Il volto più sanguinoso del suo Genocidio: Israele ha ucciso 2.100 neonati e bambini piccoli palestinesi a Gaza

I bambini di Gaza sono diventati obiettivi primari, diretti e deliberati dell’esercito israeliano e sono stati persino sottoposti a uccisioni premeditate ed esecuzioni dirette.

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Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 14 agosto 2024

Immagine di copertina: Una donna palestinese trasporta il corpo avvolto in un sudario del suo bambino ucciso in un attacco israeliano a Rafah, nel Sud di Gaza, il 19 dicembre. Abed Rahim Khatib (DPA)

Territorio Palestinese – L’esercito israeliano ha ucciso 2.100 neonati e bambini piccoli palestinesi di età inferiore ai due anni, su circa 17.000 bambini uccisi nella Striscia di Gaza dall’inizio del suo Genocidio il 7 ottobre 2023.

Il numero di bambini palestinesi, neonati o bambini in generale, uccisi dall’esercito israeliano è terrificante e il tasso delle loro uccisioni non ha precedenti nella storia delle guerre moderne. Rappresenta anche una pericolosa tendenza basata sulla Disumanizzazione dei palestinesi nella Striscia di Gaza. L’esercito israeliano prende di mira i palestinesi e i loro bambini ogni giorno, metodicamente e ampiamente nei modi più atroci e brutali possibili, e praticamente senza sosta da 10 mesi consecutivi.

A causa dei bombardamenti israeliani di case, edifici, quartieri residenziali, centri di accoglienza e tende per sfollati, molti bambini hanno subito mutilazioni da esplosione e perso gli arti. Questa è una flagrante violazione delle regole di distinzione, proporzionalità, necessità militare, ovvero l’obbligo legale e morale di prendere le precauzioni necessarie per ridurre al minimo le morti di civili e bambini.

La squadra sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato oggi, martedì 13 agosto, l’uccisione dei gemelli di quattro giorni Aser e Aysal Muhammad Abu al-Qumsan. I gemelli sono stati uccisi questa mattina, insieme alla madre Juman e alla nonna, in un bombardamento israeliano che ha preso di mira un appartamento residenziale a Deir al-Balah nella Striscia di Gaza centrale.

Dopo aver lasciato l’appartamento per ottenere un certificato di nascita per i suoi due neonati, il padre è tornato per scoprire che tutti i membri della sua famiglia, inclusa la nonna dei gemelli, erano stati uccisi in un attacco israeliano all’edificio.

Nonostante le sue avanzate capacità tecnologiche, l’esercito israeliano prende di mira case e centri di accoglienza sapendo benissimo che ospitano civili, tra cui donne e bambini. Tuttavia, bombarda questi obiettivi con bombe e missili altamente distruttivi, con l’obiettivo di causare il maggior numero possibile di morti e feriti gravi tra i civili. Ciò è dimostrato dal sistematico, diffuso e ripetuto attacco dell’esercito israeliano ai civili nella Striscia di Gaza, nonché dal suo uso di armi altamente distruttive e indiscriminate, in particolare contro aree civili densamente popolate.

Il caso dei due neonati Aser e Aysal non è unico; quotidianamente vengono fatte segnalazioni di vittime minorenni, tra cui neonati, nella Striscia.

Una delle testimonianze più notevoli è stata quella di Abdul Hafez Al-Najjar, 42 anni, padre di un bambino di nome Ahmed, tra le tante vittime di un massacro israeliano del 26 maggio. Il massacro aveva come obiettivo gli sfollati che vivevano in tende nella zona di Barksat, a Ovest di Rafah, nella Striscia di Gaza meridionale. Ahmed, insieme a tre dei suoi fratelli e alla madre, era tra una schiera di altre vittime che sono state tutte decapitate e uccise. Il padre di Ahmed ha raccontato: “Mio figlio Ahmed era un bambino bellissimo. Aveva un anno e mezzo. È stato decapitato durante i bombardamenti israeliani. La sua testa era staccata dal corpo. Quando l’ho visto, mi sono sentito morire. È stato sepolto senza la testa”. Secondo le informazioni disponibili, un attacco aereo israeliano sul quartiere Al-Salam di Rafah, nella Striscia di Gaza meridionale, ha ucciso un altra coppia di gemelli il 3 marzo. Wissam e Naeem Abu Anza, di sei mesi, sono stati uccisi dall’attacco, insieme al padre e ad altri 11 membri della famiglia.

La madre di Wissam e Naeem, Rania Abu Anza, ha dichiarato di aver lottato per 10 anni per diventare madre prima di dare alla luce i due bambini. “Mi hanno impiantato tre embrioni, due hanno attecchito, e lì erano”, ha spiegato. “Hanno bombardato la casa, uccidendo mio marito, i miei figli e il resto della famiglia nel massacro”. Dieci giorni fa sono stati sei mesi dalla morte dei gemelli.

Shaimaa Al-Ghoul, nel frattempo, era incinta di nove mesi quando la sua casa nella città meridionale di Rafah è stata bombardata il 12 febbraio. Suo marito e i suoi due figli, Mohammed e Janan, sono stati uccisi e lei ha riportato lesioni da schegge che le sono entrate nell’addome, le hanno trafitto l’utero e alla fine si sono conficcate nel feto.

Al-Ghoul ha dichiarato che prima della morte del marito e dei due figli, suo marito, Abdullah Abu Jazar, le aveva preparato “datteri, dolci e una borsa regalo per festeggiare la sua attesa nascita”. Ha detto di aver dato alla luce un bambino, che ha chiamato Abdullah, come suo padre, ma il bambino è vissuto solo un giorno. Il piccolo Abduallah è morto per la ferita causata dalle schegge che avevano trafitto sua madre. Così, Al-Ghoul ha perso suo marito e tre bambini.

Secondo le rilevazioni, numerosi bambini non ancora nati sono morti negli ospedali negli ultimi 10 mesi a causa della mancanza di ossigeno ed elettricità, cure inadeguate e attacchi mirati agli ospedali.

Israele continua a uccidere migliaia di uomini e donne palestinesi nella Striscia di Gaza, la maggior parte dei quali in età riproduttiva, comprese le donne in gravidanza, e migliaia di bambini, compresi neonati e bambini piccoli. Secondo il significato contenuto nella descrizione degli Atti Genocidi ai sensi dell’Articolo 2 della Convenzione sulla Prevenzione del Crimine di Genocidio, non vi è dubbio che le uccisioni sistematiche e diffuse di civili palestinesi da parte di Israele, che costituiscono almeno il 92% del numero totale di morti dovute al Genocidio, avranno un impatto negativo sui tassi di crescita della popolazione e sulla capacità riproduttiva dei palestinesi nella Striscia di Gaza per le generazioni a venire. Circa 50.000 palestinesi, tra cui migliaia intrappolati sotto le macerie per periodi di tempo sufficientemente lunghi da essere ora presumibilmente morti, sono stati uccisi da Israele dal 7 ottobre. Inoltre, da allora Israele ha ferito altri 88.000 palestinesi. Queste morti e ferite influenzeranno senza dubbio i palestinesi come gruppo nazionale ed etnico per diverse generazioni.

Ogni giorno, le morti infantili nella Striscia di Gaza vengono segnalate come conseguenza diretta di Crimini Israeliani che sono legalmente classificati come Atti di Genocidio, tra cui la fame, la sete, il blocco dell’ingresso di beni di prima necessità come il latte e la privazione di cure mediche. La maggior parte di queste morti infantili non è inclusa nel conteggio ufficiale delle vittime rilasciato dal Ministero della Sanità Palestinese, poiché non esiste un sistema specifico per identificare tali vittime.

A causa del Genocidio di Israele, in corso da 10 mesi, ai bambini palestinesi nella Striscia di Gaza vengono negati i loro diritti fondamentali e non vengono protetti in alcun modo dal Diritto Internazionale. Sono diventati obiettivi primari, diretti e deliberati dell’esercito israeliano e sono stati persino sottoposti a uccisioni premeditate ed esecuzioni dirette.

Oltre a essere detenuti arbitrariamente, i bambini palestinesi sono stati anche vittime di Crimini di violenza sessuale; rapimenti; torture e altre forme di Trattamento Disumano; fame; assedio; gravi danni psicologici; privazione dell’istruzione a causa della distruzione diffusa delle scuole; e negazione dell’accesso all’assistenza sanitaria e ad altre necessità della vita. Molti bambini palestinesi sono anche vittime di dispersione familiare e hanno perso le cure dei genitori.

Uno degli obiettivi principali del Genocidio di Israele è lasciare un’eredità duratura di questi Crimini che influenzerà le vittime per il resto della loro vita. La maggior parte dei bambini palestinesi nella Striscia di Gaza ha subito traumi psicologici che saranno probabilmente difficili da curare: migliaia di bambini hanno perso uno o entrambi i genitori; hanno avuto arti amputati; hanno subito gravi ustioni o altre gravi lesioni; e/o hanno sofferto di fame, malnutrizione e disidratazione; tutti fattori che avranno un impatto negativo sul loro sviluppo fisico e psicologico.

La maggior parte dei bambini nella Striscia di Gaza ha perso la casa, la sicurezza finanziaria e i membri della famiglia, oltre a essere stati privati ​​di un’istruzione. Ciò avrà gravi conseguenze di vasta portata sul loro futuro e sulla loro capacità di godere degli altri diritti, rendendoli più vulnerabili alla povertà, alla disoccupazione e allo sfruttamento. Gli attacchi militari israeliani alla Striscia hanno causato la distruzione diffusa di beni civili, tra cui case, proprietà private, mezzi di sostentamento, produzione e il sistema economico e commerciale, costringendo direttamente o indirettamente i palestinesi a migrare.

La comunità internazionale deve agire rapidamente e con decisione per porre fine al Crimine di Genocidio, salvaguardare le vite di tutti i bambini palestinesi nella Striscia di Gaza, impedire a Israele di trasformare la Striscia nel più grande Cimitero per Bambini della storia moderna e porre fine agli eclatanti doppi criteri applicati a Israele e ai suoi potenti sostenitori e alleati occidentali.

Israele e i suoi sostenitori devono essere ritenuti responsabili per aver palesemente violato il Diritto Umanitario Internazionale uccidendo e prendendo di mira i bambini palestinesi e negando loro l’accesso a cibo, riparo, vestiario e assistenza medica, comprese le vaccinazioni, come specificato nelle Convenzioni di Ginevra e nei loro due Protocolli del 1977, protocolli che dovrebbero consentire loro di realizzare i propri diritti.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org