Un video di soldati israeliani che violentano un prigioniero palestinese suggerisce una nuova interpretazione dell’iconico personaggio immaginario.
Fonte: English version
Hala Shoman – 20 agosto 2024
Striscia di Gaza – Regno Unito – Mentre mi siedo sul divano, mi trovo di fronte a un disegno di Handala sullo scaffale di fronte a me. Questa figura iconica, creata dal fumettista palestinese Naji Al-Ali, simboleggia la duratura lotta palestinese. Handala sta di spalle mentre osserva silenziosamente le ingiustizie del mondo.
Ho appena visto un video, trasmesso dal Canale 12 israeliano, di soldati israeliani che apparentemente violentano un prigioniero palestinese nel campo di detenzione di Sde Teiman; l’evento è avvenuto a fine luglio. Il video mostra un gruppo di soldati israeliani che selezionano un uomo, bendato e con le mani legate, tra circa trenta detenuti distesi a terra. Aizzandogli un cane contro, lo prendono da parte, lo circondano e nascondono ciò che gli stanno facendo sollevando scudi antisommossa.
Secondo Aljazeera, i media israeliani hanno riferito che il detenuto ha subito torture estreme e ha sofferto gravi lesioni anali, con conseguente paralisi; le sue condizioni erano così gravi che è stato portato in ospedale. La polizia militare israeliana ha arrestato dieci soldati sospettati di coinvolgimento nell’episodio per interrogarli; solo cinque furono presi in custodia.
Ho pianto di rabbia e disperazione dopo aver visto questo video. Non ho potuto fare a meno di vedere Handala nella vittima, che cercava di proteggersi con le mani dietro la schiena.
Una tattica di guerra perversa
La mia nuova, angosciante interpretazione di Handala come vittima di stupro è il prodotto dei livelli osceni di violenza che i palestinesi devono affrontare durante il Genocidio israeliano in corso a Gaza. L’utilizzo della Violenza Sessuale come arma è stata a lungo una tattica di guerra contro uomini, donne e bambini palestinesi per aumentarne il trauma e l’umiliazione, ma ora viene documentata su una scala orribile.
Nel corso degli oltre 300 giorni di guerra di Israele a Gaza, diverse organizzazioni per i diritti umani hanno segnalato numerosi casi accertati di Violenza Sessuale e molestie nei campi di detenzione israeliani. Gli esperti delle Nazioni Unite hanno confermato nel febbraio di quest’anno di aver raccolto accuse credibili secondo cui i soldati israeliani avrebbero aggredito sessualmente donne e ragazze palestinesi, soprattutto nei campi di detenzione.
Hanno confermato almeno due casi di Stupro e altri casi di Tortura e minacce di Stupro, e hanno chiesto indagini. Reem Alsalem, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne e le ragazze, ha affermato in un articolo del Guardian che il numero di casi supportati da prove minimizza la reale portata della Violenza Sessuale.
Poco prima dell’episodio registrato a Sde Teiman, l’avvocato palestinese Khaled Mahajneh ha rivelato dettagli terrificanti dopo aver visitato quello stesso campo di detenzione. Ha confermato diversi casi di Violenza Sessuale israeliana contro i detenuti palestinesi.
In un’occasione, i soldati israeliani hanno spogliato i detenuti nudi e li hanno violentati utilizzando una varietà di strumenti come bastoni e sbarre elettriche, di fronte ad altri detenuti e soldati israeliani. Molti detenuti palestinesi liberati hanno denunciato forme simili di Stupro o hanno visto le stesse inflitte ad altri e che i soldati avevano addestrato cani ad attaccare, urinare e persino violentare i detenuti.
Una nuova interpretazione di Handala
L’iconico personaggio di Handala è un bambino trasandato e scalzo di un campo profughi, che dà le spalle. La sua età è fissata a 10 anni, l’età di Naji Al-Ali quando Israele ha costretto la sua famiglia a fuggire durante la Nakba del 1948.
Il nome di Handala deriva da un frutto amaro per ricordarci la nostra dura realtà e per suggerire la natura amara della Resistenza. Ali creò questa immagine nel 1969 per esprimere la sua rabbia per le ingiustizie inflitte ai palestinesi dalla Nakba e per attirare su di loro l’attenzione del mondo.
Per i palestinesi, Handala rappresenta tutti noi, unendo tutte le fazioni e gli ambienti sotto un’identità condivisa. Il personaggio iconico è un forte promemoria della nostra coscienza collettiva e della nostra posizione assertiva e impenitente di fronte all’Oppressione.
Handala incarna la nostra Resistenza dinamica e il nostro legittimo rifiuto di normalizzare gli atroci Crimini commessi dall’Occupazione Coloniale Israeliana.
Dal 7 ottobre, è stata data maggiore attenzione ad Handala come icona della sofferenza che noi palestinesi abbiamo incontrato e della Resilienza che abbiamo sviluppato per sopportarla. La sua immagine è apparsa durante manifestazioni, sui muri e negli accampamenti di protesta nelle città di tutto il mondo.
La mia nuova interpretazione di Handala come vittima di Stupro risuona con una domanda di vecchia data sul perché il bambino Handala abbia le mani dietro la schiena. Alcuni dicono: “È il simbolo dei rifugiati palestinesi che aspettano Giustizia e Ritorno”. Quando ero piccola, la gente mi diceva che questa postura era come quella dei nostri anziani, quindi il bambino Handala simboleggiava il suo invecchiamento mentre desiderava tornare a casa in Palestina.
Ma per me ora richiama alla mente le molte persone che conosco che sono state esposte a Violenza Sessuale e hanno usato le loro mani o borse per coprirsi.
Questo è un nuovo modo di guardare Handala, anche per me, che da alcuni anni studio la Violenza Sessuale contro i palestinesi. Mi addolora che la mia nuova percezione di lui, causata dalla visione del video di Sde Teiman, ora abbia la precedenza su Handala, la vittima della Nakba che desidera ardentemente il Ritorno o Resiste all’Occupazione.
Ora vedo l’Handala di un tempo, ma con le mani ammanettate come un prigioniero e una macchia insanguinata sui pantaloni per dimostrare che ha subito abusi sessuali. Le sue spalle sono ancora rivolte al mondo che è, come sempre, indifferente e silenzioso.
Handala ora ci dice che ad essere stuprati non sono solo i singoli palestinesi, ma anche la dignità umana. L’approvazione unanime del mondo dell’utilizzo come arma della Violenza Sessuale da parte di Israele, e il suo silenzio assordante in risposta a tali atrocità videoregistrate, è un tradimento collettivo nei confronti di tutti noi.
Per quanto doloroso sia guardare la nuova, sanguinante interpretazione di Handala, questa è tuttavia un riflesso della nostra realtà quotidiana. Handala si adatta alla realtà in evoluzione della Colonizzazione israeliana ed è un simbolo e una manifestazione di tutto ciò che viviamo come palestinesi.
Per decenni, questo mondo ha assistito in silenzio al susseguirsi di orribili atrocità contro i palestinesi; Handala ora ci ricorda che con la stessa inerzia il mondo assiste allo Stupro dei nostri cari uomini, donne, ragazzi e ragazze.
Hala Shoman è una ricercatrice di dottorato in sociologia e politica nel Regno Unito. Inizialmente ha esercitato la professione di odontoiatria ma, spinta da un profondo impegno per la giustizia sociale e politica, ha cambiato carriera a causa della situazione politica in Palestina. Come attivista di Gaza, Hala è stata in prima linea in una campagna di successo contro la violenza domestica, lavorando a stretto contatto sia con i membri della comunità che con i funzionari governativi per guidare i cambiamenti culturali e legali a Gaza. Dal 2012, Hala si è dedicata al volontariato in vari campi, tra cui l’emancipazione dei giovani, la salute e la violenza di genere. Durante la Grande Marcia del Ritorno, ha prestato servizio come paramedica volontaria e assistente chirurgica, dimostrando il suo incrollabile impegno nei confronti della sua comunità. Hala immagina un futuro libero da occupazione, discriminazione e ingiustizia.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org