Lo scrittore e giornalista giordano Nahed Hattar, 56 anni, è stato ucciso questa mattina con colpi di arma da fuoco davanti agli edifici della Corte Suprema ad Amman.
Hattar era sotto processo per aver condiviso sulla sua pagina Facebook, lo scorso agosto, una vignetta (di autore ignoto) che raffigura il Paradiso dove un uomo con la barba, che fuma nel letto con due donne, chiede a Dio di portargli da bere, da mangiare e di bussare prima, la prossima volta che vuole disturbarlo. Secondo alcuni media, la vignetta sarebbe stata postata con il titolo di “Il Dio di Daesh” e l’uomo barbuto sarebbe un noto esponente dell’ISIS.
Dall’inizio del 2016, Quds Press ha riferito che sono stati uccisi dalle forze israeliane, 103 palestinesi.
Issa Tarayrah di sedici anni, è la 103esima persona uccisa quest’anno. Questo dato aggiorna il numero delle persone uccise dall’inizio, di quello che è diventato noto come il Jerusalem Intifada, a 248.
Tarayrah è stata uccisa nella città occupata di Hebron e la sua morte porta il numero dei palestinesi che sono stati uccisi in questa città palestinese a 77, dato che comprende 47 esecuzioni. Quattro dei morti appartenevano alla famiglia Tarayrah.
Tra i 248 morti palestinesi, 59 sono sotto i 18 anni, e comprende il bambino di tre anni ucciso in un attacco aereo a Gaza l’11 ottobre 2015, e uno di quattro mesi ucciso in vicino a Betlemme il 30 ottobre del 2015.
Aggiornamento con importanti novità 25 settembre 2016: Facebook chiede scusa.
Ali Abunimah,Media Watch,23 September 2016
Editor di due delle pubblicazioni online palestinesi più lette hanno avuto i loro account Facebook disabilitati.
Gli amministratori delle pagine Facebook di Quds, con più di cinque milioni di “likes”, e Shehab News Agency, con più di sei milioni, venerdì si sono ritrovati a non poter accedere ai loro account.
Come lottare contro il terrorismo? Applicando il modello israeliano, ripetono all’infinito certi politici e giornalisti francesi. Eppure, ci sono pochi paesi in cui si vive da così tanto tempo con così poca sicurezza come Israele.
Dopo le polemiche seguite alla censura che Facebook ha fatto di una fotografia famosa in tutto il mondo della guerra del Vietnam, Facebook ha accettato di “lavorare insieme” al governo di Israele per censurare contenuti che funzionari israeliani ritengano essere impropri. Facebook ha annunciato ufficialmente l’accordo di “cooperazione”, dopo un incontro che ha avuto luogo l’11 settembre tra ministri del governo israeliano e alti funzionari di Facebook. La spinta frenetica del governo israeliano a monitorare e censurare i contenuti di Facebook che ritiene inadeguati è conseguenza del successo virale di BDS, Boicottaggio Disinvestimento Sanzioni, un movimento non violento globale che lavora per denunciare le violazioni dei diritti umani israeliani.
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