Ben-Gvir è stato sincero riguardo ai suoi progetti a Gerusalemme Est e nel resto dei Territori Occupati.
Fonte: English version
Di Ramzy Baroud – 2 settembre 2024Il Ministro della Sicurezza Nazionale israeliano Itamar Ben-Gvir ha giurato, il 26 agosto, di costruire una sinagoga all’interno del luogo sacro musulmano Al-Haram Al-Sharif.
Ben-Gvir, in quanto rappresentante della Potente Classe Religiosa Sionista di Israele nel governo e nella società in generale, è stato sincero riguardo ai suoi progetti a Gerusalemme Est e nel resto dei Territori Occupati.
Ha sostenuto una Guerra di Religione, invocando la Pulizia Etnica dei palestinesi, l’affamare o l’uccisione dei prigionieri e l’annessione della Cisgiordania.
Nella sua veste di ministro nel governo altrettanto estremista di Benjamin Netanyahu, Ben-Gvir ha lavorato duramente per tradurre il suo linguaggio in azione. Ha fatto irruzione ripetutamente nel complesso della moschea palestinese di Al-Aqsa e ha implementato le sue politiche di affamare i detenuti palestinesi, arrivando persino a difendere lo stupro all’interno dei campi di detenzione militari israeliani e chiamando i soldati accusati “i nostri migliori eroi”.
I suoi sostenitori hanno condotto centinaia di assalti e decine di aggressioni contro le comunità palestinesi in Cisgiordania.
Secondo il Ministero della Sanità Palestinese, almeno 670 palestinesi sono stati uccisi in Cisgiordania dall’inizio della guerra di Gaza. Un gran numero di persone uccise o ferite erano vittime di coloni ebrei illegali.
Ma non tutti gli israeliani negli ambienti politici e di sicurezza concordano con il comportamento o le tattiche di Ben-Gvir. Ad esempio, il 22 agosto, il capo dello Shin Bet israeliano Ronen Bar ha messo in guardia contro il “danno indescrivibile” arrecato a Israele dalle azioni di Ben-Gvir a Gerusalemme Est. “Il danno allo Stato di Israele, specialmente ora, è una indescrivibile delegittimazione globale, persino tra i nostri più grandi alleati”, ha scritto Bar in una lettera inviata a diversi ministri.
La lettera di Bar può sembrare strana. Lo Shin Bet è stato determinante nell’uccisione di numerosi palestinesi in nome della sicurezza israeliana. Lo stesso Bar è un forte sostenitore degli insediamenti ed è tanto spietato quanto è richiesto alla persona che guida un’organizzazione così famigerata.
Il conflitto di Bar con Ben-Gvir, tuttavia, non è di sostanza, ma di stile. Questo conflitto è solo l’espressione di una guerra ideologica e politica molto più grande tra le principali istituzioni di Israele. Questa guerra, tuttavia, è iniziata prima dell’attacco del 7 ottobre e della Guerra Genocida israeliana in corso a Gaza.
Sette mesi prima dell’inizio della guerra, il Presidente israeliano Isaac Herzog ha affermato in un discorso televisivo che “coloro che pensano che una vera guerra civile sia un confine che non attraverseremo, non sanno”. Il contesto dei suoi commenti era il “vero e profondo odio” tra gli israeliani derivante dai tentativi di Netanyahu e dei suoi alleati della coalizione di governo estremista di minare il potere della magistratura.
Quella lotta sulla Corte Suprema era, tuttavia, solo la punta dell’iceberg. Il fatto che Israele abbia impiegato cinque elezioni nell’arco di quattro anni per stabilire un governo stabile è stato indicativo del conflitto politico senza precedenti del Paese.
Il governo formato nel dicembre 2022 potrebbe essere “stabile” in termini di equilibri parlamentari, ma ha destabilizzato il Paese su tutti i fronti, provocando proteste di massa che hanno coinvolto la potente ma sempre più emarginata classe militare.
L’attacco del 7 ottobre è avvenuto in un momento di vulnerabilità sociale e politica che è stato senza precedenti dalla fondazione di Israele sulle rovine della Palestina storica nel maggio 1948.
La guerra successiva, in particolare il fallimento nel raggiungere uno qualsiasi dei suoi obiettivi, ha aggravato il conflitto esistente. Ciò ha portato ad avvertimenti da parte di politici e militari che il Paese stava crollando.
Il più chiaro di questi avvertimenti è arrivato da Yitzhak Brik, un ex comandante militare israeliano di alto rango. Ha scritto su Haaretz il 22 agosto che Israele “sta galoppando verso l’orlo di un abisso” e che “crollerà entro non più di un anno”. Sebbene Brik, tra i vari altri fattori, abbia incolpato Netanyahu della guerra persa a Gaza, la classe politica anti-Netanyahu ritiene che la crisi risieda principalmente nel governo stesso.
La soluzione, secondo i recenti commenti di Herzog, è che “il Kahanismo deve essere rimosso dal governo”. Il Kahanismo qui è un riferimento al Partito Kach del Rabbino Meir Kahane. Sebbene ora vietato, il Kach è riemerso in numerose forme, incluso nel Partito Otzma Yehudit (Potere Ebraico) di Ben-Gvir. Come discepolo di Kahane, Ben-Gvir è pronto a realizzare la visione del rabbino estremista: La Completa Pulizia Etnica del Popolo Palestinese.
Ben-Gvir e i suoi simili sono pienamente consapevoli dell’opportunità storica che è ora a loro disposizione mentre sperano di accendere la loro tanto ambita Guerra Religiosa. Sanno anche che, se la guerra a Gaza finisce senza far avanzare il loro piano principale di Colonizzare il resto dei Territori Occupati, tale opportunità potrebbe non presentarsi mai più.
La fretta di Ben-Gvir di realizzare l’Agenda Religiosa Sionista contraddice la forma tradizionale del Colonialismo Israeliano, che si basa sul Genocidio Progressivo dei palestinesi e sulla Lenta Pulizia Etnica delle comunità palestinesi da Gerusalemme Est e dalla Cisgiordania.
Sebbene l’esercito israeliano creda che gli insediamenti illegali siano essenziali, percepisce queste colonie come, in termini strategici, un cuscinetto di sicurezza per Israele.
I vincitori e i vinti della guerra ideologica e politica di Israele emergeranno molto probabilmente dopo la fine della guerra di Gaza, i cui esiti determineranno altri fattori, tra cui il futuro stesso dello Stato di Israele, secondo la previsione dello stesso Brik.
Ramzy Baroud è un giornalista e redattore di The Palestine Chronicle. È autore di sei libri. Il suo ultimo libro, curato insieme a Ilan Pappé, è “La Nostra Visione per la Liberazione: Leader Palestinesi Coinvolti e Intellettuali Parlano”. Ramzy Baroud è un ricercatore senior non di ruolo presso il Centro per l’Islam e gli Affari Globali (CIGA), dell’Università Zaim di Istanbul (IZU).
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org