genocidio. Il 2 maggio Ishaq è stato sottoposto a un’operazione intestinale che ha comportato l’asportazione di 30 centimetri di intestino e una perdita di peso da 75 a 39 chilogrammi. Le richieste di Mushtaha di viaggiare per cure mediche sono state respinte, a causa della chiusura del Valico di Rafah, fino alla sua recente morte.

L’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha ricevuto numerose altre denunce relative alla sofferenza dei pazienti o delle loro famiglie a causa di cure inadeguate. Una di queste denunce proveniva dalla madre di un bambino di due anni e mezzo del Nord di Gaza di nome Youssef Basil Al-Adham. La madre di Youssef ha detto che suo figlio era rimasto ferito nel bombardamento israeliano di una casa ed era uscito dalle macerie con paralisi cerebrale. Ora soffre di malnutrizione e ulcere sul corpo. Sebbene Youssef abbia subito numerosi interventi chirurgici nel tentativo di salvarlo, l’attacco militare gli ha reso impossibile ricevere le cure adeguate. “Secondo quanto mi ha detto il medico, mio ​​figlio ha bisogno di recarsi all’estero per farsi curare in modo che io possa vederlo di nuovo in grado di sedersi”, ha detto la madre di Youssef, “Ma nonostante si sia registrato per un trasferimento all’estero, la traversata è chiusa e lui non può viaggiare”.

Migliaia di malati di cancro, nel frattempo, si trovano ad affrontare gravi sofferenze e sono a rischio di morte a causa della mancanza di cure e dell’urgente necessità di viaggiare per ricevere la terapia chemioterapica.

Maysaa Alian Kamel Aliwa, una paziente oncologica che è stata privata delle cure mediche a causa del Genocidio in corso, ha dichiarato: “Sono malata di cancro dal 2018. Oltre ai bombardamenti israeliani, un’altra sfida che abbiamo dovuto affrontare durante la guerra, è stata quella di procurarci l’acqua perché scarseggia e richiede un viaggio in una località lontana. Ho sofferto per sfollamenti forzati e bombardamenti, abbiamo dovuto passare notti sotto i colpi dell’artiglieria e dei bombardamenti aerei. Siamo stati miracolosamente risparmiati da morte certa quando un’area dietro di noi è stata bombardata, ma siamo stati costretti a evacuare a Khan Yunis senza avere accesso nemmeno ai beni di prima necessità come cibo e acqua. Durante quel periodo non avevo accesso a cure o trattamenti di controllo, quindi per andare avanti usavo antidolorifici di base inefficaci. Gli ospedali erano lontani e, a causa del collasso del sistema sanitario, non potevamo ricevere le cure mediche essenziali. Mi sento ogni giorno più vicina alla morte”.

Anche la madre di Abdullah Muhammad Akrim, di nove anni, ha dichiarato: “Dopo che la nostra casa nel Nord di Gaza è stata bombardata, siamo stati costretti a evacuare in una scuola. Quando mio figlio si è ammalato improvvisamente, lo abbiamo portato all’Ospedale Kamal Adwan, l’unico ospedale nel Nord di Gaza che era ancora aperto in un momento in cui il sistema sanitario era al collasso. Dopo tre giorni di terapia intensiva, i medici stabilirono che aveva un’insufficienza renale e necessitava di dialisi. Do la colpa di ciò alla sua dipendenza per mesi dal cibo in scatola e alla sua carenza di minerali e vitamine, che non sono disponibili nel Nord di Gaza a causa della mancanza di prodotti, cibo, cure mediche e integratori”.

Un pediatra del l’Ospedale Kamal Adwan, Saher Nasr, ha detto che la mancanza di nutrimento e l’indebolimento del sistema immunitario hanno causato un aumento dei casi di malattie tra i bambini nel Nord di Gaza negli ultimi giorni: “Molte malattie della pelle si sono diffuse tra i bambini durante la guerra, della maggior parte dei quali non avevamo registrato casi precedenti. La maggior parte di queste malattie sono causate da batteri, virus e funghi, che colpiscono solo le persone con un sistema immunitario indebolito. A causa del sovraffollamento dei centri di accoglienza, della scarsa igiene, delle riserve idriche contaminate e di una dieta ricca di alimenti trasformati e povera di proteine, le persone stanno diventando sempre più suscettibili a queste malattie. Ciò ha causato un ritardo nella guarigione delle ferite e la comparsa di infezioni in esse, e il trattamento non è attualmente disponibile sotto forma di unguenti o antibiotici. Noi in ospedale stiamo affrontando i sintomi senza essere in grado di curare o controllare la malattia. Se la situazione attuale continua così, i numeri aumenteranno ancora di più e vedremo casi più gravi”.

Mentre l’esercito israeliano ha demolito e reso inutilizzabili la maggior parte degli ospedali e delle strutture mediche della Striscia di Gaza, l’assedio illegale e la chiusura dei valichi ancora in atto sono un’ulteriore prova dell’intenzione di Israele di condannare deliberatamente a morte un gran numero di pazienti e persone ferite.

Israele sta commettendo un Genocidio nella striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023. I suoi attacchi si sono concentrati principalmente sulla distruzione di ospedali, strutture mediche e mezzi di trasporto; impedire l’ingresso di medicinali e attrezzature mediche; e arrestare o uccidere il personale medico. Queste azioni, privando intenzionalmente le persone di cibo, medicine e altri beni necessari per la sopravvivenza, stanno lentamente uccidendo coloro che non sono stati uccisi direttamente dagli attacchi militari.

La distruzione del settore sanitario della Striscia da parte di Israele è un pilastro fondamentale del piano mirato e sistematico, e su larga scala che ha attuato per annientare la vita dei palestinesi nella Striscia di Gaza ed eliminarli completamente, trasformando la loro Patria in un luogo inabitabile privo di strutture vitali. Attraverso i suoi Crimini integrati, il più pericoloso dei quali è il deliberato e diffuso attacco al settore sanitario, che Israele intende annientare completamente, portandolo al punto di non ritorno, Israele sta privando i palestinesi di ogni opportunità di sopravvivenza, recupero, rifugio e persino della vita stessa.

Inoltre, dato che questi atti fanno parte del più ampio e sistematico attacco militare israeliano contro la popolazione civile nella Striscia di Gaza, anche i Crimini di Israele contro ospedali e individui protetti, come i malati e i feriti, si qualificano come Crimini contro l’Umanità e veri e propri Crimini di Guerra.

Violando i principi di distinzione, proporzionalità e necessità militare, ovvero rifiutando di prendere le precauzioni necessarie per proteggere i civili e i beni civili, l’esercito israeliano viola il Diritto Internazionale Umanitario e, in particolare, le protezioni speciali di cui godono gli ospedali civili e il personale medico. Israele rifiuta palesemente di riconoscere la protezione legale di cui godono i civili, sia che lavorino in qualità di medico o meno, e continua a prendere di mira i feriti e i malati in modo flagrante, individui che sono presumibilmente protetti agli occhi del Diritto Internazionale, sia che si tratti di civili o combattenti.

È necessario un rapido intervento internazionale per porre fine al Crimine di Genocidio di Israele; revocare l’assedio illegale alla Striscia di Gaza; consentire l’ingresso nell’enclave di prodotti alimentari e non alimentari, nonché di aiuti medici salvavita; ricostruire immediatamente il settore sanitario; istituire ospedali da campo nella parte settentrionale della Striscia; fare pressione su Israele affinché interrompa i suoi attacchi sistematici contro gli ospedali che sono stati resi inutilizzabili e garantisca la sicurezza del personale medico, dei pazienti malati e feriti e degli sfollati all’interno; consentire a chiunque ne abbia bisogno di ricevere cure salvavita; e facilitare il trasferimento di migliaia di casi di emergenza per cure mediche all’estero.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org