Gaza: L’espansione delle operazioni israeliane a Deir al-Balah minaccia la vita di un milione di persone

La politica sistematica di Israele di prendere di mira la popolazione civile della Striscia di Gaza è vietata dal Diritto Umanitario Internazionale.

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Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 22 ago 2024

Territorio Palestinese – Gli ordini di evacuazione illegali che l’esercito israeliano ha imposto a Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale, e a Mawasi al-Qarara, a Ovest di Khan Yunis, nella Striscia di Gaza meridionale, hanno sollevato il timore di ulteriori sfollamenti forzati e un attacco contro un’area in cui sono ammassate quasi due milioni di persone.

L’esercito israeliano ha continuato a emettere ordini di evacuazione illegali nella Striscia. Uno di questi ordini è stato emesso ieri, mercoledì mattina, e prende di mira tutti i civili, compresi quelli già sfollati con la forza, che vivono nei blocchi 129 e 130 nell’area di Al-Mahta e Deir al-Balah. Questa zona ospita decine di migliaia di persone ed è vicina all’Ospedale dei Martiri di Al-Aqsa. Gli ordini israeliani, insieme a quelli precedenti che avevano preso di mira i residenti di Deir al-Balah orientale e meridionale, mostrano che Israele continua ad espandere il suo attacco a Deir al-Balah, che ospita un milione di persone, la maggior parte delle quali sono state precedentemente sfollate verso il centro della Striscia dal Nord o dal Sud di Gaza.

Quasi la metà delle persone che vivono nella Striscia di Gaza vivono attualmente a Deir al-Balah. Erano stati costretti ad abbandonare le loro case e trasferirsi lì da località dell’intera Striscia di Gaza, in particolare dal Nord di Gaza e da Rafah. Coloro che si rifugiavano a Deir al-Balah sono arrivati ​​lì sotto i bombardamenti israeliani dall’aria, da terra e dal mare, e sotto la deliberata distruzione da parte di Israele di intere aree residenziali, ospedali, centri di accoglienza e strutture civili pubbliche e private. Ora, gli ordini di evacuazione militare chiedono ai residenti di Deir al-Balah di spostarsi a Sud, e prendono di mira Deir al-Balah e la città meridionale di Al-Mawasi con ordini di evacuazione illegali e bombardamenti.

Il fatto che l’esercito israeliano abbia preso di mira vaste aree all’interno di quella che definisce “Zona Umanitaria” con sgomberi illegali, come è avvenuto a Mawasi al-Qarara e Deir al-Balah, suggerisce che Israele stia cercando di comprimere quasi due milioni di persone in un’area sempre più piccola, fino a quando la densità di popolazione raggiungerà livelli senza precedenti a livello globale e gli sfollati non riusciranno nemmeno a trovare un posto dove piantare le tende.

Dato che Deir al-Balah ospita numerose organizzazioni umanitarie nazionali e internazionali, l’intensificarsi dell’attacco alla città aumenta la possibilità che alcuni sforzi umanitari possano cessare, ponendo i residenti della Striscia di Gaza in ulteriore rischio esistenziale.

Poiché l’esercito israeliano aveva precedentemente dichiarato di aver terminato le sue operazioni militari nella Striscia di Gaza, l’espansione delle operazioni verso Deir al-Balah e la crescente distruzione sistematica delle aree residenziali di Rafah, nonché delle aree di Hamad e Qarara di Khan Yunis, sono la prova del continuo tentativo di Israele di sradicare completamente ogni forma di vita palestinese lì, sia ora che in futuro.

Martedì gli aerei israeliani hanno colpito diverse strutture della città di Gaza, compreso l’Hotel Al-Jazeera, nonostante il fatto che le operazioni militari si fossero presumibilmente concluse lì e la maggior parte degli edifici della zona fossero già stati distrutti durante dieci mesi di incursioni e bombardamenti aerei.

L’esercito israeliano sta ancora bombardando i rifugi di fortuna all’interno delle scuole della città di Gaza. Solo due giorni fa ha bombardato la scuola Mustafa Hafez, che ospitava migliaia di sfollati. Dodici persone sono state uccise e numerose altre sono rimaste ferite nell’attacco. Dall’inizio di agosto, 11 scuole sono state bombardate e distrutte, provocando la morte di sfollati.

Non esiste alcuna necessità o giustificazione militare per bombardare e demolire le scuole con all’interno gli sfollati che vi trovano rifugio, né per espandere le operazioni militari nelle aree sopra menzionate.

L’osservazione della strategia israeliana di bombardamenti seguita da ordini di evacuazione illegali mostra che esiste una politica deliberata in atto per negare la sicurezza ai palestinesi in tutta la Striscia di Gaza, privandoli temporaneamente di riparo e stabilità. Questa politica consiste nel continuare a bombardare l’intera Striscia e nel concentrarsi sui centri di accoglienza, come le scuole dell’UNRWA.

La politica sistematica di Israele di prendere di mira la popolazione civile della Striscia di Gaza è vietata dal Diritto Umanitario Internazionale. Tuttavia, Israele continua a intensificare i bombardamenti sui centri di accoglienza e di sfollamento, prendendo di mira aree specificatamente designate come spazi umanitari e negando a queste persone qualsiasi stabilità, anche temporanea, effettuando così spostamenti forzati a lungo termine e demolendo tutte le infrastrutture vitali come parte del suo Genocidio in corso dal 7 ottobre 2023.

Le operazioni militari israeliane in corso nella striscia di Gaza suggeriscono che si stanno compiendo sforzi per mantenere e rafforzare il controllo dell’Occupazione sull’enclave assediata. Ciò è ulteriormente dimostrato dall’annuncio fatto dal Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che ha detto che non lascerà il Corridoio di Filadelfia o l’Asse Netzarim nonostante le enormi pressioni in tal senso.

Tutto ciò avviene dopo il via libera espresso nella dichiarazione del Segretario di Stato americano Anthony Blinken secondo cui gli Stati Uniti non tollereranno un’Occupazione israeliana a lungo termine della Striscia di Gaza; in altre parole, gli Stati Uniti hanno approvato un’Occupazione a breve termine senza porre limiti di tempo. In particolare, all’inizio di questo mese gli Stati Uniti hanno approvato la vendita di armi a Israele per un valore di 20 miliardi di dollari (17,8 miliardi di euro).

Le azioni militari di Israele violano gravemente il Diritto Umanitario Internazionale, in particolare i principi di distinzione, proporzionalità e necessità militare, e hanno un impatto negativo su tutti i civili palestinesi nella Striscia di Gaza.

Nell’ambito dei loro obblighi internazionali, tutte le nazioni devono imporre forti sanzioni a Israele e sospendere ogni forma di assistenza militare, politica e finanziaria. Ciò include la sospensione immediata di tutti i trasferimenti di armi a Israele, compresi i permessi di esportazione e gli aiuti militari; altrimenti, queste nazioni saranno complici e partecipi dei Crimini Israeliani commessi nella Striscia di Gaza, compreso il Crimine di Genocidio.

Senza la copertura, la cooperazione e il silenzio degli Stati Uniti, il Crimine di Genocidio non sarebbe continuato e non si sarebbe intensificato. La maggior parte delle nazioni del mondo deve assumersi le proprie responsabilità e intraprendere azioni concrete per proteggere i civili, fermare le uccisioni di massa e impedire che il Crimine di Genocidio venga portato a termine.

Poiché i Crimini commessi da Israele nella Striscia di Gaza sono Crimini Internazionali sotto la giurisdizione della Corte Penale Internazionale, è imperativo che la Corte proceda con le sue indagini su tutti i Crimini commessi da Israele nella Striscia di Gaza, ampliando le sue indagini sulla responsabilità penale individuale per questi Crimini al fine di includere tutti i responsabili ed emettere mandati di arresto contro di loro.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org