La politica estera degli Stati Uniti ha creato un Israele Genocida

Senza massicci e incondizionati sussidi militari degli Stati Uniti, Israele avrebbe dovuto praticare la diplomazia con i propri vicini anni fa.

Fonte: English version

Di Sunjeev Bery – 10 ottobre 2024 

Immagine di copertina: Bandiere nazionali degli Stati Uniti e di Israele vengono sventolate durante una manifestazione di fronte all’ambasciata degli Stati Uniti a Tel Aviv il 20 settembre 2023. Foto: Jack Guez/AFP/Getty Images

Mentre Beirut brucia sotto le bombe di Israele, è ovvio per chiunque presti attenzione che l’America ha da tempo incubato l’emergere della peggiore versione possibile di Israele. Decenni di politica estera degli Stati Uniti hanno premiato e accelerato una traiettoria discendente di politiche e Azioni Genocide sia nella società israeliana che nel governo. E ora, con il pieno sostegno del Presidente Joe Biden e della vice Presidente Kamala Harris, Israele sta guidando ondate su ondate di violenza crescente nella sua continua spinta per eliminare qualsiasi opposizione alla continua espansione di uno Stato Ebraico in terre dove milioni di palestinesi, libanesi e altre persone vivono già.

L’Israele che vediamo oggi è il peggiore di tutti i potenziali risultati, un Paese Nazionalista, Razzista e Genocida che percepisce gli arabi Cristiani e Musulmani come corpi da schiacciare e distruggere. Questa orribile realtà è il risultato diretto di decenni di massicci sussidi militari e sostegno politico da parte degli Stati Uniti. Senza questo sostegno, Israele avrebbe dovuto scendere a compromessi con i suoi vicini anni fa.

Il sostegno degli Stati Uniti a Israele ha completamente isolato i vertici politici israeliani da qualsiasi conseguenza delle loro azioni. Di conseguenza, la società israeliana è diventata un caso di studio orribile nella Politica del Genocidio. Oggi, i funzionari israeliani sionisti chiamano persino i bambini palestinesi “terroristi”, mentre i cecchini israeliani a Gaza piantano proiettili nei cuori e nelle teste dei bambini palestinesi. Nel frattempo, i coloni ebrei fantasticano apertamente sulla Colonizzazione Sionista delle Terre Palestinesi e Libanesi. E come ricompensa per aver guidato queste Politiche Genocide, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ottenuto una nuova popolarità tra gli elettori.

A ogni passo lungo il cammino, Biden e Harris hanno ricompensato questi sviluppi politici con più armi e propaganda pro-Israele di supporto. La più recente dichiarazione di sostegno a Israele è avvenuta durante l’intervista di Harris al programma di notizie statunitense “60 Minutes”, quando ha ripetuto ancora una volta i suoi vuoti punti di discussione sul “diritto di Israele a difendersi”.

Le ultime ondate di violenza distruttiva possono essere tutte ricondotte ai recenti sforzi degli Stati Uniti per dare forma a una nuova realtà geopolitica per il Medio Oriente che non ha ricevuto alcun reale sostegno democratico dalle società interessate. Nell’ambito degli Accordi di Abramo, sia l’amministrazione Trump che quella Biden hanno cercato di costruire alleanze pubbliche tra Israele e le vicine monarchie petrolifere del Medio Oriente.

Questo sforzo continuo ha avuto un costo reale per i palestinesi. Se Israele potesse stabilire relazioni diplomatiche complete con i suoi vicini dittatori, potrebbe farla franca continuando la sua distruzione della società palestinese senza alcun costo diplomatico regionale. Naturalmente, l’unica società che ha avuto voce in capitolo in questa questione è stata quella dell’elettorato israeliano che ha eletto Netanyahu. Ogni altro governo nella regione che ha partecipato agli Accordi di Abramo, tra cui Marocco, Bahrein ed Emirati Arabi Uniti, è fondamentalmente antidemocratico.

E’ stato nel contesto di questa emarginazione palestinese sotto gli Accordi di Abramo che Yahya Sinwar di Hamas ha lanciato i violenti attacchi del 7 ottobre contro soldati e civili israeliani. Poiché gli Stati Uniti hanno promosso un programma di Accordi di Abramo che avrebbe ulteriormente consacrato l’Apartheid, Hamas giocò l’unica vera carta che detiene: attaccare soldati e civili israeliani.

Israele ha iniziato quindi a bombardare in massa Gaza, che rapidamente si è trasformata in una Campagna su vasta scala di Pulizia Etnica e Genocidio, con l’obiettivo dichiarato di distruggere sia Hamas che il popolo palestinese. Hezbollah e gli Houthi dello Yemen hanno risposto lungo il cammino organizzando i propri attacchi contro Israele e gli interessi israeliani. L’ulteriore incremento dell’impegno militare di Israele, uccidendo il leader politico di Hamas Ismael Haniyeh in Iran e il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah in Libano, hanno spinto due attacchi missilistici iraniani contro Israele.

Il fattore finale di tutta questa violenza è la politica estera degli Stati Uniti. Ci sono molti attori in Medio Oriente con i loro programmi, e Iran, Hezbollah e Hamas hanno tutti le mani sporche di sangue, anche per ciò che Iran e Hezbollah hanno perpetrato separatamente in Siria. Ma la violenza che vediamo oggi in Medio Oriente è fondamentalmente guidata dagli interventi degli Stati Uniti nella regione. Questi interventi, che vanno da iniziative diplomatiche come gli Accordi di Abramo all’assegno in bianco infinito del supporto militare degli Stati Uniti a Israele, servono tutti a proteggere Israele dalla pressione e dai costi che normalmente affronterebbe per la sua oppressione dei palestinesi.

La semplice realtà è che la politica estera degli Stati Uniti rimane sanguinosa e orribile come è sempre stata. Nei decenni precedenti, le perdite “accettabili” includevano 1-2 milioni di civili uccisi in Vietnam, un altro milione di morti in Indonesia, la carneficina dei dittatori sostenuti dagli Stati Uniti in America Latina e le centinaia di migliaia di morti durante le invasioni statunitensi in Iraq e Afghanistan. Gli odierni interventi militari e diplomatici degli Stati Uniti in Medio Oriente non sono diversi.

Per porre fine alle orribili azioni di Israele in Medio Oriente, dobbiamo cambiare la politica dell’America stessa. Non è un compito facile, dato il robusto potere e l’influenza delle reti, dei donatori e dei gruppi di pressione pro-Israele, e pro-Guerra, all’interno degli Stati Uniti. Ma è il compito a portata di mano e dovrebbe essere il fulcro di ogni persona di coscienza, sia all’interno che all’esterno dei confini degli Stati Uniti. Come è accaduto in altre regioni del mondo, la politica estera degli Stati Uniti rappresenta l’ostacolo fondamentale alla giustizia, alla democrazia e alla pace in Medio Oriente.

Sunjeev Bery è un analista di politica estera e difensore dei diritti umani.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org