La pulizia etnica da parte di Israele in Cisgiordania: la Nakba 3 è in arrivo

Israele sta valutando di ordinare “un’evacuazione temporanea dei residenti palestinesi”. Quanto temporanea? Temporanea come nel 1948? Notate la rapidità con cui il regime di Netanyahu sta normalizzando il nuovo concetto: “evacuazione temporanea dei residenti palestinesi”. Negli annali dell’impresa sionista non esiste una cosa come una “evacuazione temporanea dei residenti palestinesi”. Chiunque venga spostato non può tornare.

Fonte. English version

di Rogel Alpher – 30 agosto 2024

Il tweet del ministro degli Esteri israeliano di ieri mattina segna una pietra miliare. Un alto ministro del governo annuncia che Israele ha iniziato una guerra in Cisgiordania (cfr. la frase conclusiva: “Questa è una guerra a tutti gli effetti e deve essere vinta”. A proposito, una vittoria totale o una vittoria ordinaria? C’è una differenza di circa 20 anni tra i due tipi) e che il governo sta considerando di ordinare “un’evacuazione temporanea dei residenti palestinesi”. Quanto temporanea? Temporanea come nel 1948? Simile all’esperienza dei residenti del nord di Gaza nell’attuale guerra? Negli annali dell’impresa sionista non esiste una “evacuazione temporanea dei residenti palestinesi”. Chiunque venga spostato non ha il permesso di tornare. Questo è un eufemismo sionista per una Nakba palestinese. A me sembra un preludio al trasferimento [il termine eufemistico pre-statale per indicare la pulizia etnica], all’annessione e all’insediamento.

Si noti la rapidità con cui il regime di Netanyahu sta normalizzando il nuovo concetto: l’evacuazione temporanea dei residenti palestinesi. L’opinione pubblica israeliana si è rapidamente abituata al fatto che la produzione di ulteriori rifugiati palestinesi su scala enorme da parte di Israele è ormai la norma. Il tutto con il pretesto della necessità militare-operativa, ma il vero obiettivo è l’annessione e la colonizzazione del territorio. Fino a una decina di anni fa, il concetto di Trasferimento era vituperato dall’onesto mainstream israeliano. Puzzava di nazismo. Ma sotto la copertura della guerra, è diventato naturale e ovvio. Benjamin Netanyahu non permetterà ai residenti della Striscia di Gaza settentrionale di tornare alle loro case, e si è assicurato che non avranno alcuna casa in cui tornare. Gli insediamenti arriveranno. Ora, mentre gli studi televisivi sono pieni di chiacchiere che esaltano “la più grande operazione dai tempi di Defensive Shield [2002]”, ha messo gli occhi sulla Cisgiordania settentrionale. Tulkarem, Jenin, Tubas. Visto che Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir gli stanno col fiato sul collo, diventa una necessità.

Il megalomane Netanyahu è ansioso di ridisegnare la mappa del Medio Oriente. Il gruppo dello studio di Canale 14 [quasi-fascista] si è rallegrato anche per le osservazioni del ministro dell’Agricoltura Avi Dichter a mezzogiorno alla radio dell’IDF: “Le persone saranno evacuate”, se è necessario per mantenere i soldati al sicuro. È la seconda dichiarazione di un ministro del governo, in poche ore, che pone le basi per un trasferimento. Come ogni trasferimento israeliano, inizierà come un’evacuazione temporanea. Questi sono ballon d’essai. Servono a testare l’aria tra l’opinione pubblica israeliana e nel mondo.

“Non verranno mandati all’estero”, ha rassicurato Dichter. Certo che no. Saranno mandati in una tendopoli, una sorta di ghetto sorvegliato dai soldati dell’IDF. Non saranno mandati all’estero – questa non è una vacanza”. “E dopo torneranno alle loro case”, ha promesso. Sì, certo. Parola d’onore di Netanyahu. Yalla! Salite sul camion!

Nell’attuale clima pubblico, c’è legittimità e persino un grande desiderio di crudeltà nei confronti dei palestinesi, anche se i più rigorosi continuano a insistere che sia ufficiale e realizzata attraverso autorità debitamente autorizzate, in contrapposizione al terrorismo ebraico. L’“evacuazione temporanea” potrebbe non avvenire questa volta. Forse avverrà solo nel prossimo turno. O in quello successivo. Ma c’è già un sentore nell’aria. Riuscite a sentirne l’odore? È chiaro che a un certo punto scoppierà una rabbia palestinese di massa. E questo metterà in pericolo i soldati. E ci sarà la necessità (operativa) di evacuare questi milioni di palestinesi arrabbiati. In un luogo dove possano calmarsi. È nel loro interesse e nel nostro. La Nakba 3 è in arrivo.

Traduzione: Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org