UK – Caduto il comitato ristretto: non si possono mettere sullo stesso piano le critiche a Israele e l’antisemitismo.

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Un Taxi londinese passa davanti ad attivisti filopalestinesi che sistemano uno striscione gigante che chiede uno stato palestinese riconosciuto, in Parliament Square nel centro di Londra il 13 ottobre 2014. (AFP)

Non sarei qui a scrivere questa rubrica se il comitato ristretto degli affari interni del Parlamento del Regno Unito non avesse trascinato la mia patria, la Palestina, nella polemica sull’antisemitismo venuta fuori qua per la sua decisione, presa questo mese, di ridefinire il termine.

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La Commissione: i palestinesi soffrono di sovraffollamento e abusi nella prigione di Ofer

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6 ottobre 2016

GERUSALEMME (Ma’an) – Secondo le testimonianze raccolte da Palestinian Committee of Prisoners’ Affairs, i palestinesi detenuti in Israele nella prigione di Ofer, hanno riferito di un massiccio sovraffollamento in seguito a un afflusso di nuovi detenuti, così come di abusi e maltrattamenti.

Martedì in  una dichiarazione  la commissione ha riferito che le recenti campagne di detenzioni su larga scala, condotte dalle forze israeliane nel territorio palestinese occupato, hanno portato a decine di nuovi detenuti palestinesi nella prigione di Ofer, questi hanno riferito di essere stati verbalmente e fisicamente aggrediti durante la loro detenzione, gli interrogatori e i trasferimento verso la prigione.

Secondo la commissione, il numero dei prigionieri politici palestinesi detenuti nella prigione di Ofer ha superato il  migliaio.

I prigionieri palestinesi detenuti in Ofer hanno riferito al comitato che gli agenti  dell’Israeli Prison Service (IPS) hanno costantemente molestato, aggredito, imposto multe mensili di migliaia di dollari, sottoposto i prigionieri malati ad una deliberata politica di negligenza medica.

Non è stato possibile raggiungere immediatamente un portavoce di IPS   per   una richiesta di commento su questo report.

Gruppi per i diritti hanno a lungo criticato Israele per il maltrattamento dei palestinesi nelle carceri israeliane, così come l’illegalità della loro detenzione.

Nel frattempo, i medici israeliani che lavorano nelle carceri israeliane sono stati ampiamente condannati per la loro complicità nella tortura dei prigionieri palestinesi durante gli interrogatori, in violazione dell’etica medica e del diritto internazionale.

Più di recente, lunedì in una dichiarazione , un avvocato  del Palestinian Prisoner’s Society (PPS) ha detto che un prigioniero palestinese,  nel corso di un “interrogatorio” durato 33 giorni, è stato esposto a molteplici forme di tortura fisica e psicologica , tra le quali gravi percosse , abusi verbali, e ammanettamenti prolungati.

Secondo l’associazione per i diritti dei prigionieri palestinesi “Addameer”, su un totale di 7.000 palestinesi  attualmente detenuti nelle carceri israeliane, molti  sono sottoposti a  tortura, alla negazione delle visite di famiglia, e alla negligenza medica.

 

Trad: Invictapalestina.org

Fonte:https://www.maannews.com/Content.aspx?id=773408

Continueremo a raccontare la nostra storia e il saccheggio di opere d’arte palestinesi

Palestina – 17 ottobre 2016 – Samia Halaby

Samia Halaby è nata a Gerusalemme nel 1936 ed è cresciuta a Jaffa. Vive a New York dal 1951 dove è riconosciuta come una pittrice astratta di primo piano e un’influente esperta di arte palestinese e araba. Attualmente sta lavorando ad un libro di disegni che documentano il massacro di Kfar Qassem, avvenuto nel 1956, quando 49 palestinesi del villaggio furono assassinati dalla polizia israeliana di frontiera.

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Una ONG israeliana attacca i coloni davanti al Consiglio di sicurezza dell’ONU

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Il Primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu il 9 ottobre 2016 a Gerusalemme.

L’iniziativa presso le Nazioni Unite di una ONG israeliana contro l’occupazione dei Territori palestinesi ha fatto infuriare il governo israeliano. B’Tselem ha partecipato ad una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulle colonie nei territori palestinesi. Tra Benyamin Netanyahu e l’ONG si è arrivati ad una vera e propria prova di forza.

dal nostro corrispondente a Gerusalemme, Christian Brunel
Publié le 16-10-2016 Modifié le 16-10-2016 à 14:29
L’ONG israeliana B’Tselem con il riferire sulla repressione nei Territori palestinesi, ha rotto un tabù. Il suo direttore, Hagai El-Ad, ha testimoniato nel corso di una riunione organizzata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e ha lanciato un appello urgente alla comunità internazionale perché “agisca da oggi contro l’occupazione della Palestina “.

Mai, fino ad ora, quelli che si presentano come il “campo della pace” avevano dimostrato così poca  diplomazia. Punto sul vivo, Benyamin Netanyahu ha denunciato l’iniziativa qualificandola aberrante e anti-nazionale. Ha deciso di non permettere più ai giovani israeliani di scegliere di fare il servizio civile presso l’ONG invece del servizio militare.

La minaccia non ha impressionato B’Tselem determinata a continuare le proprie attività, in particolare con l’aiuto di volontari palestinesi che filmano le operazioni militari in Cisgiordania. Recentemente, tuttavia, l’organizzazione ha annunciato di aver rinunciato a sporgere denuncia presso le corti militari israeliane, non riuscendo ad ottenere sanzioni contro gli autori di reati.

Trad. Invictapalestina.org

Fonte: http://www.rfi.fr/moyen-orient/20161016-btselem-israel-attaque-conseil-securite-onu-territoires-palestiniens

 

I legislatori britannici puntano a mettere fuori legge la critica al sionismo

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Jeremy Corbyn testimonia davanti all’Home Affairs Select Committee nell’inchiesta sull’antisemitismo, affiancato da Shami Chakrabarti. (Parlamento del Regno Unito)

Un nuovo rapporto di un’autorevole commissione parlamentare raccomanda che il Regno Unito consideri fuori legge la parola “sionista” quando viene usata “in un contesto accusatorio.”

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