Israele usa massacri e bombardamenti di rifugi e ospedali come parte della sua strategia sistematica per evacuare il Nord di Gaza

Le condizioni di vita in tutta la Striscia, in particolare nel Nord, stanno precipitando da 12 mesi.

Fonte: English version

Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 22 ottobre 2024

Territorio Palestinese – Israele sta lavorando sistematicamente e ampiamente per scacciare la popolazione palestinese e sfollarla forzatamente dalle sue aree residenziali nella Striscia di Gaza settentrionale, usando Massacri, Uccisioni di Massa, Bombardamenti di ospedali e rifugi e la distruzione di infrastrutture vitali. Le condizioni di vita in tutta la Striscia, in particolare nel Nord, stanno precipitando da 12 mesi.

I Massacri sul campo dell’esercito israeliano dimostrano che il piano per liberare la terra dal suo popolo e sradicare la presenza palestinese sta procedendo a un ritmo senza precedenti. Gli abitanti del posto che non sono in grado o non vogliono lasciare le proprie case sono considerati “terroristi” e sono soggetti a attacchi diretti e uccisioni.

Insieme al campo di Jabalia nella Striscia di Gaza settentrionale, dove gli aerei israeliani hanno lanciato volantini martedì mattina, 22 ottobre, esortando i residenti di Beit Lahia, compresi quelli nei rifugi e negli ospedali, a evacuare forzatamente e dirigersi verso l’Ospedale Indonesiano di Jabalia, dove le Forze di Occupazione hanno allestito un posto di blocco prima di costringere i residenti ad abbandonare la Striscia di Gaza settentrionale, come accaduto negli ultimi due giorni con migliaia di persone nei rifugi che circondano l’Ospedale Indonesiano, l’Esercito di Occupazione Israeliano ha anche aumentato la portata e l’intensità delle sue operazioni militari per includere il Progetto Beit Lahia.

L’esercito israeliano ha ordinato l’evacuazione dell’Ospedale Kamal Adwan nel Progetto Beit Lahia, che ospita il maggior numero di vittime dell’aggressione israeliana, dopo che il personale medico si è rifiutato di evacuarlo durante i primi giorni della precedente aggressione. L’ultimo ordine di sfollamento forzato di Israele include l’ospedale.

Le operazioni dell’ospedale sono gravemente ostacolate dalla carenza di forniture mediche e unità di sangue, dai continui bombardamenti nella zona e dall’esaurimento del personale medico che ha dovuto curare centinaia di persone morenti e ferite nel corso di 18 giorni.

La maggior parte dei centri di accoglienza di Jabalia e nei campi di Jabalia sono stati bombardati dalle forze israeliane, che hanno anche preso di mira gli sfollati mentre rispondevano agli ordini di sfollamento e ai piani di evacuazione. Questo attacco è stato ripetuto lunedì 21 ottobre, quando sono state colpite le scuole di Al-Fawqa, con conseguente uccisione di 17 palestinesi e il ferimento di molti altri.

L’Esercito di Occupazione Israeliano ha stretto il cappio attorno al Progetto Beit Lahia dopo che molti residenti di Jabalia che non erano disposti a lasciare la zona vi hanno cercato rifugio, imponendo un assedio con una cintura di fuoco e chiedendo che i suoi residenti e gli sfollati che vi si erano rifugiati se ne andassero.

L’Esercito di Occupazione Israeliano sta inoltre sistematicamente distruggendo stazioni idriche, panifici, strade e terreni agricoli, alcuni dei quali sono stati ripiantati per soddisfare le esigenze della popolazione dopo che l’ingresso di qualsiasi verdura è stato proibito negli ultimi mesi, nella Striscia di Gaza settentrionale.

Nel quartiere Al-Shimaa di Beit Lahia, l’Esercito di Occupazione Israeliano ha ucciso tre contadini, tra cui l’ingegnere agricolo Youssef Saqr Abu Rabie. Mesi fa, Abu Rabie ha avviato un progetto agricolo nella Striscia di Gaza settentrionale per combattere la carestia imposta da Israele.

Nel corso degli ultimi 18 giorni, l’esercito israeliano ha distrutto e bruciato centinaia di case nella Striscia di Gaza settentrionale, in particolare nel campo di Jabalia. Quasi 700 persone sono state uccise e oltre mille sono rimaste ferite, e molte altre sono ancora intrappolate sotto le macerie delle loro case e nei rifugi che sono stati presi di mira. A causa dell’assedio israeliano e dell’imposizione di un divieto di movimento, è impossibile recuperare queste vittime ed evacuarle in sicurezza.

Dato che l’esercito israeliano sta portando avanti uccisioni di massa e individuali sistematiche e diffuse; una deliberata campagna di carestia; spostamenti forzati di massa; e la completa distruzione di ciò che resta delle più basilari necessità della vita, le Nazioni Unite devono dichiarare la Striscia di Gaza settentrionale un’area disastrata che richiede interventi immediati. Dovrebbe anche costringere Israele a fermare il Genocidio e proteggere i civili nel Nord e in tutta la Striscia di Gaza. l’Osservatorio Euro-Mediterraneo sottolinea che la comunità internazionale, inclusa l’ONU, è complice del più atroce dei Crimini, il Genocidio, perché la stragrande maggioranza dei suoi membri non si è mossa per porre effettivamente fine a ciò che sta accadendo.

Traduzione di Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org