Guerra a Gaza: la Legge Europea sull’Intelligenza Artificial deve essere ampliata per proteggere i palestinesi

L’incapacità della legislazione europea di regolamentare le esportazioni consente a Israele di continuare a utilizzare i sistemi di Intelligenza Artificiale europei per il suo letale assalto a Gaza.

Fonte: English version

Di Taysir Mathlouthi – 22 agosto 2024

Questo mese è entrata in vigore la Legge Europea sull’Intelligenza Artificiale, volta a promuovere “lo sviluppo e l’impiego responsabile dell’Intelligenza Artificiale nell’Unione Europea”.

Adottato all’inizio di quest’anno, la Legge è stata elogiata come un importante passo avanti nella regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale. Mira a ridurre i rischi posti dai sistemi di Intelligenza Artificiale, vietando quelli ritenuti troppo pericolosi e imponendo rigide misure di salvaguardia per le applicazioni ad alto rischio.

Ma mentre questa legislazione cerca di proteggere i cittadini all’interno dell’Unione Europea, non riesce ad affrontare le implicazioni internazionali, in particolare per quanto riguarda le tecnologie di Intelligenza Artificiale utilizzate nell’Occupazione Israeliana dei Territori Palestinesi e il Genocidio in corso a Gaza, dove l’Intelligenza Artificiale viene impiegata per la sorveglianza, gli attacchi mirati e il controllo della popolazione.

Dall’inizio della guerra israeliana a Gaza, sono emerse ulteriori prove dell’uso da parte di Israele di tattiche di guerra automatizzate.

La potenziale influenza della Legge Europea sull’Intelligenza Artificiale sul dispiegamento di tale tecnologia in Israele e le sue conseguenze per i diritti umani dei palestinesi, in particolare nelle aree di sorveglianza, applicazione della legge e guerra automatizzata, sono state esaminate da 7amleh, il Centro Arabo per lo Sviluppo dei Social Media, un’organizzazione che difende i diritti digitali dei palestinesi.

Secondo un documento programmatico di 7amleh, “il governo israeliano impiega sistemi di Intelligenza Artificiale per supportare la sua Occupazione del Territorio Palestinese e controllare i movimenti dei palestinesi e sottoporli a sorveglianza invasiva”.

I palestinesi affrontano quotidianamente intrusioni da parte di tecnologie di Intelligenza Artificiale invasive impiegate da Israele, come sistemi di riconoscimento facciale, telecamere e sensori intelligenti e algoritmi di polizia predittiva, che violano i loro diritti alla riservatezza, alla non discriminazione e alla libertà di movimento.

Notorio

L’attuale guerra israeliana a Gaza sottolinea l’uso crescente dell’Intelligenza Artificiale nella guerra automatizzata, inclusi sistemi come “Vangelo”, “Lavanda” e “Dov’è Papà?”, una tendenza che ha incrementato l’alto tasso di vittime tra i civili.

Queste tecnologie, combinate con una ridotta supervisione umana, hanno contribuito all’enorme numero di morti e alla distruzione di case. La crescente dipendenza dall’Intelligenza Artificiale per le decisioni di puntamento solleva gravi preoccupazioni etiche, poiché l’identificazione rapida e su larga scala degli obiettivi spesso porta a una verifica insufficiente e ad errori.

Il Complesso Militare-Industriale di Israele è noto per lo sviluppo, l’implementazione e l’esportazione di queste tecnologie, spesso testandole nei Territori Palestinesi Occupati. Inoltre, Israele importa tecnologie di Intelligenza Artificiale da aziende con sede nell’Unione Europea, rafforzando la sua Occupazione e l’Oppressione Sistemica dei palestinesi.

La Legge Europea sull’Intelligenza Artificiale classifica questi sistemi in base al rischio, proibendo quelli con rischi inaccettabili, come quelli che utilizzano tecniche subliminali o ne sfruttano la vulnerabilità, e imponendo requisiti rigorosi per i sistemi ad alto rischio, come il riconoscimento facciale e la polizia predittiva.

Tuttavia, esenta in modo significativo l’Intelligenza Artificiale utilizzata per scopi militari, di difesa o di sicurezza nazionale dalla regolamentazione, nonostante le significative implicazioni sui diritti umani.

Una svista lampante è il fallimento della Legge nel regolamentare l’esportazione di sistemi di Intelligenza Artificiale da parte di aziende dell’Unione Europea verso Paesi extra-UE, tra cui Israele. Ciò significa che le aziende dell’UE possono vendere tecnologie di Intelligenza Artificiale, vietate o altamente regolamentate all’interno dell’Unione Europea, a Israele senza adeguate garanzie.

Di conseguenza, il riconoscimento facciale, la polizia predittiva e i sistemi di Intelligenza Artificiale utilizzati nella guerra automatizzata possono essere esportati in Israele, peggiorando potenzialmente le violazioni dei diritti umani contro i palestinesi.

Ad esempio, durante l’attuale conflitto di Gaza, gli attacchi militari guidati dall’Intelligenza Artificiale di Israele hanno causato un elevato numero di vittime civili, con sistemi che selezionano obiettivi per attacchi automatizzati.

Nella Cisgiordania Occupata, l’uso esteso della tecnologia di riconoscimento facciale limita la mobilità dei palestinesi, violando i loro diritti alla riservatezza e alla libertà di movimento.

Questi schieramenti, incontrollati e non sottoposti a controllo, rappresentano gravi minacce ai diritti dei palestinesi.

Ampie esenzioni

La legge prevede anche preoccupanti concessioni per applicazioni di sicurezza nazionale e di applicazione della legge. Nonostante le richieste della società civile di vietare tecnologie invasive come il riconoscimento facciale e la polizia predittiva, la Legge le classifica come ad alto rischio invece di proibirle del tutto.

Le forze dell’ordine europee possono utilizzare il riconoscimento facciale remoto in tempo reale negli spazi pubblici in condizioni specifiche, come la prevenzione di minacce imminenti o la localizzazione delle vittime.

Tuttavia, queste condizioni sono aperte all’interpretazione e al potenziale abuso sotto le mentite spoglie di sicurezza e antiterrorismo.

La Legge consente anche il riconoscimento facciale retrospettivo, che può identificare gli individui dopo il fatto, colpendo in modo sproporzionato le persone di colore, compresi i palestinesi.

Inoltre, le forze dell’ordine sono esentate dal pubblicare i dettagli dei sistemi di Intelligenza Artificiale che utilizzano, riducendo la responsabilità. Queste ampie esenzioni per la sicurezza nazionale compromettono le garanzie previste dalla Legge, rischiando un uso improprio delle tecnologie di Intelligenza Artificiale contro gli attivisti palestinesi e pro-palestinesi nell’Unione Europea.

Per attenuare queste preoccupazioni, sono essenziali diverse azioni per i decisori politici dell’Unione Europea, le organizzazioni della società civile e i fornitori di Intelligenza Artificiale.

Inanzitutto, è fondamentale ampliare la portata della Legge per regolamentare l’esportazione di sistemi di Intelligenza Artificiale verso paesi extra-UE, assicurando che le tecnologie realizzate nell’Unione Europea non contribuiscano a violazioni dei diritti umani all’estero. Ciò include l’istituzione di misure di salvaguardia per i sistemi ad alto rischio e il divieto di esportazione di tecnologie di Intelligenza Artificiale proibite all’interno dell’Unione Europea.

Inoltre, devono essere imposti requisiti più severi sui sistemi di Intelligenza Artificiale ad alto rischio, in particolare quelli utilizzati nella sorveglianza e nell’applicazione della legge.

Sviluppo etico dell’Intelligenza Artificiale

Dovrebbero essere imposte misure di trasparenza e responsabilità, tra cui l’obbligo di condurre e rendere pubbliche valutazioni dell’impatto sui diritti umani, nonché il divieto di tecnologie invasive come la polizia predittiva e il riconoscimento facciale.

Inoltre, è essenziale restringere le esenzioni per la sicurezza nazionale e l’applicazione della legge stabilendo chiare linee guida e meccanismi di controllo per garantire che i sistemi di Intelligenza Artificiale impiegati per scopi di sicurezza non violino i diritti fondamentali.

La protezione dei diritti digitali palestinesi è un’altra priorità fondamentale. I decisori politici e le organizzazioni della società civile dell’Unione Europea dovrebbero sostenere questi diritti assicurandosi che le tecnologie di Intelligenza Artificiale non consolidino l’Occupazione e l’Oppressione, anche monitorando l’impiego dell’Intelligenza Artificiale nei Territori Occupati e tenendo le aziende responsabili del loro ruolo nelle violazioni dei diritti umani.

Infine, promuovere uno sviluppo etico dell’Intelligenza Artificiale è fondamentale, con le aziende che adottano linee guida che diano priorità ai diritti umani e alla trasparenza.

Ciò include condurre valutazioni approfondite dei rischi, coinvolgere le parti interessate e garantire che le tecnologie non contribuiscano alle violazioni dei diritti umani.

La legge Europea sull’Intelligenza Artificiale è un passo significativo verso la regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale e la mitigazione dei suoi rischi. Tuttavia, il suo campo di applicazione e le sue disposizioni attuali non sono sufficienti per affrontare le complesse sfide poste dalle tecnologie di Intelligenza Artificiale in contesti come l’Occupazione Israeliana dei Territori Palestinesi.

Ampliando il campo di applicazione della Legge per regolamentare le esportazioni, rafforzando le garanzie per i sistemi ad alto rischio e colmando le carenze della sicurezza nazionale, l’Unione Europea può garantire che il suo quadro normativo sull’Intelligenza Artificiale protegga i diritti umani all’interno e all’esterno dei suoi confini.

I decisori politici, le organizzazioni della società civile e le aziende devono collaborare per promuovere uno sviluppo etico dell’Intelligenza Artificiale e salvaguardare i diritti delle popolazioni vulnerabili, compresi i palestinesi, di fronte all’avanzamento delle tecnologie.

Taysir Mathlouthi è responsabile della difesa legale dell’Unione Europea presso 7amleh. Ha conseguito cinque dottorati in diritti umani/relazioni internazionali, media e comunicazioni, studi sulla guerra, scienze politiche e cinema. In precedenza ha lavorato per l’UNICEF ​​sulla disinformazione in Rete e l’analisi della disinformazione.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org