a ‘Ali Dawabsheh, bruciato vivo a 18 mesi – Ibrahim Nasrallah

Children of Yarmouk and Khan Al Shieh camps organized a solidarity vigil with the Palestine children condemning the heinous crime which claimed the lives of the Palestinian baby Ali Dawabsheh.
Children of Yarmouk and Khan Al Shieh camps organized a solidarity vigil with the Palestine children condemning the heinous crime which claimed the lives of the Palestinian baby Ali Dawabsheh.

a ‘Ali Dawabsheh, bruciato vivo a 18 mesi,
nella sua casa dai coloni israeliani, il 31 luglio 2015

Ibrahim Nasrallah

Quel bambino non dorme
(trad. Wasim Dahmash)

Una sveglia la mattina
Due… cinque
Quel bambino non dorme e non si sveglia
Campane di ambulanti per strada
Un macchina di corsa, sole
Radio, grida di gigli
Sospiro come lacrima in poesia d’amore
Uccelli chiacchierano sul tetto
La vicina guida la mattina alla rugiada
Gli abiti svolazzano all’aria
E sul ramo del suo cuore si posano le ali del cielo.

Quel bambino non dorme e non si sveglia.

L’estate attraversa polvere, alberi, colline
Si accorciano i giorni
I boschi si salutano per incontrarsi a valle l’anno dopo
Sparisce l’autunno come vento
Alla fine dei frutti ulula una lupa
E gira come tempesta
E morde le nuvole.

Di nuovo una primula nel campo
Il passo di primavera
L’estate si alza nell’aria tizzone ardente
Cala l’autunno e l’inverno
Quel bambino non dorme e non si sveglia
Disteso nel suo sogno, nella pelle molle
In quel rogo.

poesia

Israël propose de libérer un Palestinien dans le coma en échange de son exil

Le Monde.fr avec AFP | 17.08.2015 à 19h44

Il destino di Mohammed Allan, prigioniero in sciopero della fame, in pochi giorni è diventato un simbolo della lotta contro la detenzione amministrativa e continua ad esacerbare le tensioni tra israeliani e palestinesi.

A Jerusalem, des manifestants protestent contre la détention administrative de Mohammed Allan, dans le coma depuis le 14 août après deux mois de grève de la faim. Mahmoud Illean / AP
A Jerusalem, des manifestants protestent contre la détention administrative de Mohammed Allan, dans le coma depuis le 14 août après deux mois de grève de la faim. Mahmoud Illean / AP

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Corpo di una guerrigliera torturato e messo in mostra

A proposito di EKIN WAN, combattente del PKK torturata, uccisa da agenti dello stato turco che poi ne hanno abbandonato il corpo nudo in una strada a Varto nella provincia di Muş le YDK scrivono in un comunicato:

kurdistan
“NON SIAMO SPAVENTATE:
PERCHE’ SAPPIAMO CHE QUESTO STATO E’ ASSASSINO.
LO SAPPIAMO DAI VILLAGGI CHE HA EVACUATO E DALLE DONNE IMPRIGIONATE CHE HA UCCISO.
PERCHE’ SAPPIAMO CHE QUESTO STATO E’ STUPRATORE, LO SAPPIAMO DAI SENI TORTURATI DELLE DONNE, DAI TENTATIVI DI FIACCARE ATTRAVERSO LO STUPRO LA LORO VOLONTA’, DALLE DONNE IMPRIGIONATE E TORTURATE IN CARCERE.
LO SAPPIAMO DALLE VOSTRE SPORCHE GUERRE INGIUSTE, CHE NON DEL NOSTRO CORPO CI FANNO VERGOGNARE MA SEMMAI DELLA NOSTRA UMANITA’.
LO SAPPIAMO DA SHENGAL E DA KPBANE
E’ CHIARO CHE QUESTA VOSTRA MISOGINIA NASCE DALLA PAURA CHE AVETE DELLE DONNE CHE LOTTANO SULLE BARRICATE, NELLE PRIGIONI E SUI MONTI.
NOI NON ABBIAMO PAURA DI VOI E NON CI VERGOGNIAMO DEL NOSTRO CORPO”


(dal comunicato dell’YDK)

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Il sangue di Mohammed Allaan è nelle nostre mani

Uno stato  in cui  centinaia di persone sono confinate nelle carceri senza processo non è una democrazia, e tutte le scuse sulla “sicurezza” non aiutano.

Gideon Levy – Haaretz.com – Aug 16, 2015 1:29 PM

Protesters demonstrate in support of hunger-striking prisoner Mohammed Allaan, outside Soroka Medical Center in Be'er Sheva. Eliyahu Hershovitz read more: http://www.haaretz.com/opinion/.premium-1.671264
Protesters demonstrate in support of hunger-striking prisoner Mohammed Allaan, outside Soroka Medical Center in Be’er Sheva. Eliyahu Hershovitz

Il sangue di Mohammed Allaan è nelle nostre mani, nelle mani dello Stato di Israele. Lo Stato si assume la piena ed esclusiva responsabilità per la sua morte se, lungi da me, muore. Nessuna scusa coprirà la vergogna, nessuna propaganda potrà espiare il reato. Mentre si scrivono queste righe, Sabato pomeriggio, lui vacillava con un respiratore tra la vita e la morte in un coma indotto. Leggi tutto “Il sangue di Mohammed Allaan è nelle nostre mani”