Lo Shin Bet avvisò Netanyahu dell’attacco del 7 ottobre ore prima che iniziasse

Non ammettere nulla, negare tutto, rivendica sempre la vittoria. – Le tre regole di Roy Cohn.

Fonte: English version

Di Richard Silverstein – 9 novembre 2024

Benjamin Netanyahu non ha mai incontrato Roy Cohn, il braccio dietro il Senatore Joe McCarthy. Tuttavia, vive secondo le tre regole d’oro di Cohn.

Il vortice sempre più ampio dello scandalo avvolge Netanyahu. L’ultimo episodio è iniziato nelle prime ore del mattino del 7 ottobre, quando lo Shin Bet ha inoltrato un avvertimento su un’insolita attività di Hamas, interpretata come preparativi per un potenziale attacco. L’informazione è stata trasmessa dallo Shin Bet al Consiglio di Sicurezza Nazionale, che risponde al Primo Ministro. Ciò avrebbe dovuto allarmare e attivare misure difensive. Non è successo ed è stato ignorato.

Traduzione del tweet:

L’avviso inviato al Primo Ministro e alla polizia: 7 ottobre, 2:58 del mattino, ore prima dell’invasione di Hamas, lo Shin Bet ha inviato un avviso sulle schede SIM di Hamas, che sono state cambiate da gazawe a israeliane, per consentire le comunicazioni all’interno di Israele, indicando i preparativi per un potenziale attacco di Hamas. L’avviso è stato inviato al centro operativo del quartier generale della Sicurezza Nazionale, che risponde al livello politico e al Primo Ministro, e alla polizia. Le informazioni sono state ignorate.

In questo rapporto di Israel HaYom dello scorso febbraio, Netanyahu si sottrae opportunamente alla responsabilità:

Nella notte tra il 6 e il 7 ottobre, l’apparato di sicurezza israeliano ha raccolto dati che mostravano che potenzialmente centinaia di dispositivi cellulari che utilizzavano schede SIM israeliane erano stati attivati ​​all’interno della Striscia di Gaza, apparentemente dopo che i terroristi avevano estratto le loro schede SIM di Gaza in modo da poter utilizzare i loro dispositivi in ​​territorio israeliano dopo la loro invasione.

Ore prima dell’attacco, sono state ricevute informazioni di sicurezza presso il quartier generale dello Shin Bet in merito a un evento importante nella Striscia di Gaza. Il capo dell’agenzia Ronen Bar è arrivato alla sede centrale di Tel Aviv, ha ricevuto informazioni aggiornate su un evento sospetto nell’area della Striscia di Gaza e ha tenuto consultazioni sul pericolo con le altre agenzie di sicurezza nazionale. Dopo le consultazioni, un gruppo dedicato soprannominato “Tequila” è stato inviato nell’area di Gaza come forza avanzata per accertare le informazioni ricevute.

Giorni dopo l’inizio dei combattimenti, l’Ufficio del Primo Ministro ha sottolineato che il Premier Benjamin Netanyahu non aveva ricevuto un avviso tempestivo in merito all’attacco a sorpresa di Hamas e solo alle 6:29 con lo scoppio dei combattimenti e molti allarmi in tutto il Paese ha ricevuto un primo aggiornamento su cosa stava accadendo.

Quanto è comodo. Alla luce degli eventi descritti qui, Netanyahu ha mentito. Questo è ciò che lui e i suoi collaboratori stavano cercando di cancellare. I capi dello Shin Bet e dell’IDF si sono assunti pubblicamente la responsabilità dei loro fallimenti. Netanyahu, come è tipico di lui, ha fatto tutto il possibile per non farlo.

Sebbene sia possibile che il rapporto sia stato trasmesso a un alto funzionario dell’Ufficio del Primo Ministro, piuttosto che direttamente a Netanyahu, data la gravità della questione sembra inconcepibile che non ne sia stato informato immediatamente. Altrimenti non avrebbe incaricato i suoi subordinati di falsificare le trascrizioni delle riunioni del gabinetto.

Il che solleva la domanda cruciale: gli investigatori possono collegare direttamente Netanyahu a questo sordido complotto? Non è una questione se fosse coinvolto. Doveva esserlo. Piuttosto è se la polizia può provare che lo era. Un’altra questione marginale è se la polizia, che ricade sotto l’egida del Ministro del Terrore Ebraico Itamar Ben Gvir, sarà in grado di resistere alle pressioni per far abortire il caso. Come alleato chiave del Primo Ministro, Ben Gvir può esercitare un’enorme influenza sulla questione.

La polizia sta indagando su un piano di ricatto contro un membro della Segreteria Militare dell’Ufficio del Primo Ministro. Questo funzionario era responsabile dei verbali delle riunioni del gabinetto e delle consultazioni telefoniche relative alla sicurezza. Teneva questi documenti nel suo ufficio, dove presumibilmente era l’unico ad avervi accesso. Lo squadra di Netanyahu ha scoperto che una donna dell’Ufficio del Primo Ministro aveva scambiato messaggi di testo, presumibilmente di natura incriminante, con l’assistente. Le hanno confiscato il cellulare, con il pretesto di indagare su una fuga di informazioni sensibili. In realtà, hanno cercato di trovare le prove del ricatto della loro cospirazione criminale.

Volevano che falsificasse le trascrizioni delle riunioni del gabinetto dopo il 7 ottobre, durante le quali i ministri della sicurezza avevano discusso gli eventi che avevano portato all’attacco e durante l’attacco. Il più dannoso è stato un avvertimento trasmesso ai vertici militari e politici circa un’insolita attività militare di Hamas che segnalava un possibile massiccio attacco.

Inoltre, i ministri hanno discusso la strategia israeliana in merito a possibili procedimenti per Crimini di Guerra della Corte Penale Internazionale. Netanyahu e il Ministro della Difesa Gallant erano le due figure per le quali il Procuratore Capo della Corte ha chiesto mandati di arresto. Il primo voleva certamente trovare dei modi per sottrarsi a qualsiasi possibile arresto o processo. Non vorrebbe che tali deliberazioni fossero rese pubbliche, perché sembrerebbe temere di essere ritenuto colpevole di questi Crimini.

Un membro non identificato del personale dell’Ufficio del Primo Ministro ha avvisato il capo aiutante militare, il Generale Avi Gil, del piano. Ha quindi redatto una lettera sigillata inviata al Procuratore Generale, in cui descriveva cosa era successo. Lui e la polizia hanno aperto un’indagine tre mesi fa. Sembra che le trascrizioni siano state effettivamente alterate, anche se non si sa se esistano versioni originali non alterate.

Netanyahu è terrorizzato da una commissione d’inchiesta sugli eventi del 7 ottobre. Quando la questione viene sollevata, la respinge dicendo che la questione dovrebbe attendere la fine della guerra. Un indagine che sta facendo del suo meglio per evitare. Sa che sarà ritenuto responsabile della disfatta: non l’unico, ma sicuramente il maggiore responsabile. I procedimenti del gabinetto sono esattamente la documentazione che i membri della commissione esamineranno per capire cosa è successo, cosa è andato storto e per valutare la responsabilità. Sa di essere colpevole. Sa di aver ignorato l’avvertimento del 6 ottobre. Ricorda anche la punizione imposta ad Ariel Sharon per il suo ruolo nel Massacro di Sabra e Chatilla. È stato bandito dalle cariche politiche per diversi anni. In seguito è diventato Primo Ministro. Dal momento che Netanyahu è già Primo Ministro, è probabile che se fosse bandito la sua carriera politica sarebbe finita.

I verbali autentici, quando saranno rivelati al pubblico, mostreranno chi tra i ministri lo ha contestato; chi lo ha accusato di aver ignorato l’avvertimento; chi lo ha accusato di aver rifiutato un accordo per gli ostaggi; chi lo ha chiamato in causa per aver incolpato lo Shin Bet e l’IDF per il massacro del 7 ottobre.

Ecco perché Benny Gantz, un allora membro del Gabinetto di Sicurezza, ha rilasciato questa dichiarazione incriminante sullo scandalo precedente, che è pertinente a quello attuale:

“Senza entrare nei dettagli del caso in esame riguardante l’attività nell’Ufficio del Primo Ministro, è importante sottolineare una cosa: il Primo Ministro è il solo responsabile di ciò che viene fatto nel suo ufficio. Nel bene e nel male”.

Inutile dire che Israele è diventato uno Stato Criminale. Mentre commette un Genocidio contro i palestinesi, si impegna in cospirazioni criminali e calpesta diritti individuali e leggi. I suoi cittadini sembrano impotenti nel fermarlo. Il mondo presta poca attenzione. È un presagio di ciò che il mondo può aspettarsi dai prossimi quattro anni di presidenza Trump.

Richard Silverstein è un blogger di professione che si definisce un “progressista critico del sionismo” che sostiene un “ritiro israeliano ai confini pre-67 e un accordo di pace garantito a livello internazionale con i palestinesi”. Ha anche creato l’ormai defunto Israel Palestine Forum, un forum progressista dedicato alla discussione del conflitto israelo-palestinese. Ha spesso intervistato su Iranian Press TV e ha contribuito con saggi ad Al Jazeera, The Huffington Post, The Guardian, Haaretz, The Jewish Daily Forward, Los Angeles Times, Tikkun, Truthout, The American Conservative, Middle East Eye e Al-Araby Al-Jadeed.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

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