L’abbraccio dei sionisti a Trump e Bannon non è una sorpresa

 
L’Organizzazione Sionista d’America (ZOA) offre una piattaforma a Steve Bannon e Stephen Adelson al suo gala annuale di questa notte di domenica 20 novembre a New York City. Per chiunque abbia familiarità con la storia sionista e le attuali alleanze, questa non dovrebbe essere una sorpresa, ma una conferma. I sionisti hanno sempre fatto leva su governi, regimi e organizzazioni – dagli Zar russi ai nazisti, a Mussolini, al coloniale impero britannico, alla destra cristiana (sionisti cristiani) – reazionari, razzisti, coloniali e antisemiti. Il loro abbraccio a Trump e a Steve Bannon, noto stratega politico reazionario, non fa eccezione. Bannon è a capo di Breitbart News, una sito web ampiamente conosciuto per il suo nazionalismo bianco e l’antisemitismo. E’ anche un fervente sionista.

Siti online di informazione come Huffington Post e Jewish Forward  si chiedono se sia possibile essere antisemita e sionista e hanno concluso: sì. Per IJAN, l’allineamento delle organizzazioni reazionarie sioniste (cioè ZOA) con finanziatori miliardari sionisti che attaccano i movimenti progressisti (cioè Sheldon Adelson) e con il reazionario razzista presidente eletto Trump e il suo stratega politico Bannon, è una conferma della natura dell’ideologia sionista e del movimento sionista. Si tratta di un movimento e di un’ideologia basati sul razzismo contro palestinesi e arabi, sulla demonizzazione dell’Islam e dei musulmani, sulla pulizia etnica e la giustificazione della colonizzazione. Ecco perché il sionismo è un insulto alla storia delle lotte ebraiche contro l’antisemitismo e la partecipazione ebraica a lotte collettive per i diritti del lavoro, diritti civili e diritti umani e contro razzismo e repressione.

bannon
In un verbale del tribunale del 1996 stilato contro Stephen Bannon per un’accusa di violenza domestica, si riporta che ha affermato, “che non gli piacciono gli ebrei e non gli piace come  allevano i loro bambini ad essere marmocchi piagnucolosi e di non volere che (le sue figlie) vadano a scuola con gli ebrei.” Questo vile, antiebraico pregiudizio non è in contraddizione con il suo attuale sostegno al progetto sionista.

Israele ha fatto profitti con dittatori e regimi brutali in luoghi e tempi diversi – vendendo armi e competenze sui missili nucleari nei suoi regolari scambi commerciali con il governo dell’apartheid del Sud Africa durante il boicottaggio internazionale; collaborando con la CIA nella formazione delle forze mercenarie in Nicaragua, El Salvador, Sri Lanka, Indonesia, Guatemala, Cile e anche in Argentina con la giunta che aveva come obiettivo gli ebrei, tra i molti altri. Negli Stati Uniti, Israele addestra la polizia locale e federale, il personale per interventi di emergenza, di intelligence e delle forze militari e fornisce strumenti di sorveglianza e consulenze che hanno come obiettivo comunità nere, immigrati, queer e transgender e attivisti. In tutto il mondo, Israele esporta oltre il 60% di tutti i droni.

Quindi, il fatto che la ZOA e altre organizzazioni sioniste reazionarie, personaggi politici e miliardari sostengano Trump, non è una sorpresa. Ciò che è sorprendente è che organizzazioni come l’Anti-Defamation League e Jewish Community Relations Council, gruppi che hanno costantemente come obiettivo arabi, musulmani, neri, Chicanos e altre organizzazioni progressiste che criticano Israele e i gruppi che spesso associano le critiche a Israele all’antisemitismo, avrebbero preso bene l’appoggio della ZOA a Trump.

Sionismo e Israele contano sull’antisemitismo per giustificare l’evidente colonizzazione della Palestina, la pulizia etnica dei palestinesi, l’appoggio al razzismo antimusulmano e antiarabo, la collaborazione nelle guerre degli Stati Uniti, gli attacchi alle organizzazioni antirazziste degli Stati Uniti, la formazione delle forze repressive di polizia e militari e un’economia che si basa molto sulla sorveglianza e il commercio di armi. Così, i suoi alleati naturali sono governi reazionari, razzisti, repressivi, rappresentanti eletti, regimi, movimenti, organizzazioni religiose e politiche e i ricchi.

E l’accettazione di Bannon da parte della ZOA nella notte di domenica conferma ciò che i palestinesi e gli altri antisionisti, tra cui gli ebrei antisionisti, hanno sempre saputo: sionismo non è uguale a ebraico, anzi il sionismo è radicato nell’antisemitismo; l’appoggio a Israele non riflette un impegno per l’umanità del popolo ebraico; il sionismo è razzista e se uno si dice antirazzista deve essere antisionista.
Traduzione Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org
Fonte: http://mondoweiss.net/2016/11/zionists-embrace-surprise/?utm_campaign=trueanthem&utm_content=5832246204d3013c80c7cf05&utm_medium=social&utm_source=facebook

Gaza scrive a Standing Rock: La vostra storia è la nostra storia

Foto di copertina – Un murale in solidarietà con le proteste a Standing Rock creato da “We Are Not Numbers” di Gaza

Cari nativi americani,

anche se siamo di colore, religione, cultura e luogo diversi, nel leggere delle proteste a Standing Rock ho imparato che abbiamo molte più cose in comune di quante non siano le differenze. Leggere la vostra storia mi ha fatto vedere me stessa e la mia gente riflettersi in voi. Sento nel profondo che la vostra lotta è la mia lotta e di non essere sono sola nella lotta contro l’ingiustizia.

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Raid aereo colpisce ospedale pediatrico ad Aleppo in Siria

Al Jazeera riprende le  drammatiche scene di un attacco aereo e dei bambini  salvati dalle incubatrici da parte del personale in preda al panico.

Attenzione: Il video qui sopra contiene scene che alcuni possono trovare sconvolgenti.

Un raid aereo ha colpito un ospedale per bambini in mano ai ribelli ad est di Aleppo in Siria, costringendo il personale medico ad evacuare i pazienti, tra cui alcuni neonati ancora nelle incubatrici.

Il momento dell’attacco  di Venerdì è stato filmato da un equipaggio di Al Jazeera, tra cui il giornalista Amro Halabi, che stava riferendo sui sopravvissuti ai precedenti bombardamenti siriani e russi sulle parti  della città controllate dai ribelli.

Halabi stava riprendendo un uomo ei suoi due figli con gravi problemi respiratori da un precedente attacco, quando la stanza improvvisamente è diventata buia subito dopo una forte esplosione.

Nel video si vedono gli infermieri e altro personale medico agitati che attraverso il buio cercano frettolosamente di evacuare i pazienti dall’ospedale gravemente danneggiato mentre i bambini gridano aiuto.

In un’altra stanza, gli infermieri afferrano i neonati dalle incubatrici danneggiate, un membro del personale  con un panno protegge un bambino visibilmente denutrito prima di tentare di consolare una donna in lacrime anche lei con un neonato in braccio.

Le infermiere portano i bambini in un’altra stanza, mettendoli sul pavimento uno accanto all’altro coprendoli con coperte. Almeno uno dei neonati aveva ancora le cannule medicali attaccate.

Il personale ha detto ad Al Jazeera che tutti i bambini sono sopravvissuti all’attacco.

La città di Aleppo, una volta che il centro commerciale della Siria, è  divisa dal 2012, con la metà orientale nelle mani dei ribelli e la metà occidentale controllata dalle forze governative.

Più di 250.000 civili sono ancora intrappolati nella parte orientale, che è sotto bombardamenti  costanti, con diminuzione delle scorte di cibo e cure mediche estremamente limitate.

Ospedali nascondono sottoterra

In precedenza, secondo i testimoni e attivisti, è stato riferito che almeno 49 persone sono state uccise ad Aleppo in un bombardamento iniziato giovedì.

Venerdì è stato il quarto giorno di bombardamenti continui sul settore est della città da parte dell’aviazione del governo siriano .

L’attacco è iniziato quando la Russia, alleata della Siria,  ha annunciato la propria offensiva nella provincia di Idlib controllato dai ribelli nel nord del paese e in quella di di Homs.

Da allora, più di 100 persone sono state uccise in tutto il nord della Siria.

I media hanno riferito di un altro ospedale  bombardato in un altro quartiere di Aleppo nella notte di Giovedì.

Solo quattro dei sette ospedali sono ancora in funzione nel distretto, secondo Adham Sahlùl, del Syrian American Medical Society, che supporta le strutture sanitarie ad Aleppo.

Il Syrian Observatory for Human Rights  ha detto che decine di raid aerei, attacchi di artiglieria e barrel bomb hanno colpito 18 diversi quartieri di Aleppo orientale.

L’Osservatorio ha riferito che le bombe del governo siriano hanno preso di mira i quartieri con strutture mediche, tra cui l’ospedale pediatrico e una clinica vicina che era una delle poche rimaste in piedi ad Aleppo orientale per la terapia intensiva.

Molti ospedali e cliniche della zona assediata, dopo mesi di bombardamenti implacabili,  hanno traslocato le loro funzioni sottoterra.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riferito di aver  registrato  126 attacchi contro strutture sanitarie nel 2016, una tattica comune nel corso dei cinque anni di guerra in Siria.

I governi russo e siriano negano di avere come target gli ospedali.

 

trad. Invictapalestina.org

Fonte: Al Jazeera Notizie e agenzie

Un pogrom scuote un villaggio palestinese strangolato da insediamenti israeliani

articolo
Uno dei palestinesi feriti nell’attacco dei coloni ad ovest di Ramallah, il 5 novembre 2016. (Foto: Iyad Hadad, B’Tselem)

11 Novembre  by Gideon Levy & Alex Levac

E ‘stato un pogrom. I sopravvissuti sono cinque contadini palestinesi socievoli che parlano  uno stentato ebraico e lavorano nell’edilizia in Israele con regolari permessi di ingresso.

Durante il week-end  coltivano ciò che resta delle loro terre, molte delle quali sono state saccheggiate a beneficio degli insediamenti che soffocano il loro villaggio, Janiya, alla periferia di Ramallah. Sono convinti di essere sopravvissuti per miracolo all’attacco di sabato scorso.

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“Pogrom” è in realtà l’unica parola che descrive ciò che hanno subito.

“Vi uccideremo!” gridavano gli assalitori brandendo coltelli seghettati, e sprangando gli uomini in testa e sui loro corpi con bastoni e tubi di ferro.

L’unico “crimine” dei palestinesi   che, quando i coloni sono piombati su di loro, erano nel bel mezzo della raccolta delle olive,  è  essere palestinesi e avere il coraggio di lavorare la loro terra. Il periodo della raccolta delle olive è  tradizionalmente la stagione per i pogrom in Cisgiordania,  questo è stato uno dei più violenti. Nessun funzionario israeliano ha condannato l’aggressione, nessuno si è sconvolto. Una vittima ha avuto bisogno di 20 punti sulla testa, un altro si ritrova con la spalla e un braccio rotto, un terzo è zoppicante, una quarta ha perso i  denti anteriori. Solo uno è riuscito a fuggire agli attaccanti, ma  anche lui zoppicante per le ferite alla gamba causate mentre fuggiva dal terreno roccioso.

Gli agricoltori  che nei giorni successivi erano ancora in stato di shock per l’esperienza,  sono stati evacuati dai compaesani; le olive sono rimaste sparse sul terreno. Ora hanno paura di tornare negli uliveti.

Questo fine settimana, si sono ripromessi di inviare i giovani di Janiya per insaccare ciò che è stato raccolto e completare la raccolta. Loro con i loro corpi e lo spirito a pezzi, dicono di essere incapaci di fare qualsiasi cosa.

Gli assalitori, circa una dozzina di coloni mascherati  sono inquadrati in un video ripreso da un residente locale, Ahmed al-Mazlim, che – a quanto pare scaricata l’emozione del loro atto – sono tornati   alle loro baracche,  sparse al di sotto dell’insediamento di Neria, noto anche come il Nord Talmon, tra Modi’in e Ramallah (vedere cartina).

Questo era il loro “oneg Shabbat”, il loro Shabbat di gioia: scendendo nella valle e aggredendo le persone intente a lavorare la  terra, innocenti e indifesi – forse anche con l’intenzione di uccidere. Un week-end tranquillo …

Nel video si vedono i coloni raggiungere lentamente le baracche del loro avamposto non autorizzato, situato sulla collina sotto Neria. Essi non hanno alcun fretta – dopo tutto, nessuno sta per catturarli. Infine si siedono sotto il portico di una delle capanne per dissetarsi con una borraccia.

Non ho mai visto prima  criminali lasciare la scena del crimine con tanta indifferenza. Forse erano esausti per le loro fatiche – bastonare arabi – stanchi ma felici.

Yotam Berger, il giornalista di Haaretz, il primo a pubblicare il video, ha visitato le capanne il giorno dopo il pogrom. Era chiaro per lui che anche se le strutture erano vuote quando è arrivato i coloni vivevano lì. Nessun arresto è stato fatto finora, e l’esperienza passata suggerisce che nessuno sarà fatto. La polizia sta indagando.

trad. Invictapalestina.org

Fonte: http://mondoweiss.net/2016/11/settlers-palestinians-harvesting/?utm_source=Mondoweiss+List

I gerosolimitani recitano la chiamata alla preghiera dai loro tetti

November 18, 2016 at 12:01 pm

Nel video si possono sentire chiaramente i residenti recitare la chiamata alla preghiera in segno di protesta contro la legge.

In risposta al piano del governo israeliano di proibire la chiamata alla preghiera in città, gli abitanti di Gerusalemme sono saliti sui tetti delle loro case e tutti insieme hanno recitato la chiamata alla preghiera.

Nel filmato che sta circolando sui social media i residenti possono essere sentiti chiaramente recitare la chiamata alla preghiera per protestare contro la legge che la vieta a Gerusalemme.

Le chiese di Nazareth hanno dimostrato la loro solidarietà trasmettendo la chiamata alla preghiera notturna come risposta ai tentativi di vietare quella trasmessa dalla moschea di Al-Aqsa.

Nelle ultime due settimane Israele sta lavorando per vietare la chiamata alla preghiera musulmana, l’Athan. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha appoggiato un disegno di legge per vietare la chiamata religiosa, dicendo: “Israele è uno stato che rispetta la libertà di culto per tutti i credenti e che si impegna a proteggere quanti sono disturbati dal rumore causato dagli altoparlanti.”

traduzione Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org

Fonte: https://www.middleeastmonitor.com/20161118-jerusalemites-recite-call-to-prayer-from-their-rooftops/#.WC74UDa_qCU.facebook