Negli ultimi 11 mesi, è emerso uno schema che mostra che l’esercito israeliano sta attaccando intenzionalmente i gruppi umanitari a Gaza che seguono protocolli di deconflittualità e condividono le loro coordinate con le autorità.
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The Cradle – 12 settembre 2024 Gli attacchi aerei israeliani sono diventati la principale causa di morte per gli operatori umanitari in tutto il mondo dal 7 ottobre, poiché l’esercito israeliano è responsabile di oltre il 75% delle 378 morti di operatori umanitari negli ultimi 11 mesi, secondo un rapporto di Responsible Statecraft basato sui dati compilati dalla Bancadati della Sicurezza degli Operatori Umanitari (Aid Worker Security Database – AWSD) finanziato dall’USAID.
Le cifre pubblicate il 12 settembre includono il più recente massacro israeliano di operatori delle Nazioni Unite nel campo profughi di Nuseirat a Gaza.
Negli ultimi tre mesi del 2023, gli attacchi israeliani contro gli operatori umanitari nei Territori Palestinesi Occupati hanno causato più morti “rispetto all’intero anno più mortale mai registrato”.
Inoltre, negli ultimi 11 mesi è emerso un chiaro schema che mostra che l’esercito israeliano sta intenzionalmente prendendo di mira i gruppi di soccorso che condividono le proprie coordinate con le autorità.
“Questo schema di attacchi è intenzionale o indicativo di incompetenza sconsiderata”, ha dichiarato Christopher Lockyear, Segretario Generale di Medici Senza Frontiere (MSF), al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a febbraio dopo che un carro armato israeliano ha bombardato una struttura di MSF a Khan Yunis.
Responsible Statecraft evidenzia questo schema elencando 14 diversi casi in cui l’esercito israeliano ha deliberatamente preso di mira gli operatori umanitari a Gaza nonostante le loro organizzazioni seguissero i protocolli di deconflittualità richiesti per evitare attacchi e condividessero le proprie coordinate con le autorità israeliane.
Tra novembre e dicembre 2023, le forze israeliane hanno attaccato un convoglio MSF “chiaramente segnalato” a Gaza, hanno sparato colpi di cannone da 20 mm contro le strutture dell’UNRWA a Rafah, hanno aperto il fuoco su un convoglio ONU nel centro di Gaza e hanno bombardato il Convento delle Suore di Madre Teresa (Missionarie della Carità), una chiesa elencata tra le strutture cristiane che i membri del Congresso degli Stati Uniti avevano segnalato alle autorità israeliane per protezione.
Solo a gennaio, l’esercito israeliano ha attaccato rifugi e complessi residenziali gestiti da MSF, ONU, Comitato Internazionale di Soccorso (IRC), Assistenza Medica per i Palestinesi (MAP) e gli uffici dell’Agenzia di Sviluppo belga, Enabel.
Simili attacchi sono continuati per tutto l’anno, incluso il bombardamento di un convoglio del Centro di Vettovagliamento Mondiale (World Central Kitchen – WCK) che ha ucciso sette operatori umanitari ad aprile. Anche il Programma Alimentare Mondiale (WFP), l’UNICEF e altre organizzazioni umanitarie sono state prese di mira dalle forze israeliane sulle stesse coordinate fornite dalle organizzazioni.
“Le organizzazioni umanitarie possono avere sede in un Paese occidentale (incluso uno su cui Israele fa affidamento per le armi), avere una linea diretta con l’IDF, seguire alla lettera tutte le procedure di deconflittualità e comunque essere attaccate dall’IDF”, scrive Stephen Semler, co-fondatore dell’Istituto per la Riforma delle Politiche di Sicurezza, per Responsible Statecraft.
Semler sottolinea inoltre che gli attacchi incessanti di Israele contro gli operatori umanitari sono accompagnati da un modello simile da parte dei funzionari della Casa Bianca, che “non hanno fatto altro che pronunciare parole di preoccupazione dal podio dei comunicati stampa”.
Le ripetute dichiarazioni di preoccupazione da parte di Washington sono spesso accompagnate dall’approvazione di spedizioni di armi e accordi sulle armi per Israele. Dal 7 ottobre, gli Stati Uniti hanno inviato oltre 50.000 tonnellate di armi ed equipaggiamento militare a Israele, oltre a miliardi di “assistenza militare”.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org