Presenza israeliana in Patagonia: il pericolo dei “Mochileros Sin Fronteras”

L’organizzazione israeliana “Mochileros Sin Fronteras” (Escursionisti senza frontiere), la cui missione principale dice essere quella di aiutare i più bisognosi, è arrivata  in Argentina circa un anno fa lanciando il suo primo progetto in Sud America.

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Schermata 2016-12-07 alle 22.46.31.png“Escursionisti senza frontiere” è stata fondata nel 2013 da un gruppo di giovani israeliani. Il gruppo dovrebbe vivere per due settimane con la gente di qualche luogo in cui c’è bisogno di aiuto e dare una mano in diversi tipi di attività, ad esempio riparazioni, tinteggiatura, costruzione, impianti idraulici, gas, elettricità, ecc., oltre a fornire sostegno scolastico, di lingua, arte, difesa personale, primo soccorso, igiene, canto,  musica, ecc.

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Fatah: una deriva senza meta

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7 dicembre 2016, Enrico Campofreda.

Pungente, e in alcuni tratti tagliente, la valutazione offerta dall’emittente Al Jazeera sul recente congresso di Fatah, tenuto a Ramallah dal 29 novembre al 4 dicembre scorsi. Un’assise che per la tivù qatarina (ovviamente più vicina ad Hamas) ha riproposto come fulcro nella politica del partito e nei ruoli di presidente e leader dell’Autorità Nazionale Palestinese non tanto l’ombra, ma la sostanza dell’ottantunenne Abu Mazen. Presenza ingombrante, non desiderosa di passare la mano ora che si vocifera di possibili elezioni per quegli incarichi.

Il partito che raccoglie anime ribelli e rivoluzionarie e soggetti della più inamovibile burocrazia politica, epigoni della diaspora dei capi profughi e notabili milionari ha rinnovato l’elezione d’un establishment orientato al maschile con 18 membri del Comitato centrale ultracinquantenni collocati in gran parte in Cisgiordania, dei quattro rappresentanti della Striscia di Gaza, tre vivono nella West Bank. Rispetto a quanto visto dal 2009, fase successiva allo scontro fratricida con Hamas interno ai territori palestinesi, è venuta meno l’alleanza fra il grande vecchio successore di Arafat e l’ambizioso e ambiguo rampante del gruppo: Mohammed Dahlan. Anzi, le votazioni interne hanno sensibilmente premiato un ex avversario di quest’ultimo, Jibril Rajoub, riciclato nel ruolo di ambasciatore dello sport quale presidente della Palestinian Football Association.

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Titolo del  Manifesto 4 giugno 2015.

 

Secondo indiscrezioni Rajoub avrebbe ricevuto più preferenze dello stesso Abu Mazen. Ma per l’emittente di Doha si tratta di questioni marginali, visto che Dahlan è ritenuto un personaggio non più spendibile per la leadership, sia per i trascorsi di conflitto aperto con Hamas e per la spregiudicata collaborazione con Cia e Shin Bet, sia per la recente prossimità con l’autoritarismo di Sisi, rivolto contro la micro economia dei tunnel, praticata da gruppi di gazawi.

Insomma Fatah è giudicato ancora come clan di potere monolitico che perpetua, a suo totale disonore, quella real politik sul cui altare ha sacrificato il diritto al ritorno. Una macchia giudicata indelebile su un princìpio considerato irrinunciabile da molti.

 

articolo pubblicato su   http://enricocampofreda.blogspot.it

I Barghouti conquistano Fatah

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Fadwa Barghouti accanto a un poster con l’immagine del marito Marwan

Territori Occupati. Marwan Barghouti, il Mandela palestinese, e sua moglie Fadwa conquistano la maggior parte dei consensi negli organismi dirigenti di Fatah. Il movimento però non si è rinnovato e il suo Congresso si è chiuso ieri senza novità, anche nella strategia politica.

Michele Giorgio  EDIZIONE DEL 05.12.2016

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49 politici che supportano la Palestina dimostrano che  in Parlamento  sta arrivando il  cambiamento 

Immagine di copertina: Parliament House, Canberra.

29 novembre, 2016 –  Michael Brull

Nelle stanze del potere australiano il supporto per uno dei popoli più oppressi del mondo rimane piccolo, ma è in crescita, scrive Michael Brull.

Il 28 novembre, 49 politici federali hanno firmato una petizione chiedendo la fine del maltrattamento esercitato da Israele sui bambini palestinesi col sistema della detenzione militare. I politici in questione sono senatori e deputati, in primo luogo dell’ALP e Verdi, ma ce ne sono anche un paio del Nick Xenophon Team, ed Andrew Wilkie.

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Israele si rifiuta di ringraziare la Palestina per l’aiuto nello spegnimento degli incendi

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Israele ha ringraziato tutti i paesi che hanno partecipato allo spegnimento di un violento incendio tranne la Palestina, portando il governo palestinese a denunciare la negligenza.

Lunedì, il Ministero degli Esteri israeliano ha rilasciato una dichiarazione ufficiale in cui  ringrazia tutti i paesi per l’aiuto dato nello spegnimento degli incendi andati avanti per giorni scoppiati a Haifa e nella Gerusalemme occidentale occupata. L’infografica in lingua araba ha menzionato tutti questi paesi e ha mostrato loro bandiere, tranne la Palestina.

Anche se le autorità palestinesi  in questa operazione hanno rappresentato il loro paese con 8 squadre antincendio, l’infografica israeliana non ha incluso la bandiera palestinese. L’unica menzione fatta dello sforzo palestinese è apparsa in piccolo nella parte inferiore della fotografia: “La difesa civile palestinese partecipa nello spegnimento dell’incendio.”

Gli altri paesi menzionati con le loro bandiere sono: Ucraina, Stati Uniti, Grecia, Francia, Turchia, Spagna, Azerbaigian, Cipro, Giordania, Italia, Croazia, e Egitto. L’infografica ha anche menzionato i paesi che hanno offerto assistenza senza avere effettivamente inviato mezzi: Bielorussia, Regno Unito, Portogallo, Svizzera, Georgia, Bulgaria, Romania e Repubblica Ceca.

Secondo il quotidiano israeliano Maariv, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha voluto chiamare il presidente palestinese Mahmoud Abbas per la decisione di inviare gli equipaggi antincendio. Tuttavia, il Ministero degli Interni israeliano ha ritenuto improprio ringraziarlo o mostrare la bandiera palestinese nella dichiarazione.

Il Ministero degli Interni palestinese ha rilasciato una dichiarazione in cui denuncia l’ingratitudine e spiega che gli equipaggi sono stati inviati per motivi umanitari. La dichiarazione ha messo anche in luce il tentativo di Israele di screditare il ruolo umanitario della Palestina.

Traduzione Invictapalestina.org

Fonte: https://www.moroccoworldnews.com/2016/12/202784/202784/