Non è la prima volta che Israele persegue un programma anti-UNRWA.
Fonte: English version
Di Ramzy Baroud – 4 novembre 2024
La Knesset (Parlamento) israeliana la scorsa settimana ha adottato due progetti di legge che di fatto impediranno all’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati Palestinesi, l’UNRWA, di svolgere qualsiasi attività in Israele e nei Territori Occupati.
In parole povere, la decisione è catastrofica, perché l’UNRWA è il principale organismo internazionale responsabile del benessere di milioni di palestinesi nei Territori Occupati e in gran parte della Regione.
Israele ha dato seguito alla sua decisione attaccando e danneggiando un ufficio dell’UNRWA nel campo profughi di Nur Shams in Cisgiordania. Questo è stato il modo del governo israeliano di dimostrare la sua serietà riguardo alla questione.
Questa non è la prima volta che Israele persegue un programma anti-UNRWA e, contrariamente alle affermazioni del Primo Ministro Benjamin Netanyahu e di altri funzionari israeliani, la decisione non è collegata all’attuale Guerra Genocida a Gaza o alle infondate affermazioni secondo cui l’UNRWA sostiene il “terrorismo”.
Una revisione indipendente commissionata dall’ONU ad aprile ha rivelato che Israele “ha reso pubbliche affermazioni secondo cui un numero significativo di dipendenti dell’UNRWA sono membri di organizzazioni terroristiche”, ma che “deve ancora fornire prove a sostegno di ciò”.
Tuttavia, le affermazioni di Israele hanno causato molti danni all’organizzazione, poiché 13 Paesi, tra cui Stati Uniti, Canada, Australia, Regno Unito, Germania e Italia, hanno trattenuto fondi di cui c’era un disperato bisogno per aiutare a scongiurare una terribile carestia a Gaza. Alla fine, la maggior parte di questi Paesi ha ripristinato il proprio sostegno finanziario, sebbene senza scusarsi con i palestinesi che erano stati negativamente colpiti dalle loro ingiuste decisioni iniziali.
Impenitente, Israele ha continuato a scatenare la sua guerra implacabile contro l’organizzazione. “I dipendenti dell’UNRWA coinvolti in attività terroristiche contro Israele devono essere ritenuti responsabili”, ha affermato Netanyahu in una dichiarazione la scorsa settimana.
La retorica anti-UNRWA rimane funzionale per Israele. Amplificata dai sempre servili media di massa statunitensi, Israele è riuscito a mantenere il nome dell’UNRWA sui giornali, associandolo sempre al “sostegno al terrorismo”. Quindi, quando la Knesset ha votato per le leggi anti-UNRWA, molti organi di informazione hanno trasmesso la notizia come se fosse l’unica conclusione razionale di una storia essenzialmente inventata.
Il problema di Israele con l’UNRWA ha poco a che fare con l’organizzazione stessa, ma con la sua rappresentanza politica di fondo come entità delle Nazioni Unite la cui missione si basa sulla fornitura di “assistenza e protezione ai rifugiati palestinesi”.
L’UNRWA è stata fondata nel 1949 dalla Risoluzione 302 (IV) dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Ha iniziato le sue operazioni il 1° maggio 1950 e, con il tempo, è diventata fondamentale per la sopravvivenza di un gran numero di comunità di rifugiati palestinesi a Gaza, in Cisgiordania, in Libano, in Siria e in Giordania.
Molti hanno giustamente criticato l’ONU per non aver integrato il mandato umanitario dell’UNRWA con un equivalente politico che avrebbe in ultima analisi aiutato i palestinesi a ottenere il loro Diritto al Ritorno in conformità con la Risoluzione 194 delle Nazioni Unite. Per Israele, tuttavia, l’UNRWA è rimasta problematica.
Secondo il pensiero di Tel Aviv, l’esistenza dell’UNRWA è un promemoria costante che esiste un gruppo distinto di persone chiamate Rifugiati Palestinesi. E sebbene l’UNRWA non sia un’organizzazione politica, la crisi dei rifugiati palestinesi e tutte le Risoluzioni ONU correlate che sottolineano i diritti “inalienabili” di questi rifugiati sono molto politiche.
Approfittando dell’iniziale, seppur breve, simpatia per Israele in tutto il mondo e della massiccia campagna di disinformazione proveniente da Israele e dai suoi alleati, Netanyahu ha usato gli attacchi del 7 ottobre come un’opportunità per demonizzare ulteriormente l’UNRWA. Tuttavia, la sua campagna è iniziata molto prima.
Un attore chiave nella guerra contro l’UNRWA è stato Jared Kushner, genero dell’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Kushner, che ha investito molto tempo nell’aiutare Israele, ha reso l’UNRWA un punto chiave del suo piano. Ha giurato di compiere un “sincero sforzo per interrompere” il lavoro dell’organizzazione, ha rivelato un’e-mail trapelata del 2018.
A causa del rifiuto e della solidarietà internazionale, Kushner alla fine fallì. Nemmeno il blocco dei fondi da parte dell’amministrazione statunitense costrinse l’organizzazione a chiudere, sebbene abbia avuto un impatto negativo sulla vita di milioni di palestinesi.
La guerra in corso a Gaza e la spinta ad annettere gran parte della Cisgiordania rappresentarono un’opportunità d’oro per Netanyahu e il suo governo estremista di aumentare la pressione sull’UNRWA. Sono stati resi possibili dal sostegno incondizionato degli Stati Uniti e dalla volontà di vari governi occidentali di agire in modo sconsiderato in base alle false affermazioni di Israele riguardo all’organizzazione delle Nazioni Unite.
Consentendo a Israele di delegittimare la stessa organizzazione responsabile dell’applicazione del Diritto Internazionale, la crisi delle Nazioni Unite diventa molto più profonda.
Un appello appassionato fatto dalla Relatrice Speciale delle Nazioni Unite Francesca Albanese la scorsa settimana rifletteva la frustrazione provata da molti funzionari delle Nazioni Unite riguardo alla crescente irrilevanza dell’organizzazione. In un discorso, Albanese ha sottolineato che, se i fallimenti dell’ONU continueranno, diventerà “sempre più irrilevante per il resto del mondo”, specialmente in questi tempi di tumulto.
Questa irrilevanza è già avvertita da milioni di palestinesi, principalmente a Gaza ma anche in Cisgiordania. Sebbene i palestinesi continuino a opporsi, rifiutare e Resistere all’aggressione israeliana, sono stufi di un sistema internazionale che sembra offrire loro solo parole e poca azione.
La messa al bando di Israele dell’UNRWA dovrebbe rappresentare un’opportunità per coloro che sono preoccupati per la posizione dell’ONU di ricordare a Israele che gli Stati membri che non hanno rispetto per il Diritto Internazionale meritano di essere delegittimati. Questa volta, le parole devono essere accompagnate dai fatti. Nient’altro sarà sufficiente.
Ramzy Baroud è un giornalista e redattore di The Palestine Chronicle. È autore di sei libri. Il suo ultimo libro, curato insieme a Ilan Pappé, è “La Nostra Visione per la Liberazione: Leader Palestinesi Coinvolti e Intellettuali Parlano”. Ramzy Baroud è un ricercatore capo non di ruolo presso il Centro per l’Islam e gli Affari Globali (CIGA), dell’Università Zaim di Istanbul (IZU).
Traduzione : Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org