In “Game of Chefs”, hanno scoperto che vandalizzare le case dei cittadini di Gaza li fa ridere

Una battuta che ha fatto ridere i giudici del programma TV israeliano “Game of Chefs” rivela come la realtà degli ultimi 11 mesi abbia corrotto ogni singola fibra del nostro essere.

Fonte: English version

di Roy Schwartz, 4 settembre 2024

FOTO: Lo chef Moshik Roth, uno dei giudici di Game of Chefs (Moshik Roth © GP)

Qualcosa ha fatto ridere la giuria di Game of Chefs nell’episodio della scorsa settimana. Non si trattava di un piatto servito, né di una barzelletta raccontata da uno dei concorrenti, e nemmeno di un aneddoto della carriera di successo dei tre chef. Si trattava di una breve clip inviata allo chef Yossi Shitrit che ha voluto condividere con i colleghi e gli spettatori a casa. “Bentornati in patria, ecco alcune pratiche di cui dovrete liberarvi quando entrerete in Israele”, ha esordito leggendo ciò che appariva sullo schermo del suo telefono, mentre la troupe di truccatori faceva le prove per il resto delle riprese. “Non si entra in una casa attraverso il muro”, ha continuato, sottolineando che era ‘per i soldati che lasciano Gaza’, mentre il suo collega Moshik Roth non nascondeva le sue risate. “Non si gettano sacchi pieni di spazzatura dalla finestra”, ha proseguito, “non si spargono vassoi di acciaio inossidabile davanti all’ingresso di casa, il tappeto non serve come tenda”. Roth ha continuato a spanciarsi dalle risate come se si trattasse di uno spettacolo di stand-up comedy particolarmente esilarante; lo chef di fama internazionale Assaf Granit ha fatto un sorriso furtivo, forse un po’ imbarazzato, e Shitrit ha concluso: “Divertente”.

Beh, non è divertente? Soldati che vandalizzano le case dei civili a Gaza – c’è qualcosa di più divertente di questo? Esilarante. Chi tra questo trio di chef non vorrebbe che degli estranei in uniforme entrassero in casa loro, facessero quelli che Shitrit probabilmente definirebbe “scherzi” e distruggessero tutto ciò che incontrano? L’importante è che non lo facciano, Dio non voglia, quando torneranno ai confini di Israele. Lasciate che facciano quello che vogliono nel cortile di casa, ma limitatelo lì, dove è divertente.

Ma il problema non è solo che gli stimati giudici di un reality show hanno trovato divertente abusare di persone innocenti. Questo è un programma che viene montato, ricordate che non è una trasmissione in diretta. Anche i truccatori hanno riso. E probabilmente non solo loro. È un dato di fatto che nessuna delle persone che hanno mandato in onda questo episodio – dal regista al montatore – ha pensato che ci fosse qualcosa di sbagliato. Una pausa comica in tempo di guerra, per parafrasare l’Haggadah della Pasqua: riversate la vostra ira e il vostro scherno sulle nazioni. E se sono palestinesi, è ancora meglio.

Qualcuno potrebbe dire di non averci pensato, di non aver prestato attenzione al messaggio terrificante che si celava dietro i discorsi divertiti e i larghi sorrisi. Questo sarebbe ancora peggio. È un’illustrazione di come la realtà qui, a quasi 11 mesi dall’inizio della guerra, abbia corrotto ogni fibra sana, o anche solo parzialmente sana, del nostro essere. Se tali affermazioni passano inosservate e vengono percepite come naturali, di quelle che possono andare in onda in prima serata, allora si può davvero dire che il reality è la realtà e viceversa.

È interessante ricordare i primi giorni della guerra, quando si discuteva sulla ripresa, almeno parziale, della normale programmazione televisiva. Chi può dimenticare le emozioni suscitate dal ritorno di A Star is Born e la corrispondenza dei suoi primi episodi con la guerra? Si è discusso anche del Grande Fratello, che alla vigilia del suo ritorno sugli schermi ha lanciato una campagna pubblicitaria con lo slogan: “Il Grande Fratello è tornato. I nostri fratelli e sorelle no”. Sono passati tre mesi da allora e chi si ricorda della campagna, o che ci sia stato un dilemma.

Nel giro di pochi mesi, siamo passati dal mettere in discussione la programmazione stessa a spargere letame come parte del programma. Uno specchio di una società polarizzata e divisa, che odia l’altro e gode della sofferenza dell’altro. Da ‘Insieme vinceremo’ siamo passati a ‘Insieme li falceremo e poi scherzeremo’. È così quando Canale 14 invita in studio i soldati di Forza 100 per spiegare che lo stupro va bene, o quando un commentatore di punta di Channel 12 News consiglia ai soldati che infrangono la legge che se vogliono farla franca, il segreto è non farsi beccare.

Quando tutto è così pieno di violenza, bullismo ed estremi, anche le ‘normali’ opinioni orribili e le battute di cattivo gusto diventano mainstream. Ma tra qualche mese non ci stupiremo che un altro confine sia stato superato e che lo chef Yossi Shitrit stia preparando qualcosa per l’Aia.

Traduzione: Simonetta Lambertini – invictapalestina.org