La guerra di Israele al giornalismo

Il Genocidio di Israele include la Censura più draconiana e l’Omicidio intenzionale di giornalisti dalla creazione della moderna corrispondenza di guerra. Le conseguenze saranno catastrofiche.

Fonte. English version

Di Chris Hedges – 25 ottobre 2024

Ci sono circa 4.000 giornalisti stranieri accreditati in Israele per coprire la guerra. Soggiornano in alberghi di lusso. Partecipano a spettacoli di strada orchestrati dall’esercito israeliano. In rare occasioni, possono essere scortati dai soldati israeliani in visite lampo a Gaza, dove vengono mostrati loro presunti nascondigli di armi o tunnel che l’esercito afferma siano usati da Hamas. Partecipano diligentemente alle conferenze stampa quotidiane. Ricevono aggiornamenti ufficiosi da alti funzionari israeliani che forniscono loro informazioni che spesso si rivelano false. Sono i propagandisti inconsapevoli e a volte consapevoli di Israele, stenografi degli Architetti dell’Apartheid e del Genocidio, combattenti da camera d’albergo. Bertolt Brecht li ha definiti con sarcasmo i portavoce dei portavoce.

E quanti giornalisti stranieri ci sono a Gaza? Nessuno.

I giornalisti palestinesi a Gaza che riempiono il vuoto spesso pagano con la vita. Sono presi di mira, insieme alle loro famiglie, per essere assassinati. Almeno 128 giornalisti e operatori dei media a Gaza, in Cisgiordania e in Libano sono stati uccisi e 69 sono stati imprigionati, secondo il Comitato per la Protezione dei Giornalisti, segnando il periodo più mortale per i giornalisti da quando l’organizzazione ha iniziato a raccogliere dati nel 1992.

Venerdì Israele ha bombardato un edificio nel Libano meridionale che ospitava sette organizzazioni di media, uccidendo tre giornalisti di Al Mayadeen e Al Manar e ferendone altri 15. Dal 7 ottobre, Israele ha ucciso 11 giornalisti in Libano.

Il cameraman di Al Jazeera Fadi al-Wahidi, colpito al collo nel campo profughi di Jabalia, nel Nord di Gaza, da un cecchino israeliano all’inizio di questo mese, è in coma. Israele gli ha negato il permesso di cercare cure mediche fuori Gaza. Come la maggior parte dei giornalisti presi di mira, tra cui la sua collega assassinata Shireen Abu Akleh, indossava un casco e un giubbotto antiproiettile che lo identificavano come giornalista.

L’esercito israeliano ha bollato come “terroristi” sei giornalisti palestinesi a Gaza che lavorano per Al Jazeera.

“Questi sei palestinesi sono tra gli ultimi giornalisti sopravvissuti all’assalto di Israele a Gaza”, ha affermato Francesca Albanese, Relatore Speciale delle Nazioni Unite sui Territori Palestinesi Occupati. “Dichiararli ‘terroristi’ sembra una condanna a morte”.

La portata e la ferocia dell’assalto israeliano ai media superano qualsiasi cosa abbia visto nei miei due decenni da corrispondente di guerra, incluso a Sarajevo, dove i cecchini serbi prendevano regolarmente di mira i giornalisti. Ventitré giornalisti sono stati uccisi in Croazia e Bosnia-Erzegovina durante le guerre jugoslave tra il 1991 e il 1995. Ventidue sono stati uccisi quando ho seguito la guerra in El Salvador. Sessantotto giornalisti sono stati uccisi nella Seconda Guerra Mondiale e 63 sono stati uccisi in Vietnam. Ma a differenza di Gaza, Bosnia ed El Salvador, i giornalisti di solito non sono stati colpiti deliberatamente.

L’assalto di Israele alla libertà di stampa è diverso da qualsiasi cosa abbiamo sperimentato da quando William Howard Russell, il padrino del moderno giornalismo di guerra, ha inviato dispacci dalla Guerra di Crimea. Il suo assalto contro i giornalisti è in una categoria a sé stante.

Il rappresentante James P. McGovern e 64 membri della Camera hanno inviato una lettera al Presidente Joseph Biden e al Segretario di Stato Antony Blinken chiedendo agli Stati Uniti di fare pressione affinché Israele consenta l’accesso senza ostacoli ai giornalisti statunitensi e internazionali. A luglio, oltre 70 organizzazioni dei media e della società civile hanno firmato una lettera aperta chiedendo a Israele di consentire ai giornalisti stranieri di entrare a Gaza.

Israele non si è mosso. Il divieto di ingresso dei giornalisti internazionali a Gaza rimane in vigore. Il Genocidio continua. Centinaia di civili palestinesi vengono uccisi e feriti ogni giorno. A ottobre, Israele ha ucciso almeno 770 palestinesi nel Nord di Gaza. Israele diffonde le sue bugie e invenzioni, dall’uso dei palestinesi come scudi umani da parte di Hamas, allo stupro di massa e alla decapitazione dei bambini, a una stampa prigioniera che le amplifica servilmente. Quando le bugie vengono svelate, spesso settimane o mesi dopo, il ciclo dei media è già andato avanti e pochi se ne accorgono.

La Censura su larga scala e l’Assassinio di giornalisti da parte di Israele avranno conseguenze nefaste. Erode ulteriormente le poche protezioni che un tempo avevamo come corrispondenti di guerra. Invia un messaggio inequivocabile a qualsiasi governo, despota o dittatore che cerchi di mascherare i propri Crimini. Annuncia, come il Genocidio stesso, un Nuovo Ordine Mondiale, in cui l’Omicidio di Massa è normalizzato, la Censura Totalitaria è ammissibile e i giornalisti che cercano di rivelare la verità hanno aspettative di vita molto brevi.

Israele, con il pieno sostegno del governo degli Stati Uniti, sta distruggendo ciò che resta della libertà di stampa.

Coloro che fanno la guerra, qualsiasi guerra, cercano di plasmare l’opinione pubblica. Corteggiano i giornalisti che possono addomesticare, quelli che si prostrano davanti ai generali e, sebbene non lo ammettano apertamente, cercano di stare il più lontano possibile dal combattimento. Questi sono i “bravi” giornalisti. A loro piace “giocare” a fare i soldati. Aiutano con entusiasmo a diffondere propaganda sotto le mentite spoglie del giornalismo. Vogliono fare la loro parte per lo sforzo bellico, far parte del club. Purtroppo, costituiscono la maggioranza dei media nelle guerre che ho seguito.

Tutti i giornalisti della CNN che riferiscono su Israele e Palestina devono sottoporre il loro lavoro alla revisione dell’ufficio di Gerusalemme della rete prima della pubblicazione, un ufficio che è tenuto a rispettare le regole stabilite dai censori militari israeliani.

Questi giornalisti e organizzazioni di notizie addomesticati sono, come ha sottolineato Robert Fisk, “prigionieri del linguaggio del potere”. Usano fedelmente e diligentemente il linguaggio ufficiale: “Terroristi”, “Processo di Pace”, “Soluzione dei Due Stati” e “Diritto di Israele a Difendersi”.

Il New York Times, scrive The Intercept, “ha dato istruzioni ai giornalisti che si occupano della guerra di Israele nella Striscia di Gaza di limitare l’uso dei termini ‘Genocidio’ e ‘Pulizia Etnica’ e di ‘evitare’ di usare la frase ‘Territorio Occupato’ quando si descrive la Terra Palestinese, secondo una copia di una circolare interna ottenuta da The Intercept”.

“La circolare ordina inoltre ai giornalisti di non usare la parola ‘Palestina’ tranne in casi molto rari e di evitare il termine ‘Campi Profughi’ per descrivere aree di Gaza storicamente abitate da palestinesi sfollati espulsi da altre parti della Palestina durante le precedenti guerre arabo-israeliane”, nota The Intercept. “Le aree sono riconosciute dalle Nazioni Unite come campi profughi e ospitano centinaia di migliaia di rifugiati registrati”.

“Non c’è battaglia tra potere e media”, ha osservato Fisk. “Attraverso il linguaggio, siamo diventati loro”.

Il Generale in pensione David Petraeus, uno degli autori del Manuale di Controinsurrezione statunitense del 2006 utilizzato dalle forze statunitensi e NATO in Afghanistan, sostiene che convincere l’opinione pubblica che si sta vincendo, anche se, come in Afghanistan, si è intrappolati in un pantano, è più importante della superiorità militare. I media addomesticati sono essenziali per perpetrare questo inganno.

Poi ci sono i veri giornalisti, che fanno luce sui meccanismi del potere e dicono la verità, perché come ha detto il poeta Seamus Heaney: “Esiste una cosa come la verità e può essere raccontata”. Rendono pubblica la Crudeltà, la Menzogna e la Criminalità dei potenti. Espongono il Collaborazionismo dei media addomesticati.

Per i potenti, i guerrafondai e i media addomesticati, questi veri giornalisti sono il nemico. Questo è il motivo per cui Julian Assange è stato braccato e perseguitato senza pietà per 14 anni. WikiLeaks ha pubblicato un documento di 2.000 pagine del Ministero della Difesa britannico in cui i funzionari del governo equiparavano i giornalisti investigativi ai terroristi. L’animosità non è una novità. Ciò che è nuovo è la portata dell’attacco di Israele al giornalismo.

Israele non ha sconfitto Hamas. Non ha sconfitto Hezbollah. Non sconfiggerà l’Iran. Ma deve convincere i suoi cittadini e il resto del mondo che sta vincendo. La Censura e il Silenzio dei giornalisti che denunciano i Crimini di Guerra di Israele e le sofferenze che Israele infligge ai civili sono una priorità israeliana.

Sarebbe rassicurante definire Israele un’eccezione, una nazione che non condivide i nostri valori, una nazione che sosteniamo nonostante le sue atrocità. Ma ovviamente Israele è un’estensione di noi stessi.

Come ha detto il drammaturgo Harold Pinter:

“La politica estera degli Stati Uniti potrebbe essere definita al meglio come segue: Baciami il culo o ti spacco la testa. È così semplice e diretto. Ciò che è interessante è che ha avuto un successo incredibile. Possiede le strutture della disinformazione, l’uso della retorica, la distorsione del linguaggio, che sono molto persuasive, ma sono in realtà un mucchio di bugie. È una propaganda di grande successo. Hanno i soldi, hanno la tecnologia, hanno tutti i mezzi per farla franca, e ci riescono”.

Nell’accettare il Premio Nobel per la Letteratura, Pinter ha detto:

“I Crimini degli Stati Uniti sono stati Sistematici, Costanti, Feroci, Spietati, ma pochissime persone ne hanno effettivamente parlato. Bisogna riconoscerlo all’America. Ha esercitato una manipolazione del potere piuttosto clinica in tutto il mondo mentre si mascherava da forza per il bene universale. È un brillante, arguto e altamente riuscito atto di ipnosi”.

L’ostacolo più importante all’ipnosi di massa di Israele sono i giornalisti palestinesi a Gaza. Ecco perché il tasso di uccisioni è così alto. Ecco perché i funzionari statunitensi non dicono nulla. Anche loro odiano i veri giornalisti. Anche loro pretendono che i giornalisti si addomestichino per correre come topi da un evento stampa coreografato all’altro.

Il governo degli Stati Uniti non dice e non fa nulla per proteggere la stampa perché sostiene la Campagna di Israele contro i media, così come sostiene il Genocidio di Israele a Gaza.

I giornalisti, insieme ai palestinesi, devono essere estinti.

Chris Hedges è un giornalista vincitore del Premio Pulitzer, è stato corrispondente estero per quindici anni per il New York Times, dove ha lavorato come capo dell’Ufficio per il Medio Oriente e dell’Ufficio balcanico per il giornale. In precedenza ha lavorato all’estero per The Dallas Morning News, The Christian Science Monitor e NPR. È il conduttore dello spettacolo RT America nominato agli Emmy Award On Contact.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org