Il mio primo viaggio in Palestina

Una nota su Facebook si trasforma in un articolo del nostro blog, grazie Emanuela F.

Maggio 2015.

Ho tergiversato un po’ prima di scrivere questa nota , sperando che le emozioni si raccogliessero in una forma gestibile ma non sembra possibile.

Se qualcuno si sta chiedendo che necessità ho di scriverne…questo era il fine del viaggio , non  certo un viaggio di piacere.

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“Il loro olio si trasformerà in lacrime”: dipinti palestinesi a olio

 

quadro
Michael Halak, Senza titolo, olio su tela, 2009.

“Se gli olivi conoscessero le mani che li hanno piantati,

il loro olio si trasformerebbe in lacrime”.

Mahmoud Darwish

 

Michael Halak

 

Michael Halak, artista che vive e lavora ad Haifa, trae la sua ispirazione dalla tradizione occidentale realista radicata nell’immaginario ecclesiastico per riflettere la propria realtà di cittadino palestinese che vive in Israele. Il quadro (sopra) raffigura una realtà serena, ma il primo rapido sguardo ha un fascino ingannevole, dato che il dipinto trasmette uno stato di separazione e dissoluzione. È questa doppia realtà che illustra la nozione, tipica di Halak, di «presenza e assenza, identificazione e dis-identificazione, testimonianza e decisione di tacere, memoria e oblio imposto intenzionalmente». Da palestinese che vive in Israele – cittadino, ma senza la nazionalità dello Stato in cui vive; artista arabo che ha ricevuto premi istituzionali, ma che resta marginale rispetto alla cultura israeliana – i quadri di Halak esprimono la natura di inclusione-esclusione dei cittadini palestinesi. Il quadro ritrae due giovani palestinesi mentre urinano su un fico d’India [“sabra” in ebraico è però anche il termine usato per descrivere una persona ebrea nata in Israele, N.d.T.]: un atto banale in apparenza, ma altamente allegorico. L’atto di profanazione compiuto dai giovani arabi è un modo per rimproverare il «tentativo del sabra [nel mito sionista il colono radicato simile alla pianta succulenta] israeliano di delimitare un nuovo territorio al posto dei confini segnati dal sabra [la pianta] arabo», come ha scritto uno spettatore.

 

I quadri di Halak sono così realisti da togliere il fiato e da costringere il pubblico ad accertarsi del fatto che siano davvero dipinti a olio e non fotografie.

 

Trad. Marina S.

Fonte: http://blog.palestine-studies.org/2016/04/13/their-oil-would-become-tears-palestinian-oil-paintings/

“La femminilità ribelle delle soldatesse israeliane” – Vuoi scherzare, vero?

Philip Weiss on September 1, 2016

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Vice, una pubblicazione che ha fatto un ottimo lavoro di informazione sull’occupazione, ha ripreso un tipo di giornalismo alla Jim Crow: una serie di ritratti intimi di soldatesse israeliane scattati da una ex soldatessa israeliana con il titolo che vorrebbe essere una auto-parodia “La femminilità ribelle delle soldatesse israeliane”. La storia è apparsa due giorni fa sulle pagine di foto di Vice, insieme a questo testo che ha l’intento di giustificare le immagini come una forma di protesta.

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La sostanziale differenza tra le scuole israeliane e arabe sullo stesso lato del muro

A soli cinque minuti da Kfar Saba, sotto il pieno controllo israeliano, i bambini del villaggio arabo a-Ramadin frequenteranno una scuola fatta di argilla, senza elettricità, e certamente senza computer. Tutti gli anni in cui ho insegnato e diretto una scuola non avrebbero potuto prepararmi per questo posto.

Pubblicato il 28 agosto 2016 da Eitan Kalinski

 

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La scuola araba di a-Ramadin

Davanti a una struttura denominata “scuola per i bambini del villaggio di Arab a-Ramadin”, situato a cinque minuti da Kfar Saba, provavo vergogna e mi sentivo a pezzi dopo oltre 40 anni di insegnamento. A due passi dal Centro Culturale e dalle scuole di Kfar Saba a ovest, e dall’insediamento di Alfei Menashe a est, si trova un’indefinibile struttura angusta di argilla con un tetto a cielo aperto. La chiameremo scuola.

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CI FARANNO SOGNARE ANCHE A SAN SIRO LE BANDIERE DELLA PALESTINA?

L’Hapoel Beer Sheva, sconfitta dal Celtic in Champions League, giocherà ora in Europa League.

Simonetta Lambertini, 3 Settembre 2016

15 settembre ore 21:05 – INTER contro HAPOEL BEER SHEVA

 

Il 17 agosto si è giocata a Celtic Park la partita di andata in Champions League fra gli scozzesi del Celtic e gli israeliani dell’Hapoel Beer Sheva. 5 a 2 sul prato per la squadra ospitante, centinaia di bandiere palestinesi e cori per la Palestina sugli spalti. Sventolio sorprendente che ha vinto 1000 a 0 la sua partita contro l’ostilità di UEFA e tifosi dell’apartheid israeliano.

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