I soldati israeliani hanno ucciso due palestinesi e feriti altri 50 in una nuova giornata di alta tensione ad Al-Quds e nella Cisgiordania occupata.
Leggi tutto “2 palestinesi uccisi e 50 feriti in scontri con i soldati israeliani”
Centro di Documentazione sulla Storia, Cultura, Tradizioni della Palestina
I soldati israeliani hanno ucciso due palestinesi e feriti altri 50 in una nuova giornata di alta tensione ad Al-Quds e nella Cisgiordania occupata.
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Gaza è come un rifugio terroristico, si conosce come un’enclave nel Mediterraneo governata da un’organizzazione terroristica sanguinaria.
Tareq Baconi 6 luglio , 2017
Gli sforzi del presidente dell’autorità palestinese (AP) Mahmoud Abbas per incrementare l’isolamento di Hamas – tagliando i salari e poi l’elettricità alla Striscia di Gaza – riflettono le dinamiche regionali nell’era di Trump.
L’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, il Bahrain e l’Egitto si sono tutti mobilitati per isolare il Qatar, il maggiore investitore nella striscia di Gaza e sostenitore del gruppo dei Fratelli Musulmani in Egitto e di Hamas a Gaza.
La crisi elettrica di Gaza è stata evitata, in tono ironico, grazie alla volontà del presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi di fornire combustibile alla centrale elettrica di Gaza come misura temporanea, nonostante le proteste di Abbas.
La decisione fu mediata dallo storico nemico di Hamas, Mohammed Dahlan, che aveva tentato, già agli inizi delle elezioni democratiche, di rimuovere Hamas dal potere.
Abbas è rimasto fedele alla decisione del blocco di Gaza, che va avanti ormai dal 2007, con l’obiettivo di destabilizzare il potere di Hamas tra i palestinesi.
La strategia si basa sull’incrementare l’isolamento di Hamas e la sofferenza dei palestinesi, facendo si che questi insorgano contro il movimento- anche se ciò comporterebbe un “collasso totale”.
Questa logica presuppone che l’Autorità Palestinese sia in grado di riprendere la gestione della striscia di Gaza una volta che il governo di Hamas risulti indebolito.
Ma ciò è improbabile per due motivi:
trad. Miriam Zatari – Invictapalestina.org
Fonte: https://al-shabaka.org/memos/abbass-shortsighted-gaza-policy/
Tutti gli aspetti della vita sono sul punto di un collasso, e siamo sicuri che ancora non si e’ visto il peggio di cui è capace la mentalita’ criminale e diabolica di Israele in questa parte del mondo.
Un gruppo di Associazioni riunitesi più volte per concordare programmi e modalità al fine di poter dare una voce più efficace all’informazione e coordinare azioni di attivismo collettivo verso la Palestina, emettono in luglio il comunicato che segue:
COMUNICATO.
Nel 1945 l’organizzazione delle nazioni unite (ONU) è nata per promuovere il diritto internazionale e la risoluzione pacifica dei conflitti. L’autodeterminazione dei popoli è uno dei principi base che caratterizzano la carta delle nazioni. Sappiamo perfettamente che passare dalla carta alla realtà non è cosa semplice né immediata. E’ però vero che, seppur con le grandi difficoltà passate e presenti, l’ONU ha fatto conoscere alla opinione pubblica mondiale situazioni prima sconosciute. Con autorevolezza ha prodotto e produce importanti documenti di riferimento, ed ha votato risoluzioni riguardanti la situazione israelo-palestinese.
Tutte le associazioni italiane, aderenti alla Società Civile per la Palestina, ritengono che la drammatica situazione di violenza in cui versa attualmente Gerusalemme sia dovuta al non rispetto delle risoluzioni che l’ONU ha prodotto dal novembre del 1947 ad oggi. Riteniamo anche che il maggior responsabile di tali inadempimenti sia lo stato di Israele. Riteniamo infine che tutto questo sia stato permesso dalla sostanziale complicità degli ex stati coloniali europei e degli Stati Uniti.
In particolare la città vecchia e la zona ad est sono da cinquant’anni infatti sotto occupazione militare. Esse sono state in pratica annesse allo stato di Israele e separate dalla Cisgiordania con la costruzione di un muro. Negli ultimissimi anni, la presenza di coloni in città vecchia, con soldati e guardie del corpo, è aumentata esponenzialmente. Infine l’area sacra della spianata delle moschee viene sempre più visitata da gruppi di ebrei ultranazionalisti scortati. Essi provocano i pochi fedeli ammessi dall’autorità israeliana: donne, vecchi e bambini.
Con in mente e nel cuore la sincera speranza che la pace giunga in quella terra martoriata a noi cara, chiediamo al governo italiano di adoperarsi all’interno dell’ONU affinché:
Luglio 2017
Per Società Civile per la Palestina: