L’attacco del camion che ha ucciso quattro soldati israeliani a Gerusalemme non è stato “terrorismo”

FOTO: Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Avigdor Lieberman visitano la scena in cui la polizia ha detto che un palestinese ha lanciato il suo camion su di un gruppo di soldati israeliani in una popolare passeggiata di Gerusalemme, 8 gennaio 2017 (Foto: REUTERS / Ronen Zvulun)

Jonathan Ofir (*) on January 10, 2017

“Abbiamo appena sperimentato a Gerusalemme un attacco terroristico non provocato, un attacco micidiale che ha causato la morte di quattro giovani israeliani e il ferimento di altri”, ha detto Netanyahu in un comunicato subito dopo l’attacco del camion di due giorni fa a Gerusalemme Est.

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In vista di un disastro a Gaza

Israele le ha entrambe, la responsabilità e la capacità di evitare che l’avvertimento delle Nazioni Unite possa avverarsi: che nel 2020 Gaza non sarà più adatta alla vita umana.

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Haaretz Editorial 10 gennaio 2017 12:27

Israele afferma che dal disimpegno del 2005 non  controlla più la Striscia di Gaza e non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda i suoi circa 2 milioni abitanti. Il governo di Hamas a Gaza e l’Autorità palestinese in Cisgiordania  insistono invece sulle responsabilità di Israele, oltre a incolparsi l’un l’altro; gli abitanti di Gaza incolpano tutte e tre le parti, altrettanto fa la comunità internazionale. Il Ministero della Difesa, il servizio di sicurezza Shin Bet e il Coordinamento delle attività governative nei Territori sono tutti gestiti da persone il cui lavoro richiede  di conoscere la situazione disastrosa di Gaza, che è in costante peggiorando.

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JANNA JIHAD, LA GIORNALISTA DI 10 ANNI CHE VUOLE CAMBIARE IL MONDO RACCONTANDO LA GUERRA (VIDEO) 

Giugno 1, 2016 – Scritto da Lisa V.

Una videocamera in mano e una guerra da raccontare: è questa la quotidianità di Janna Jihad Ayyad, una bimba di appena dieci anni che, anziché giocare e dedicarsi ai passatempi che dovrebbero essere tipici della sua età, da tre anni realizza dei video per documentare sui social media la difficile realtà quotidiana della sua terra, la Palestina.

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13-15 gennaio – Giornate di mobilitazione per la liberazione di Ahmad Sa’adat e di tutti i prigionieri politici palestinesi

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January 4, 2017

Invitiamo le organizzazioni, i gruppi e le associazioni ad aderire a questo appello e a partecipare agli eventi in programma dal 13 al 15, 2017. Grazie! Usate questo form per firmare la petizione o scrivete una mail a samidoun@samidoun.net.

 

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15 anni fa, tra il 13 e il 15 gennaio, Ahmad Sa’adat, Segretario Generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, fu arrestato dall’Autorità Nazionale Palestinese nel quadro della cosiddetta “cooperazione di sicurezza”, per volere di Israele, Stati Uniti e Regno Unito. Oggi, dopo l’assedio da parte delle forze di occupazione alla Prigione di Gerico, nel 2006, Sa’adat sta scontando una pena di 30 anni nelle prigioni israeliane: un tribunale militare lo ha condannato per il suo ruolo di leader di un’organizzazione proibita e incitamento alla violenza.

Ahmad Sa’adat è uno dei leader del movimento dei prigionieri palestinesi e del movimento di liberazione nazionale; è attualmente detenuto, come altri 7.000 leader del popolo palestinese. Migliaia di cittadini palestinesi sono stati arrestati dalle forze di occupazione israeliane: questi prigionieri politici guidano la resistenza all’occupante ed esprimono il loro rifiuto per il razzismo, il colonialismo, l’apartheid e l’occupazione.

L’arresto di Ahmad Sa’adat, come quello degli altri prigionieri politici palestinesi, è avvenuto con la complicità della comunità internazionale e di alcune grandi multinazionali. Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno sorvegliato Sa’adat mentre era detenuto in un carcere dell’ANP e poi hanno spianato la strada all’attacco israeliano, assicurandosi che Sa’adat e i suoi compagni fossero catturati. Inoltre, il sostegno politico, militare ed economico di altri Stati (tra cui Unione Europea e Canada) all’occupazione israeliana contribuisce alla politica degli arresti e delle esecuzioni extra-giudiziali ai danni dei Palestinesi, in un regime di totale impunità. Società come la Hewlett Packard (HP) devono parte dei loro profitti alla detenzione dei Palestinesi, in quanto fornitori di servizi al Sistema Carcerario Israeliano.

Chiediamo che, dal 13 al 15 gennaio 2017 vi sia una mobilitazione a livello internazionale per la liberazione di Ahmad Sa’adat e di tutti i prigionieri politici palestinesi. Chiediamo di porre fine alla cosiddetta “cooperazione di sicurezza” condotta dall’Autorità Nazionale Palestinese su richiesta della comunità internazionale, in quanto mina la lotta dei Palestinesi per la libertà. Allo stesso tempo, chiediamo l’intensificarsi delle azioni di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro lo Stato Israeliano, le istituzioni e le imprese sue complici (tra cui l’HP) per creare, nelle parole di Sa’adat: “un effettivo costo economico ai danni delle industrie che favoriscono la colonizzazione.”

Facciamo appello affinché si organizzino eventi, azioni e proteste in ogni città, nelle pubbliche piazze, nei campus universitari e in ogni spazio pubblico, per rompere l’isolamento dei detenuti, chiedere la liberazione immediata di Ahmad Sa’adat e di tutti i prigionieri politici palestinesi.

Campagna per la liberazione di Ahmad Sa’adat

Samidoun Palestinian Prisoner Solidarity Network

Handala Center for Prisoners and Ex-Prisoners

Palestinian Prisoners’ Committee

Coup Pour Coup 31

International Red Aid / Secours Rouge International

Collectif pour la Libération de Georges Ibrahim Abdallah – Paris

Alcuni eventi sono stati già programmati a New York , Albuquerque, Bruxelles, Berlino, Manchester, in molte città italiane e altrove. Fateci sapere se avete organizzato eventi o scrivete una email a samidoun@samidoun.net.

Per aderire all’appello, scrivere una email a samidoun@samidoun.net

o firmate la petizione online.

Questo è un appello aperto all’adesione di ogni organizzazione interessata.

 

 

Scheduled Events:

New York City – Venerdì 13 gennaio Protesta per la liberazione di Ahmad Sa’adat e il boicottaggio di HP! 5:30 pm – 6:30 pm, Best Buy Union Square (53 E. 14th St.) , NYC. Facebook Pagina: https://www.facebook.com/events/362798944095466/. Organizzato dal Samidoun Palestinian Prisoner Solidarity Network

Albuquerque – Venerdì 13 gennaio Protesta per la liberazione di Ahmad Sa’adat e di tutti i prigionieri politici palestinesi 6:00 pm, SouthWest Organizing Project,  211 10th St SW, Albuquerque, New Mexico. Facebook Pagina: https://www.facebook.com/events/1917752155121856/. Organizzato da Irish Americans for Socialism and Liberation

Bruxelles – Venerdì 13 gennaio. Organizzato da Secours Rouge and Samidoun.

Italia – Da venerdì 13 gennaio a domenica 15 gennaio. Facebook: https://www.facebook.com/events/1739069739753137/

Manchester – Sabato 14 gennaio. Boicottiamo Barclays! 12:00 pm – 3:00 pm, Piccadilly Gardens, Manchester. Pagina Facebook : https://www.facebook.com/events/1279998228726828/. Organizzato da Manchester Boycott Israel Group

Berlino – Domenica 15 gennaio, Palestinian Contingent in the Liebknecht-Luxemburg-Lenin March. 10:00 am, appuntamento a U-Bahnhof Frankfurter Tor. Organizzato dal Democratic Palestine Committees-Berlin.

 

Trad. Romana Rubeo – Invictapalestina.org

Fonte: http://samidoun.net/2017/01/take-action-13-15-january-days-of-action-to-free-ahmad-saadat-and-all-palestinian-prisoners/