Gaza muore di fame mentre l’UE aiuta Israele a combattere l’abbuffata compulsiva

La disponibilità dell’UE a elargire sussidi a Israele mentre compie un genocidio è la prova tangibile che a Bruxelles c’è qualcosa di molto sbagliato

Fonte: English version

di David Cronin, 10 settembre 2024

Immagine di copertina: I funzionari dell’UE ritraggono ora Ursula von der Leyen, sostenitrice del genocidio, come una paladina della pace. (Dati Bendo / Unione Europea)

Mentre Gaza moriva di fame, l’Unione Europea ha deciso di finanziare un progetto israeliano di abbuffata compulsiva.

Questo fatto la dice lunga sulle priorità della burocrazia di Bruxelles e su come abbia continuato a collaborare con uno Stato che sta compiendo un genocidio.

Il progetto sul binge-eating è coordinato dal Weizmann Institute of Science. È tra i beneficiari di oltre 150 sovvenzioni a Israele che i funzionari di Bruxelles hanno firmato da quando, nell’ottobre dello scorso anno, è stata dichiarata la guerra di sterminio contro Gaza.

Ho trovato i dettagli di queste sovvenzioni setacciando un database sui finanziamenti alla ricerca dell’UE.

Il disturbo da binge-eating è un problema serio che merita un’attenta ricerca. Tuttavia, è ripugnante che l’UE approvi un progetto israeliano sul consumo eccessivo in un momento in cui Israele ha interrotto la fornitura di cibo e acqua agli abitanti di Gaza.

La sovvenzione al progetto sul binge-eating mi ha ricordato una vignetta del 1890 intitolata “L’Irlanda lotta contro la carestia, mentre il signor Balfour gioca a golf”.

Arthur James Balfour fu a capo dell’amministrazione coloniale britannica in Irlanda durante un periodo di difficoltà di massa e di notevoli disordini. In seguito avrebbe scritto la Dichiarazione Balfour del 1917, con la quale la Gran Bretagna offriva il proprio sostegno alla colonizzazione della Palestina da parte del movimento sionista.

La colonizzazione non solo continua nel 2024, ma è diventata più brutale che mai. Nonostante la preoccupazione per questa brutalità, gli Stati Uniti, l’Unione Europea e la Gran Bretagna la stanno sostenendo.

Balfour è stato deriso perché non ha permesso che la miseria causata dalle politiche britanniche lo distogliesse dai suoi hobby. Oggi, i decisori dell’Occidente sono così indifferenti agli orrori perpetrati a Gaza che mantengono un approccio business as usual nei confronti di Israele.

Vuoto di memoria

Compilando un elenco delle recenti sovvenzioni dell’UE a Israele, ho scoperto che alcune università ne hanno beneficiato in modo considerevole. Si tratta della Hebrew University di Gerusalemme, del Technion di Haifa e del già citato Weizmann Institute di Rehovot.

Nel suo libro Towers of Ivory and Steel (Torri d’avorio e d’acciaio), Maya Wind scrive che queste tre istituzioni sono state “fondate per far progredire lo sviluppo scientifico e tecnologico di Israele come Stato ebraico nella Palestina storica”. Durante il periodo che ha portato alla Nakba – la pulizia etnica della Palestina tra il 1947 e il 1949 – sono state “reclutate direttamente per sostenere la violenta espropriazione necessaria all’espansione territoriale sionista”.

Le università hanno contribuito a sostenere le forze che hanno attaccato città e villaggi palestinesi, oltre a sviluppare armi per loro. Esse svolgono tuttora tale funzione.

Un “parco scientifico” gestito dall’Istituto Weizmann, ad esempio, intraprende ricerche congiunte con alcuni dei principali produttori di armi di Israele. Una filiale di Elbit Systems – la più grande azienda israeliana di armi – ha addirittura sede in quel “parco”.

L’Istituto Weizmann, per non dimenticare, prende il nome da Chaim Weizmann. Figura di spicco del movimento sionista (divenne il primo presidente di Israele), esercitò forti pressioni affinché la Gran Bretagna rilasciasse la Dichiarazione Balfour e mantenesse gli impegni in essa contenuti.

La disponibilità dell’UE a elargire sussidi a Israele mentre compie un genocidio è la prova tangibile che a Bruxelles c’è qualcosa di molto sbagliato.

La verità è che l’UE ha favorito i crimini di Israele per molto tempo. Sebbene questa verità non sia difficile da stabilire, all’interno della burocrazia di Bruxelles c’è un numero considerevole di persone disposte ad accettare l’illusione che l’UE sia impegnata per la pace e la giustizia.

Dopo che Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha dato il suo appoggio incondizionato a Israele mentre il genocidio di Gaza prendeva il via lo scorso ottobre, alcuni funzionari di Bruxelles hanno espresso il loro disappunto organizzando delle proteste. Le proteste sono state successivamente accolte con la minaccia di punire i partecipanti.

Le proteste sono continuate, ma il messaggio che trasmettono è ora fuorviante.

Un volantino delle recenti manifestazioni sottolinea “la nostra lealtà all’istituzione [UE]”. Offrendo sostegno ai “nostri leader nella loro lotta per porre fine alla guerra”, cita la von der Leyen che afferma che “lo spargimento di sangue a Gaza deve finire ora”.

Tutti gli appelli che la von der Leyen ha fatto per porre fine allo spargimento di sangue non cancellano la sua storia estremamente recente di approvazione dello spargimento di sangue.

Le proteste sono state una risposta diretta al suo via libera. Piuttosto che chiedere che la von der Leyen sia ritenuta responsabile, i manifestanti stanno spingendo la sua complicità in un vuoto di memoria.

 

Traduzione: Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org