La guerra di Israele in Cisgiordania deve essere fermata

Dopo l’Occupazione militare della Cisgiordania, Israele ha avviato il lento ma determinato processo di annessione illegale dei Territori Palestinesi.

Fonte: English version

Di Ramzy Baroud – 19 agosto 2024

Le promesse di “vittoria assoluta” a Gaza non sono altro che “chiacchiere”, secondo il Ministro della difesa israeliano Yoav Gallant. I commenti di Gallant non dovevano essere resi pubblici, ma in qualche modo sono trapelati e stati pubblicati dai media israeliani la settimana scorsa.

Le spiegazioni del motivo per cui il Primo Ministro Benjamin Netanyahu sta portando avanti una guerra persa a Gaza sono state in gran parte limitate ai suoi interessi personali: evitare l’esito dei suoi processi per corruzione, preservare la sua coalizione di governo estremista ed evitare elezioni anticipate. Tuttavia, nessuna di queste motivazioni spiega l’assurdità di continuare la guerra.

Cos’altro potrebbe spiegare le motivazioni di Netanyahu? E perché i suoi alleati più importanti del governo, il Ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir e il Ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, sono determinati a prolungarla? La risposta potrebbe non trovarsi a Gaza, ma in Cisgiordania.

Mentre Israele sta estendendo la sua fallita campagna militare nella Striscia senza obiettivi tattici chiari, la sua guerra in Cisgiordania è guidata da chiari motivi strategici: l’annessione del territorio e la Pulizia Etnica di ampie fasce della popolazione palestinese.

Ciò è evidente non solo attraverso le azioni quotidiane di Israele in Cisgiordania, ma anche grazie alle dichiarazioni rilasciate da funzionari governativi estremisti. Questi includono un impegno da parte del Partito Likud di Netanyahu a “promuovere e sviluppare gli insediamenti in tutte le parti della terra di Israele, in Galilea, Negev, Alture del Golan, Giudea e Samaria (riferendosi alla Cisgiordania)”.

Una registrazione audio ottenuta dal gruppo israeliano Peace Now ha rivelato le seguenti osservazioni di Smotrich in una conferenza del 9 giugno: “Il mio obiettivo è colonizzare la terra, edificarla e impedire, per l’amor di Dio, la sua divisione e l’istituzione di uno Stato Palestinese”. Per fare ciò, il politico di estrema destra si è assegnato il compito di cambiare “il DNA del sistema”. Questo “sistema” è stato messo in atto decenni fa.

Dopo l’Occupazione militare della Cisgiordania, Israele ha avviato il lento ma determinato processo di annessione illegale dei Territori Palestinesi. Ciò includeva l’istituzione, nel 1981, della cosiddetta Amministrazione Civile. Si tratta essenzialmente di un ramo dell’esercito israeliano, ma è stato designato come “Civile” come parte di un più ampio sforzo del governo per convertire un’Occupazione Militare Temporanea in una Colonizzazione Permanente della Palestina. Ciò ha comportato l’annessione pratica e la continua espansione degli insediamenti illegali di soli ebrei israeliani costruiti sulla terra palestinese dopo la guerra.

Gli Accordi di Oslo dei primi anni ’90 hanno dato ai palestinesi il controllo amministrativo nominale su piccole aree della Cisgiordania, designate come Area A e Area B. Ciò rese necessario il trasferimento di parte della responsabilità dell’Amministrazione Civile alla neonata Autorità Palestinese, sulla base dell’intesa che quest’ultima continuerà essenzialmente a dare priorità alla sicurezza di Israele.

Questo nuovo accordo ha permesso a Israele di espandere, senza ostacoli, i suoi insediamenti illegali nella maggior parte della Cisgiordania e di Gerusalemme Est. Tra il 1993 e il 2023 ha triplicato sia le dimensioni che la popolazione degli insediamenti.

Mentre il piano coloniale di Israele in Cisgiordania raggiungeva il suo apice, Netanyahu ha cercato, nel 2020, di rafforzare le conquiste israeliane con l’annessione di oltre il 30% della Cisgiordania. A causa delle pressioni internazionali e della crescente Resistenza Palestinese, Netanyahu ha rinviato il suo piano, pur con la consapevolezza che “l’annessione rimane sul tavolo”.

Senza grandi clamori, tuttavia, Israele ha scambiato la speranza di un’annessione giuridica della Cisgiordania con un controllo di fatto, attraverso la rapida Occupazione della Terra Palestinese e l’espansione degli insediamenti.

Sebbene l’esercito israeliano stia vacillando a Gaza, questa guerra viene usata come perfetta cortina fumogena per portare a termine i vecchi piani coloniali in Cisgiordania.

Nel 2017, questo schema è stato soprannominato da Smotrich come “vittoria attraverso l’insediamento”. Ora in una posizione di potere e con accesso a un bilancio enorme, sta trasformando l’obiettivo della sua vita in realtà.

Per realizzare il sogno di Smotrich, era necessario rivitalizzare il ruolo un tempo centrale dell’Amministrazione Civile. In maggio ha inventato la nuova carica di vicecapo dell’Amministrazione e l’ha affidata al suo stretto collaboratore Hillel Roth. Ora, entrambi hanno diritti senza precedenti per espandere gli insediamenti. Il governo di Netanyahu ha già approvato 12.000 nuove unità abitative per insediamenti illegali, ordinando la demolizione di migliaia di case palestinesi e di altre infrastrutture civili.

Nei primi tre mesi del 2024, Israele ha dichiarato quasi 6.000 acri (24.300 km2) di territorio della Cisgiordania come “terra di proprietà dello Stato” e quindi idonea per la costruzione di insediamenti. La decisione è stata descritta da Peace Now come “il più grande furto di terra in Cisgiordania degli ultimi 30 anni”.

La Pulizia Etnica dei palestinesi è già in corso. Secondo il Consiglio Norvegese per i Rifugiati, solo nella prima metà del 2024, almeno 1.000 palestinesi sono stati sfollati con la forza, mentre quasi 160.000 sono stati colpiti dalla demolizione di case.

Anche la guerra israeliana in Cisgiordania è giunta a un caro prezzo di sangue. Domenica, secondo il Ministero della Sanità, dal 7 ottobre nel territorio sono stati uccisi almeno 633 palestinesi e 5.400 sono stati feriti.

Quando la guerra a Gaza sarà finita, la guerra in Cisgiordania diventerà più intensa e sanguinosa, ma con il chiaro obiettivo strategico di annettere l’intera area.

Il mese scorso la Corte Internazionale di Giustizia ha stabilito che “l’annessione e l’affermazione del controllo permanente” da parte di Israele sulla Cisgiordania erano “illegittime”.

Per evitare una guerra e un Genocidio ancora più grandi, la comunità internazionale deve utilizzare tutti i mezzi disponibili per far rispettare il Diritto Internazionale e porre fine all’Occupazione Israeliana della Palestina.

Ramzy Baroud è un giornalista e redattore di The Palestine Chronicle. È autore di sei libri. Il suo ultimo libro, curato insieme a Ilan Pappé, è “La Nostra Visione per la Liberazione: Leader Palestinesi Coinvolti e Intellettuali Parlano”. Ramzy Baroud è un ricercatore senior non di ruolo presso il Centro per l’Islam e gli Affari Globali (CIGA), dell’Università Zaim di Istanbul (IZU).

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

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