La Grande Bugia che Israele vende al mondo: ma l’unico acquirente è Israele

Condanniamo le grandi bugie dei tiranni del passato in Europa, ma noi (israeliani) ci raccontiamo volentieri una Grande Bugia, la diffondiamo e la riaffermiamo ancora e ancora: “Non stiamo conducendo un’Occupazione”.

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Di David Ricci – 6 agosto 2024

Il mese scorso, la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja ha stabilito che l’Occupazione dei Territori da parte di Israele, compresa la creazione di insediamenti, viola il Diritto Internazionale. In risposta, il Primo Ministro Netanyahu ha annunciato che “il popolo ebraico non è occupante nella sua terra” e che “nessuna decisione menzognera dell’Aja distorcerà questa verità storica”.

Questa risposta continua a rafforzare una “Grande Bugia”, una bugia così rozza che gli ascoltatori ci credono. La persona che coniò l’espressione fu proprio Hitler: “Nella Grande Bugia c’è sempre una certa forza di credibilità”, ha scritto nel suo libro Mein Kampf, “perché le masse sono la gente comune, esse cadono più facilmente vittime della Grande Bugia” che della piccola bugia, poiché essi stessi spesso dicono piccole bugie su piccole cose, ma si vergognerebbero di ricorrere a grandi falsità”.

Naturalmente, condanniamo le grandi bugie raccontate dai dittatori del passato in Europa, come Hitler, Stalin, Mussolini o Franco, e respingiamo anche quelle raccontate oggi da bugiardi moderni come Putin, Orban o Trump, che ha incoraggiato i suoi sostenitori a irrompere nel Campidoglio nel 2021, sostenendo che la vittoria alle elezioni presidenziali gli era stata “rubata”.

Tuttavia, molti di noi in Israele volentieri ci raccontano una Grande Bugia, la diffondono ad altri e poi la sentiamo ripetere da mentitori seriali come Netanyahu, che sotto questo aspetto non è un pensatore creativo che cerca di creare una pericolosa comunità di credenti, ma una sorta di autostoppista, che salta sul carro di una maggioranza esistente che già crede alla bugia. Questa Grande Bugia è: “Non stiamo conducendo un’Occupazione”.

È vero, definire “Grande Bugia” ciò che ci raccontiamo è un modo spiacevole per descrivere il fatto che non vogliamo parlare del danno che stiamo arrecando ai palestinesi. Ma forse dovremmo iniziare a chiamarlo così per scioccarci in un modo che ci faccia, in primo luogo, vedere ciò che preferiamo ignorare e, secondo, affrontare le enormi implicazioni di questo disprezzo per la politica nazionale di Israele, e forse il suo destino.

Riaffermiamo questa bugia ripetendola ancora e ancora, ad esempio come Netanyahu in risposta all’Aja; o ignorando l’Occupazione nel contesto pubblico, come se credessimo che se non ne parliamo, non esiste.

Nel 2022, coloni come Smotrich, Ben-Gvir, Rothman e Strook hanno ancorato la Grande Bugia nei principi guida del governo affermando che “il popolo ebraico ha un diritto esclusivo e incontestabile a tutte le aree della Terra di Israele”, il che significa che i Territori ci appartengono per decreto divino, quindi non c’è Occupazione, Colonialismo, Apartheid, Oppressione e, più recentemente, Crimini di Guerra.

Dal 7 ottobre, la conseguenza principale della nostra Grande Bugia è stata l’affermazione che stiamo conducendo una “guerra esistenziale” contro Hamas, una seconda guerra d’indipendenza contro i nemici giurati che hanno cercato di annientarci in quell’orribile sabato, e che ci riproveranno se non li cancelliamo completamente.

Ma la verità è che questi nemici ci hanno attaccato per inserire nell’agenda globale l’Occupazione che dura da 56 anni, e noi abbiamo risposto non per impedire l’annientamento dello Stato d’Israele, ma per preservare questa Occupazione.

Una conseguenza di ciò è che molti di noi non capiscono perché siamo percepiti come reietti. Ad esempio, perché tutti questi studenti protestano contro di noi? Non capiscono i fatti, che non abbiamo fatto nulla di sbagliato (dopo tutto, non esiste l’Occupazione) e che stiamo semplicemente esercitando il nostro diritto sovrano all’autodifesa? Dopotutto, anche l’ONU dice che l’autodifesa è legittima, giusto?

In questa battaglia tra Gerusalemme e il resto del mondo, diamo per scontato che gli studenti filo-palestinesi siano per lo più stupidi e ingenui, forse addirittura antisemiti. Non ci rendiamo conto che molti di loro semplicemente riconoscono la nostra Grande Bugia nazionale come una bugia e capiscono che stiamo attaccando e bombardando non per continuare ad esistere come Stato Ebraico, ma per continuare l’Occupazione.

In altre parole, non vediamo la nostra cecità, e concludiamo che probabilmente c’è qualcosa che non va in questi studenti. Questo è il classico modo di rispondere sparando al messaggero; in questo caso, poiché immaginano qualcosa che non esiste nemmeno nella realtà, hanno l’allucinazione che esista un’Occupazione.

La nostra più grande giustificazione per questo è ciò che chiamiamo conflitto. Se non c’è Occupazione ma c’è un “conflitto”, possiamo attribuire i risultati dell’Occupazione, che possono sembrare offensivi ad alcuni stranieri, a questo “conflitto”, in cui siamo costantemente minacciati da palestinesi aggressivi e dobbiamo prendere provvedimenti per mantenere non l’Occupazione, ma “legge e ordine” nei “Territori”.

Ma da dove nasce questo conflitto? Come abbiamo trovato un “conflitto” in una situazione in cui, nel 1967, siamo andati in guerra contro l’esercito giordano in Cisgiordania, abbiamo vinto questa guerra e alla fine siamo rimasti, arroccati sulle terre di persone che non avevano combattuto contro di noi?

Che tipo di “conflitto” abbiamo con queste persone? Cosa hanno fatto per giustificare il fatto che, 55 anni dopo la guerra, a cui hanno assistito da bordo campo, noi continuiamo a detenere, cioè a Occupare, le loro terre con la forza, al punto che ora, dal momento che in qualche modo hanno “litigato” con noi, devono accettare di negoziare con noi e di darci almeno una parte della loro terra, prima che gli consentiamo di tornare a casa?

Poiché non poniamo tali domande, rimaniamo confusi quando i palestinesi si rifiutano di darci parte della loro terra, ad esempio a Gerusalemme Est. Quindi inseriamo questo fatto nel nostro vocabolario e continuiamo, a nostro avviso, con la “gestione del conflitto”, e non con l’Occupazione, che non esiste affatto.

Per quanto ci riguarda, la linea di fondo è che stiamo combattendo una guerra che non è in realtà una “guerra” ma una “attività di polizia”, come quella svolta dagli inglesi per reprimere le rivolte durante il periodo del Mandato Britannico; Ciò spiega, almeno in parte, perché il nostro governo ha finora rifiutato il cessate il fuoco anche in cambio della restituzione di alcuni o tutti gli ostaggi. Le guerre a volte finiscono con un cessate il fuoco. La nostra Guerra d’Indipendenza, ad esempio, finì in questo modo nel 1949. Ma nel caso presente, dice il governo, la “guerra” non si fermerà finché non otterremo la “vittoria totale”.

Anche quando Biden ci offre una mappa dei Due Stati con cui possiamo uscire da questo “conflitto”, Netanyahu, Galant, Lieberman, Sa’ar, Gantz e ovviamente Ben-Gvir e Smotrich parlano di continuare i combattimenti e i bombardamenti, finché Hamas non potrà più perseguitarci. O, in altre parole, finché il nostro “potere deterrente” non crescerà a tal punto che né Hamas né nessun altro gruppo di “attaccanti” palestinesi potranno sfidare nuovamente l’Occupazione.

Per loro, e per noi israeliani che vendiamo e compriamo questa Bugia, questo è ciò che ha dato origine al 7 ottobre. Non l’esistenza dell’Occupazione, ma l’incapacità di creare una deterrenza sufficiente per mantenere Hamas al suo posto. E questo, dicono i grandi bugiardi, è ciò che possiamo risolvere adesso.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org