I Crimini commessi a Qabatiya riflettono le Pratiche Genocide in corso che Israele ha portato avanti impunemente.
Fonte: English version
Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 22 settembre 2024
Territorio palestinese – In un episodio orribile che si aggiunge alla serie in corso di atrocità e Crimini gravi nel Territorio Palestinese Occupato, i soldati israeliani hanno gettato i corpi dei palestinesi uccisi dal tetto di una casa a Qabatiya, a Nord della Cisgiordania Occupata, giovedì. Questo episodio richiede un’indagine internazionale immediata e approfondita.
Un video scioccante mostrava soldati israeliani che facevano irruzione nella città di Qabatiya, vicino a Jenin, dove assediavano tre palestinesi in un edificio di due piani e lo attaccavano con proiettili incendiari Energa, prima di ucciderli e abusare dei loro corpi gettandoli dalla cima della struttura a terra.
Nei video si vedono tre soldati israeliani che scalano il tetto dell’edificio, spingono i corpi e poi li scagliano dal piano superiore. Uno dei video mostra un soldato che calcia un cadavere finché non cade dal bordo.
Devono essere implementate procedure di responsabilità per il Crimine di soldati israeliani che abusano di cadaveri palestinesi, in particolare alla luce dell’importanza posta dal Diritto Internazionale sulla necessità di trattare i corpi con rispetto, prevenire danni e restituirli alle loro famiglie. Ciò è particolarmente cruciale considerando la frequenza con cui, durante il Genocidio in corso contro i civili palestinesi dal 7 ottobre, l’esercito israeliano ha compiuto azioni così gravi nella Striscia di Gaza come irrompere nei cimiteri, spianarli con le ruspe, dissotterrare salme e deturpare tombe e rimuovere numerosi corpi da esse.
Secondo il Diritto Penale e Umanitario Internazionale, le scene orribili viste a Qabatiya sono più di semplici potenziali Crimini di Guerra. Le Convenzioni di Ginevra sono molto chiare sul trattamento dei corpi con dignità umana e proibiscono severamente la loro mutilazione o disumanizzazione, anche se i morti erano combattenti. Allo stesso modo, lo Statuto di Roma designa come Crimini di Guerra qualsiasi atto che violi la dignità di un’altra persona, come il trattamento disumanizzante e inumano del defunto.
In aperta sfida alle convenzioni e agli accordi internazionali, Israele è l’unica nazione a trattenere sistematicamente i corpi delle persone decedute per lunghi periodi, a volte mutilarli e a difendere questa pratica definendola una “pratica di deterrenza per la sicurezza”.
Israele deve essere pressato a rispettare le norme del Diritto Internazionale che richiedono espressamente il rispetto e la protezione dei corpi durante i conflitti armati. La Quarta Convenzione di Ginevra sottolinea che le parti in conflitto devono adottare tutte le misure necessarie per impedire il vilipendio e la mutilazione dei corpi e che la mancata restituzione dei corpi dei defunti alle loro famiglie per una sepoltura dignitosa in conformità con le loro convinzioni religiose può equivalere a una punizione collettiva vietata dall’Articolo 33 della Quarta Convenzione di Ginevra e dall’Articolo 50 dei Regolamenti dell’Aja.
Ciò che è accaduto a Qabatiya viola la definizione legale di Crimini di Guerra in quanto fa parte di un modello sistematico e continuo di disumanizzazione che i palestinesi hanno sopportato per decenni, piuttosto che un episodio isolato ed eccezionale commesso da alcuni soldati.
I Crimini commessi a Qabatiya riflettono le Pratiche Genocide in corso che Israele ha portato avanti impunemente.
Come espresso dal recente parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia in merito all’illegalità dell’Occupazione Israeliana del Territorio Palestinese, nonché dalla Risoluzione ampiamente sostenuta approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite due giorni fa, non esiste una base legittima per la presenza delle Forze di Occupazione Israeliane nei Territori Palestinesi. Israele è invitato a ritirarsi immediatamente da questi Territori, a rispettare il Diritto Internazionale e i diritti e la sovranità del popolo palestinese.
Questa Occupazione, che funge sia da copertura che da strumento per il Progetto di Insediamento Coloniale Israeliano, è ora ampiamente riconosciuta come illegale e deve terminare immediatamente. Solo allora al popolo palestinese sarà consentito di vivere in pace e dignità ed esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione. Questi principi giuridicamente vincolanti si applicano a tutti gli Stati, non solo a Israele.
Il momento di ritenere Israele responsabile è atteso da tempo. Per il bene delle generazioni presenti e future, per il popolo palestinese e per tutta l’Umanità, la comunità internazionale deve ora riconoscere le conseguenze delle sue azioni e inazioni passate e agire rapidamente per porre fine a questa sofferenza e correggere questa ingiustizia storica.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org