Esattamente 9 anni fa, il 9 agosto 2008, moriva Maḥmud Darwīš.
Maḥmud Darwīš è stato uno dei più grandi poeti arabi contemporanei ed è considerato il “poeta della Palestina”.
Le sue liriche rientrano nel contesto della poesia palestinese di resistenza (šiʻr al-muqāwama al-falasṭīniyya, شعر امقاومة الفلسطينية ), che affonda le
sue radici nella poesia irachena. La poesia palestinese di resistenza nasce nell’ambito della letteratura dell’Intifāḍa, figlia quest’ultima di quella che Ġassān Kanafani chiamava “letteratura della resistenza”.
Scappato dalla Palestina nel 1948, Maḥmud Darwīš riuscì a ritornarvi per scoprire dolorosamente che il suo villaggio natale, al-Birhaw, ad est della città di Akka (Acri, oggi in Israele seppur la maggior parte della popolazione sia di origine araba-palestinese) era stato raso al suolo per costruirvi una colonia israeliana. Fu proprio questa dolorosa scoperta a far sprofondare il piccolo Darwīš in uno struggimento che, una volta diventato poeta, avrebbe fatto da sfondo alle sue liriche.
Le sue poesie sono un connubio di nostalgia, di desiderio di possedere la patria perduta, la Palestina, che viene identificata con la figura della madre.
Il nome di Maḥmud Darwīš è indissolubilmente legato alla Palestina e alla questione palestinese. Le sue poesie riecheggiano immortali tra i Palestinesi, bambini, giovani ed anziani, come canti di coraggio e resistenza, di amore per la madre-patria e giustizia.