Combattere fino alla fine: la morte di un eroe rafforza gli animi

Sinwar ha resistito fino alla fine, respingendo gli israeliani con granate e perfino con una mano  mozzata dal colpo di un carro armato.

Fonte. English version

Di Jeremy Salt — 20 ottobre 2024

Immagine di copertina: Hamas ha annunciato il martirio del leader palestinese Yahya Sinwar. (Design: Palestine Chronicle, Social Media)

Non abbiamo bisogno che gli storici del futuro ci dicano che Yahya Sinwar era un eroe della resistenza coloniale. Lo sappiamo già. Ha trascorso 22 anni in una prigione israeliana prima di essere rilasciato in uno scambio di prigionieri. Lungi dall’imparare la lezione che Israele sperava di insegnargli, è tornato in battaglia ed è diventato uno degli strateghi più abili di Hamas.

Sinwar ha resistito fino alla fine, combattendo gli israeliani con granate e persino con una mano tranciata da un proiettile di carro armato, lanciando un bastone al drone mandato a identificarlo prima del colpo del cecchino che alla fine lo ha ucciso. Un secondo proiettile di carro armato ha distrutto l’edificio e lo ha seppellito sotto le macerie, così che ha condiviso la sorte sofferta da decine di migliaia di altri palestinesi nel genocidio.

Sebbene Israele abbia affermato di averlo trovato per caso, è probabile che sapesse dove si trovava. Nella sua dichiarazione dalla Casa Bianca, Biden ha sottolineato quanto gli Stati Uniti abbiano lavorato intensamente e da vicino con Israele per trovarlo. Data la gamma combinata di armi del nemico, dalle bombe bunker-buster ai droni e ai mezzi più avanzati di sorveglianza elettronica, Sinwar sapeva che quasi certamente lo avrebbero preso un giorno e aveva fatto la sua scelta di combattere fino alla fine molto tempo fa.

Resistendo all’occupazione, Sinwar non era diverso dal maquis francese o dagli ebrei della rivolta di Varsavia nel resistere ai nazisti. Ma proprio come i nazisti diffamavano coloro che osavano opporsi a loro, così i politici e i media occidentali catalogavano  Sinwar come un terrorista e come l’uomo più malvagio sulla faccia della terra.

Non c’è niente di insolito in questo. Gli africani che resistettero all’invasione e all’occupazione nel XIX secolo ai loro tempi erano gli uomini più malvagi sulla faccia della terra. In alternativa, allo stesso tempo, erano anche fanatici o semplicemente pazzi (il “mullah pazzo” del Somaliland e il “Mahdi pazzo” del Sudan, entrambi eroi proto-nazionali nella storia africana della resistenza).

Il divario tra il modo in cui i governi e i media occidentali vedono il Medio Oriente/Asia occidentale e il modo in cui lo vede il resto del mondo è ormai un abisso incolmabile.

La voce mediatica più stridente a sostegno dell’illegalità internazionale su larga scala, compreso l’omicidio di massa di musulmani con il pretesto della guerra (c’è qualcuno che può anche solo lontanamente supporre che ci sarebbe un tale sostegno se la pelle fosse bianca e la religione cristiana o ebraica?) è la News Corporation di Murdoch, che nel suo paese d’origine incorpora il quotidiano ultraconservatore australiano e Sky News.

La macabra esultanza per la morte di Sinwar che esce dalla scuderia di Murdoch è contrapposta all’adulazione di un uomo ricercato per omicidio di massa dalla CPI (Corte penale internazionale), un uomo il cui governo è stato dichiarato colpevole di genocidio “plausibile” dalla CIG (Corte internazionale di giustizia).

 

Ciò accadde a gennaio e da allora la situazione è peggiorata notevolmente, poiché Israele ha completamente ignorato le conclusioni della Corte internazionale di giustizia e ha continuato a commettere crimini ancora più gravi.

Qui, vale la pena di fare riferimento in dettaglio al mandato di arresto per Netanyahu emesso dal procuratore capo della CPI, Karim Khan. Le accuse contro di lui di responsabilità per crimini di guerra e crimini contro l’umanità sono elencate come fame come metodo di guerra, causare volontariamente grandi sofferenze o gravi lesioni al corpo o alla salute, uccisione volontaria, attacchi intenzionali a una popolazione civile, sterminio e/o omicidio, persecuzione come crimine contro l’umanità e altri atti disumani.

Sono stati emessi mandati di cattura anche per Muhammad Deif, Yahya Sinwar e Ismail Haniyeh per omicidio, presa di ostaggi e attacchi sistematici contro la popolazione civile il 7 ottobre, ma quello è stato un giorno, non mesi, ormai più di un anno, e per quanto gravi siano queste accuse, quelle contro Netanyahu sono molto più estese. Niente potrebbe essere più grave dell’accusa di sterminio, niente di più inquietante per un popolo reso più forte dalla persecuzione dell’accusa di persecuzione.

Il mondo non ha certo bisogno di un’accusa e di un tribunale per vedere l’enormità dei crimini commessi da Israele, con la piena approvazione della maggior parte del suo popolo. Questi crimini spaziano dall’uccisione di massa di civili in attacchi con bombe all’assassinio non solo di personaggi di spicco di Hamas e Hezbollah, ma anche di giornalisti, personale medico e persino, come in Libano di recente, dei sindaci dei consigli locali.

In Cisgiordania, gli atti vandalici e gli omicidi da parte dei soldati, autorizzati dall’amministrazione occupante, hanno lo stesso obiettivo dell’attacco a Gaza, ovvero la distruzione di tutto ciò che appartiene alla popolazione civile palestinese, con la sua eliminazione fisica come obiettivo finale.

Come dimostrano i loro stessi video, in cui saltellano vestiti da donna nelle case che hanno distrutto e gioiscono mentre le scuole e le università che hanno minato crollano, anche questi barbari in uniforme sono criminali di guerra.

La “Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sui territori palestinesi occupati, compresi Gerusalemme Est e Israele” delle Nazioni Unite, in un rapporto pubblicato l’11 settembre 2024, si è concentrata sul trattamento dei detenuti e degli ostaggi negli attacchi israeliani alle strutture mediche di Gaza dopo il 7 ottobre.

Cita la scoperta dell’OMS secondo cui dal 7 ottobre al 30 luglio, attacchi “diffusi e sistematici” a 110 strutture sanitarie hanno ucciso 747 persone e quindi altre 969. Gli attacchi aerei contro gli ospedali e i locali ospedalieri assediati erano stati preceduti da ordini di evacuazione, ma l’evacuazione in sicurezza era stata impedita.

Secondo il Ministero della Salute di Gaza, 500 membri del personale medico sono stati uccisi dal 7 ottobre al 23 giugno, e molti altri sono stati ovviamente uccisi dopo quella data. Altri 19 membri del personale o volontari della Palestine Red Crescent Society, equivalente della Croce Rossa, sono stati uccisi.

Tra le centinaia di personale medico rapito figurano tre direttori di ospedale, con almeno due membri senior del personale medico morti in stato di detenzione e 128 operatori sanitari ancora detenuti. Erano stati lanciati attacchi diretti contro convogli medici del CICR, dell’ONU, della PRCS (Palestine Red Crescent Society) e delle ONG, con 113 ambulanze attaccate e 61 danneggiate.

Il rapporto fa riferimento all’uccisione della famiglia Rajab nella loro auto, al tentativo di un’ambulanza di raggiungere l’unico membro sopravvissuto, Hind, una bambina di cinque anni, dopo che la forza di occupazione aveva liberato il suo passaggio sicuro verso il sito solo per essere distrutta da un missile e i due paramedici uccisi. Centinaia di proiettili sono stati sparati nell’auto da un carro armato, uccidendo infine Hind.

Il rapporto ha rilevato che al 15 luglio 2024, 20 ospedali su 36 erano completamente non funzionanti e gli altri 16 erano solo parzialmente operativi. In Cisgiordania, 23 persone erano state uccise in 520 attacchi a strutture sanitarie, con tre pazienti, uno dei quali paralizzato, assassinati nei loro letti dopo che le forze di “sicurezza” israeliane travestite da donne e personale medico avevano invaso l’ospedale Ibn Sina di Jenin a gennaio.

A Gaza, gli ospedali Awdah, Shifa e Nasr erano stati deliberatamente presi di mira dai cecchini. A febbraio un palestinese ammanettato era stato mandato all’ospedale Nasr per dire alla gente di andarsene, solo per essere ucciso a colpi di arma da fuoco quando se n’era andato.

Più di 500 corpi sono poi trovati in fosse comuni scavate nei terreni degli ospedali Shifa e Nasr. I corpi includevano quelli di bambini e donne. Alcuni mostravano segni di tortura ed esecuzione sommaria. Altri avevano le mani legate, indossavano ancora i braccialetti dell’ospedale e i camici chirurgici o erano stati spogliati nudi. Sebbene Israele abbia negato di aver scavato le fosse, ha ammesso di averle disseppellite alla ricerca dei corpi dei prigionieri israeliani (non ne ha trovato nessuno).

L’ospedale turco nel corridoio di Netzarim è stato costretto a chiudere a causa dei danni causati dagli attacchi aerei. Essendo l’unico ospedale oncologico dedicato a Gaza, 10.000 pazienti sono rimasti senza accesso alle cure. L’ospedale Awdah, il principale fornitore di assistenza sanitaria riproduttiva, è stato ripetutamente preso di mira nonostante MSF (Medici Senza Frontiere) avesse fornito le sue coordinate alle forze di occupazione. Quattro dottori erano già stati uccisi quando, a dicembre, a tutti gli uomini sopra i 15 anni è stato ordinato di andarsene.

Diverse persone, tra cui personale medico e una donna incinta, sono state uccise quando l’ospedale è stato svuotato. Dal 7 ottobre al 23 dicembre l’ospedale ha fornito assistenza a 15.577 pazienti con soli 75 posti letto e a febbraio è stato costretto a cessare parzialmente le operazioni.

Gli attacchi diretti alle strutture sanitarie hanno colpito circa 540.000 donne o ragazze in età riproduttiva. Con gli ospedali non sicuri o incapaci di fornire servizi, sono costrette a partorire in condizioni non igieniche a “casa”, in una tenda o ovunque siano riuscite a trovare riparo dai bombardamenti israeliani. Nel dicembre 2023, anche la clinica per la fecondazione in vitro di Basmah è stata bombardata, distruggendo 3000 embrioni.

Già a giugno, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia stimava che 3000 bambini malnutriti rischiassero di morire. Si sa che alcuni sono morti e ora la fame non è solo un’accusa contro Netanyahu, ma viene apertamente promossa come un mezzo per liberare Gaza dalla sua popolazione civile.

L’arresto arbitrario di migliaia di palestinesi, la loro scomparsa senza che il regime occupante fornisca nomi o informazioni sulla loro ubicazione, e la tortura, l’umiliazione e le violenze sessuali sui prigionieri, più note nel centro di tortura di Sde Teiman nel Naqab, fanno parte di un quadro di distruzione totale perpetuato dal governo e dal comando militare israeliani.

Ak 15 luglio, il rapporto ONU ha scoperto che almeno 53 palestinesi erano morti in custodia, 44 da Gaza, inclusi 36 che erano “morti” a Sde Teiman, e nove dalla Cisgiordania. È certo che da allora ne siano “morti” altri.

L’esercito israeliano commette omicidi di massa ogni giorno da più di un anno. Sebbene il pretesto sia militare, i veri obiettivi sono le popolazioni civili di Gaza, della Cisgiordania e ora del Libano. Non c’è limite a chi o cosa Israele distruggerà. Niente e nessuno è al sicuro e ogni legge di guerra viene violata. Ogni istituzione internazionale che chiede conto a Israele, dall’ONU e dal suo segretario generale alla Corte internazionale di giustizia e alla Corte penale internazionale, viene abusata e derisa.

Nessuna atrocità è così grave per Israele da non poter essere superata. Il 14 ottobre 2024 un aereo da guerra israeliano ha bombardato le tende fuori dall’ospedale di Aqsa a Deir al Balah. Quattro persone sono state bruciate vive e 40 sono rimaste ferite. Tre dei quattro morti erano Alaa al Dalou, 37 anni, la madre di Sha’aban, 19 anni, e Abdurrahman, 12 anni, morto per le ustioni diversi giorni dopo. Il 20 ottobre, circa 100 civili sono stati uccisi in un altro bombardamento di Deir al Balah. Decine di altri sono stati uccisi nel bombardamento del campo profughi di Jabiliya, con corpi in decomposizione lasciati nelle case o per strada perché era troppo pericoloso recuperarli.

Ciò che sta prendendo forma ora è il “piano generale”, secondo il quale alle centinaia di migliaia di persone nel nord di Gaza verrà dato un ultimatum: “arrendersi o morire di fame” o essere uccise se non se ne andranno nella striscia di Mawasi, nel sud.

La situazione di carburante, cibo e acqua è già disperata, con gli aiuti bloccati quasi completamente. Il WFP (il Programma Alimentare Mondiale) non è stato in grado di inviare alcun aiuto a nord di Gaza dall’inizio di ottobre. Un rivolo sta arrivando da alcune ONG, ma la distribuzione è bloccata da Israele o al valico o dai continui bombardamenti che rendono la consegna troppo pericolosa.

L’ospedale Al Awda di Jabaliya, l’ospedale indonesiano e gli ospedali Kamal Adwan di Beit Lahiya hanno ricevuto l’ordine di evacuare tutto il personale e i pazienti, indipendentemente dalle loro condizioni. Rimangono sotto assedio militare.

I crimini di guerra contro l’umanità commessi da Israele sono così oltraggiosi ed evidenti che i suoi collaboratori nei cosiddetti organi di informazione non fanno altro che rendersi stupidi e lacchè sopprimendo o distorcendo la verità e cercando di presentare il colpevole come la vittima.

L’orribile immagine di un braccio che si agita dal mezzo dell’incendio che ha ucciso la famiglia Dalou ha scioccato un mondo già scioccato. Questi crimini sono così atroci che alcuni degli “amici” tradizionali di Israele stanno iniziando a fare marcia indietro, anche se Trump e Harris continuano a sostenere il “diritto” di Israele a difendersi.

Yahya Sinwar era un uomo straordinariamente coraggioso. Era allo scoperto, non si nascondeva in un tunnel, come i media israeliani hanno ripetutamente affermato, ma era armato e in attesa di affrontare i suoi nemici, nonostante avesse una mano mozzata. Se lui entra nella storia come un eroe della resistenza, Netanyahu vi entrerà come uno dei peggiori criminali di guerra della storia moderna.

Non passerà molto tempo prima che le brigate Sinwar, Haniyeh e Nasrallah si uniscano alla battaglia contro Israele. L’assassinio da parte della Gran Bretagna dello Shaikh Izz al Din al Qassam negli anni ’30 non fermò la resistenza palestinese e non lo faranno nemmeno questi omicidi. Al contrario, rafforzeranno ancora di più gli animi.

Jeremy Salt ha insegnato per molti anni all’Università di Melbourne, alla Bosporus University di Istanbul e alla Bilkent University di Ankara, specializzandosi nella storia moderna del Medio Oriente. Tra le sue pubblicazioni recenti, il libro del 2008 The Unmaking of the Middle East. A History of Western Disorder in Arab Lands (University of California Press) e The Last Ottoman Wars. The Human Cost 1877-1923 (University of Utah Press, 2019). Ha contribuito con questo articolo a The Palestine Chronicle.

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente ugualiu” -Invictapalestina.org