Cisgiordania: la parlamentare palestinese Khalida Jarrar rischia una lenta morte detenuta in isolamento in un carcere israeliano

“Aspetto che passino le ore mentre soffoco nella mia cella nella speranza di trovare molecole di ossigeno per respirare e sopravvivere”.

Fonte: English version

Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 29 ago 2024

https://euromedmonitor.org/en/ article/6446

Territorio Palestinese – Per costringere Israele a fermare l’Uccisione lenta e deliberata della Parlamentare palestinese Khalida Jarrar, che si trova in isolamento in un carcere israeliano da 17 giorni, il Gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria e la Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne e le ragazze, Reem Al-Salem, devono adottare misure efficaci e immediate. Devono chiedere il suo rilascio immediato e la fine dell’uso da parte di Israele della detenzione arbitraria, inclusa la detenzione amministrativa, contro i palestinesi.

In una lettera urgente al Gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria e alla Relatrice Speciale sulla violenza contro le donne e le ragazze, l’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha descritto in dettaglio le condizioni della detenzione arbitraria di Khalida Jarrar e del crudele isolamento in una prigione israeliana destinata alle detenute criminali. La lettera include anche una denuncia ricevuta dall’Osservatorio Euro-Mediterraneo dal marito di Jarrar, Ghassan Jarrar.

Nella denuncia che ha inviato, Ghassan Jarrar ha affermato che il Servizio Carcerario Israeliano detiene sua moglie in isolamento nella prigione di Neve Terzia da 17 giorni in condizioni difficili. Secondo la denuncia, l’attivista per i diritti umani, che è stata in detenzione amministrativa per oltre otto mesi, è stata posta in isolamento per motivi sconosciuti, poiché non vi era alcuna base legale per trasferirla dalla prigione in cui era detenuta. Inoltre, le autorità israeliane non le hanno notificato quando sarebbe stata trasferita nella nuova prigione; le è diventato evidente, tuttavia, che era stata posta in isolamento nella prigione femminile di Neve Terzia.

Ghassan Jarrar ha chiarito che sua moglie è tenuta in una cella di 2,5 per 1,5 metri, con solo una panca di cemento su cui dormire e un bagno aperto senza tenda. Ha detto che le autorità carcerarie israeliane hanno chiuso l’acqua dei servizi igienici e stanno ritardando la consegna del cibo a sua moglie, anche se ha bisogno di mangiare regolarmente perché assume cinque diversi tipi di farmaci per la pressione sanguigna, il diabete e il colesterolo.

Ha sottolineato che i problemi più gravi che deve affrontare sua moglie sono l’effettiva mancanza di ossigeno nella cella; che non le è nemmeno permesso di uscire per “svagarsi”; che l’acqua dei servizi igienici è chiusa; che le temperature sono anormalmente alte; e che il ritardo intenzionale del cibo sono tutte “condizioni mortali, non di isolamento”. “Vogliono uccidere Khalida in questo modo?”, ha chiesto Jarrar. Nonostante le sue condizioni di salute critiche, nessuno risponde alle sue chiamate quando ha urgente bisogno di qualcosa, e “passano quattro ore prima che qualcuno risponda”.

Jarrar ha citato le parole di sua moglie al suo avvocato, riassumendo la sua sofferenza come segue:

“Muoio ogni giorno. La cella sembra una piccola scatola ermetica. La cella è dotata di un bagno e di una piccola finestra sopra, che è stata chiusa il giorno dopo che ci sono stata trasferita. Non mi hanno lasciato spazio per respirare. Anche il cosiddetto oblò sulla porta della cella era chiuso. Trascorro la maggior parte del tempo seduta accanto a una piccola apertura che mi consente di respirare. Aspetto che passino le ore mentre soffoco nella mia cella nella speranza di trovare molecole di ossigeno per respirare e sopravvivere”.

Ha aggiunto: “Le alte temperature rendono il mio isolamento ancora più tragico. In parole povere, sono dentro un forno molto caldo. Il calore mi ha reso impossibile dormire. Non solo mi hanno messa in questa situazione da sola, ma hanno anche chiuso di proposito l’acqua nella cella. Inizialmente ci hanno messo almeno quattro ore per portarmi una bottiglia d’acqua. Dopo otto giorni di reclusione, mi è stato permesso di uscire dalla cella una volta, per andare nel cortile della prigione. Inoltre, hanno intenzionalmente rimandato di ore la terribile cena”.

Le forze dell’esercito israeliano hanno arrestato Khalida Jarrar il 26 dicembre 2023 nella sua casa di Ramallah, nella Cisgiordania Occupata centrale, e l’hanno posta in detenzione amministrativa. Da allora, è stata detenuta nella prigione di Damon con altre detenute senza essere accusata o senza avere la possibilità di difendersi, fino a quando non è stata recentemente trasferita in isolamento.

Khalid Jarrar è un’ex prigioniera che ha scontato cinque anni nelle carceri israeliane. È un’attivista per i diritti umani e femminista e membro del Consiglio Legislativo Palestinese.

Oltre 9.000 detenuti palestinesi stanno attualmente subendo arresti arbitrari, condizioni di detenzione dure e degradanti, Torture brutali e misure punitive e di ritorsione, tra cui la fame e l’isolamento, violazioni che si sono seriamente intensificate dall’inizio del Genocidio in corso da parte di Israele nella Striscia di Gaza il 7 ottobre 2023.

Circa 260 prigionieri e detenuti palestinesi sono stati uccisi nelle prigioni e nei centri di detenzione israeliani dal 1967. Questa cifra non include le decine di prigionieri e detenuti palestinesi della Striscia di Gaza che sono stati uccisi dall’ottobre scorso. Il numero esatto e l’identità della maggior parte di questi individui rimangono sconosciuti.

Uno dei metodi principali impiegati da Israele per mantenere il suo Regime di Apartheid contro il popolo palestinese è la detenzione amministrativa. Ciò viene fatto per sottoporre il popolo palestinese all’Oppressione e alla Distruzione, dilaniando famiglie e comunità e privando i palestinesi dei loro diritti fondamentali, che includono la libertà di parola e di riunione, l’immunità dalla detenzione arbitraria, il diritto a un giusto processo e la protezione dalla Tortura e da altri trattamenti o punizioni crudeli, inumani o degradanti.

L’inflizione di lesioni intenzionali e gravi sofferenze psicologiche derivanti dall’isolamento prolungato costituiscono una forma di Tortura assolutamente proibita dal Diritto Internazionale. L’isolamento indefinito e l’isolamento prolungato, ovvero la reclusione che dura più di 15 giorni consecutivi, sono proibiti dalle Regole Minime Standard delle Nazioni Unite per il trattamento dei prigionieri (le Regole Nelson Mandela), che classificano l’isolamento prolungato come Tortura e maltrattamento.

Israele ha la piena responsabilità della vita e del benessere di Khalida Jarrar e deve porre fine al suo isolamento e rilasciarla immediatamente. La comunità internazionale deve assumersi le proprie responsabilità legali e agire rapidamente e con forza per costringere Israele a cessare immediatamente l’uso di detenzioni arbitrarie, comprese le detenzioni amministrative, contro i palestinesi. Ciò contribuirà a porre fine all’Occupazione Illegale e al Regime di Apartheid di Israele contro il popolo palestinese, a garantire la piena realizzazione del loro diritto all’autodeterminazione e ad assicurare che Israele sia ritenuto responsabile per i suoi Crimini contro di loro.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org