I più recenti attacchi israeliani ai rifugi e le conseguenti ondate di sfollamenti forzati nel Nord hanno causato la dispersione e la separazione di decine di famiglie palestinesi
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Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 28 ottobre 2024
Territorio Palestinese – In un pericoloso aumento dei Crimini contro i luoghi di rifugio dei civili, in particolare nella Striscia di Gaza settentrionale, l’Esercito di Occupazione Israeliano ha preso di mira i centri di accoglienza 39 volte dall’inizio di ottobre. Questi attacchi mirano a sfollare con la forza la popolazione palestinese dall’area e hanno ucciso 188 persone e ferite a centinaia.
Dall’inizio di agosto 2024, l’esercito israeliano ha preso di mira scuole, ospedali, cliniche e centri di accoglienza 65 volte, di cui 39 nell’attuale mese di ottobre, uccidendo 672 palestinesi e ferendone oltre 1.000, secondo i rilevamenti sul campo. Cinquantasette delle località prese di mira si trovavano nella città di Gaza o nella Striscia di Gaza settentrionale, mentre le restanti otto si trovavano nella parte centrale della Striscia.
Gli attacchi israeliani hanno incluso bombardamenti, sparatorie dirette, uccisioni di persone sfollate forzatamente e delle loro famiglie, o l’obbligo di lasciare scuole trasformate in rifugi sotto il fuoco nemico e/o con l’ordine di trasferirsi. Queste scuole vengono poi bruciate o altrimenti distrutte dalle Forze Israeliane per renderle inabitabili e impedire agli sfollati di farvi ritorno.
La politica sistematica di Israele di distruggere i rifugi limita ulteriormente le opzioni disponibili per i residenti in termini di luoghi in cui cercare rifugio, il che aiuta Israele a raggiungere i suoi obiettivi di distruzione e sfollamento forzato dei palestinesi e di modifica della composizione demografica della Striscia. Ciò è particolarmente evidente nella Striscia di Gaza settentrionale, dove funzionari israeliani con vari gradi di autorità hanno chiarito che intendono annetterla e insediarsi.
I più recenti attacchi israeliani ai rifugi e le conseguenti ondate di sfollamenti forzati nel Nord hanno causato la dispersione e la separazione di decine di famiglie palestinesi, il che ha raddoppiato la loro sofferenza psicologica, e in particolare quella dei bambini.
Prendere di mira i rifugi è una componente cruciale della strategia di Israele per continuare a indebolire le strutture sociali dei palestinesi nella Striscia di Gaza; erodere il loro benessere fisico e psicologico; ed eliminare qualsiasi area comune che potrebbe, anche in piccola parte, fornire supporto sociale ed emotivo.
Inoltre, prendere di mira i rifugi ha un impatto negativo sulla probabilità che famiglie e individui ricevano aiuti umanitari, perché molti di questi spazi servono come punti di distribuzione per le organizzazioni umanitarie. Se fossero costretti a trasferirsi, potrebbero finire in luoghi in cui non c’è accesso alla già limitata quantità di assistenza umanitaria disponibile nella Striscia. In questo modo, gli attacchi israeliani ai rifugi peggiorano la già terribile situazione umanitaria e la sofferenza della popolazione palestinese nella Striscia di Gaza.
Nel pomeriggio di domenica 27 ottobre l’Aviazione Israeliana ha bombardato la Scuola Asmaa nel campo profughi di Al-Shati, a ovest di Gaza. La scuola trasformata in rifugio ospitava migliaia di sfollati e il bombardamento ha ucciso 11 palestinesi, tra cui quattro giornalisti, due dei quali erano donne, e ne ha feriti decine. L’Aviazione Israeliana aveva bombardato la stessa scuola otto giorni prima, uccidendo otto palestinesi e ferendone altri.
L’ aviazione Israeliana aveva bombardato la Scuola Secondaria maschile Shuhada Al-Nuseirat in precedenza, martedì 24 ottobre. Questa scuola ospitava migliaia di sfollati nel campo profughi di Nuseirat nella Striscia di Gaza centrale e il bombardamento ha ucciso 18 palestinesi, tra cui 12 bambini e tre donne, e ne ha feriti altri 52.
Secondo indagini svolte dal personale dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo, nessuna delle vittime, tra cui il professore 54enne Ashraf Yaqoub Al-Jadi, Preside della Facoltà di Infermieristica dell’Università islamica di Gaza, era un militante.
Almeno dieci scuole nel Nord di Gaza sono attualmente evacuate dall’Esercito di Occupazione Israeliano, che ne sta anche incendiando la maggior parte. L’evacuazione di queste scuole è avvenuta dopo che l’esercito israeliano ha inviato droni quadricotteri o detenuti palestinesi per comunicare a coloro che si trovavano all’interno di andarsene e dirigersi verso i posti di blocco. Alcune di queste scuole sono state bombardate senza alcun preavviso, come la Scuola Primaria Jabalia, in cui 10 sfollati sono stati uccisi il 21 ottobre, e la Scuola Zaid Bin Haritha, in cui sette sfollati sono stati uccisi il 22 ottobre.
Tutte le nazioni dovrebbero adempiere ai propri obblighi internazionali impedendo a Israele di portare a termine il Crimine di Genocidio e altri gravi Crimini nella Striscia di Gaza; proteggendo i civili lì; assicurandosi che Israele rispetti il Diritto Internazionale e le sentenze della Corte Internazionale di Giustizia; applicando sanzioni efficaci contro di esso; e interrompendo tutte le forme di sostegno e cooperazione militare, finanziaria e politica, anche sospendendo immediatamente gli aiuti militari, le licenze di esportazione e le vendite di armi a Israele.
Inoltre, tutte le nazioni che si impegnano in Attività Criminali al fianco di Israele, in particolare quelle che offrono supporto o assistenza a Israele in qualsiasi modo, dovrebbero essere ritenute responsabili. Ciò include aiutare Israele e stipulare accordi contrattuali nei settori militare, dell’intelligence, della politica, del diritto, della finanza e dei media, tra gli altri settori che potrebbero aiutare Israele a continuare a commettere i suoi Crimini.
A livello internazionale, regionale e locale, il percorso della giurisdizione universale deve essere seriamente e cooperativamente attivato al fine di ritenere responsabili gli autori di Crimini contro i civili palestinesi dinanzi ai tribunali nazionali delle nazioni che adottano tale giurisdizione.
Traduzione di Beniamino Rocchetto- Invictapalestina.org