Svolta francese: stop subito alle trivelle

Francia. La ministra dell’ambiente dell’Ambiente e dell’Energia, Ségolène Royal, annuncia una moratoria immediata sulla ricerca di idrocarburi in mare. Troppo alti i rischi ambientali, Parigi chiederà che il bando alle perforazioni sia esteso a tutto il Mediterraneo. Meglio puntare su «strade solari», eolico off-shore e dimezzamento dei consumi entro il 2050

total
Protesta alla conferenza dei petrolieri sui giacimenti off-shore «Mce Deepwater Development 2016» © LaPresse

Leggi tutto “Svolta francese: stop subito alle trivelle”

Chi l’ha visto?

Checkpoint e coraggio. Forse Amleto è nato davvero a Gerusalemme

ED-img6659425

Torino 9 aprile 2016 – Redazione Invictapalestina

I giudizi  su Amleto a Gerusalemme, spettacolo che ha registrato il tutto esaurito a Torino e in altre città, sono controversi. Mentre da alcuni è descritto come un spettacolo, denso e intenso, civile e necessario, da non perdere. Uno spettacolo di verità sulla Palestina.

Da altri è giudicato umiliante per i palestinesi, in modo particolare per gli abitanti di Gerusalemme. Da un attivista di origine palestinese che vive in Italia da una decina di anni è stato giudicato persino controproducente per la causa palestinese.

Il Fatto Quotidiano così  recensisce lo spettacolo in un articolo del 7 Aprile:

Che ne sappiamo noi di parricidio, guerra, tradimento, convento? Che ne capiamo noi dell’Amleto, noi “infiacchiti, indeboliti, rammolliti, svirilizzati”, come dice Massimo Fini? Poco o niente: per questo, ma non solo, vale la pena andare a Torino a prendere ripetizioni di tragedia shakespeariana da un gruppo di ragazzi palestinesi e italiani, diretti da Gabriele Vacis […]

Su WEB si possono trovare altri commenti/presentazioni, sono commenti ripetuti e tutti uguali  ripresi dalle programmazioni dei vari teatri o dall’agenzia ANSA.

Parte il 29 marzo, dalle Fonderie Limone di Moncalieri, la tournee del nuovo spettacolo prodotto dal Teatro Stabile di Torino, ‘Amleto a Gerusalemme/Palestinian Kids Want To See The Sea’. Di Gabriele Vacis e Marco Paolini, la regia è dello stesso Vacis, mentre scene e costumi sono di Roberto Tarasco. Lo interpretano Marco Paolini e attori palestinesi e italiani che fanno parte del Progetto Internazionale dello Stabile torinese.
Patrocinato del Ministero degli Affari Esteri, il lavoro vede riuniti due grandi del teatro italiano, Vacis e Paolini appunto, intorno ad un’idea nata nel 2008 al Palestinian National Theatre di Gerusalemme, in occasione di un laboratorio di teatro per giovani palestinesi, poi continuato in Italia, intorno all’Amleto. “In questa opera – spiega Vacis – ci sono tutte le sfaccettature della vita, anche vissuta in Palestina: i riti di passaggio, il rapporto uomo-donna, il conflitto con la famiglia e tra generazioni, la rabbia, la pazzia, l’amore”.(ANSA).

 

Questa è una nota di ISM-Italia

Su Amleto a Gerusalemme 

Amleto a Gerusalemme è un singolare esempio di teatro civile e necessario, di teatro vivo e immediato, di teatro capace di porre domande e di sollevare dubbi.

Domande non solo sulla condizione dei palestinesi, vittime delle vittime, ma sul passaggio d’epoca che ci vede sospesi in un equilibrio assai instabile, sull’orlo di un precipizio.

Le stesse domande che ha posto a tutti noi la madre di Giulio Regeni, torturato a morte al Cairo.

Vincenzo Consolo, prima del G8 di Genova del 2001, nell’incontro “La Spezia per il G8 – il potere della letteratura”, ebbe a scrivere:

Gli oligarchi del Globo, gli imperatori dell’Universo, 

il vertice olimpico d’una oscena piramide, 

i grandi, i potenti, i prepotenti della Terra, 

artigli e zanne d’acciaio, 

s’incontrano oggi nella fortezza blindata 

d’un palazzo ducale, 

nella Genova d’una Italia fino a ieri stracciona, 

ora arricchita e proterva, governata dall’uomo più ricco, 

dall’assoluto padrone della caverna di ombre e d’inganni, 

dei messaggi avvilenti del consumo delle laide merci. 

Questi teologi del mercato, 

questi fondamentalisti del liberismo economico 

decidono, nel loro conclave, 

quali foglie e germogli far sbocciare sulla terra, 

quali deserti creare, 

quali popoli sterminare per malattie e per fame, 

quali disgustosamente ingrassare. 

Uniformano, questi duci degli stati eminenti, 

ogni plaga del mondo, 

omologano colture e culture, 

cancellano storia, memoria, poesia. 

Spengono ogni luce, diversità, 

sopprimono lucciole, farfalle, scrosci d’acqua, suoni di flauto. 

Privano l’uomo d’anima, fantasia, bellezza: 

This is the way the world ends (Eliot) 

(In questo modo il mondo finisce) 

questo aveva profetizzato il poeta. 

In questi tempi oscuri l’indifferenza coincide con la complicità. 

 

Alfredo Tradardi

ISM-Italia,Torino, 3 aprile 2016

www.ism-italia.org

info@ism-italia.org

 

A questo punto sarebbero interessanti i commenti di quanti hanno assistito allo spettacolo, anche per fare il punto sulla situazione e non correre  dietro ai soli giudizi dei MEDIA che in altre occasioni hanno ripetutamente oscurato la Palestina o informato in modo fuorviante, in perfetta linea con molti editori e politici italiani.

Invictapalestina ha espressamente chiesto la possibilità di registrare parte dello spettacolo durante la replica del 2 maggio a Cascina di Pisa, finora non abbiamo ancora ricevuto risposta.

 

Aule universitarie distrutte durante i  raid mattutini delle forze israeliane.

Gerusalemme 5 Aprile 2016

A cura del Movimento di solidarietà internazionale, team di Ramallah.

Nelle prime ore di Martedì 5 aprile, intorno alle 3, un gruppo armato di soldati israeliani ha fatto irruzione nel campus della Università Al Quds nella zona di Abu Dis, parte di Gerusalemme est. I soldati, terrorizzate le guardie di sicurezza in servizio e con forza sono entrati nelle quattro aule appartenenti alle organizzazioni politiche degli studenti sequestrando materiale e distruggendo completamente le aule.

1q
Attrezzature distrutte dal RAID mattutino di Martedì 5 aprile 2016

Durante le prime ore del mattino le uniche persone presenti presso il campus universitario erano quelle della sicurezza del campus, sono state arrestate e bloccate tutte in una stanza. Dai soldati non è stata data alcuna motivazione  né per l’arresto momentaneo né per l’irruzione nella città universitaria. I soldati sono entrati prepotentemente nelle quattro aule appartenenti a diversi gruppi politici gestiti dagli studenti universitari, forzando le serrature  e facendosi strada distruggendo completamente le porte. Questa è la quarta volta nel 2016  che i soldati sono entrati nel campus, distruggendo e confiscando materiale senza dare nessuna spiegazione.

2q
Uno dei computer distrutti nel raid

Le aule prese di mira appartengono a diversi gruppi di studenti, studenti che lavorano all’interno dell’università e nella comunità locale. Tra i vari gruppi ci sono quelli che difendono i diritti degli studenti, che creano attività all’interno del campus e nei quartieri circostanti, che organizzano dibattiti sullo stato del Medio Oriente, gruppi che svolgono attività di volontariato all’interno della comunità, che offrono servizi per gli studenti, organizzano workshop e incontri su giovani detenuti e ospitano una serie di attività di solidarietà per la comunità palestinese.

3q
Studenti cercano di recuperare materiale danneggiato dal raid di Martedì

Durante il raid l’esercito ha requisito personal computer, computer portatili e macchine fotografiche appartenenti al partito islamico. Sono state confiscate circa centosettanta bandiere dal salone delle feste/riunioni e tutte le  apparecchiature fisse per le attività creative. Durante il raid tutto ciò che non è stato preso è stato distrutto da parte delle forze di occupazione.

4q
Arredamento danneggiato durante il raid

Il laboratorio delle donne del movimento islamico  che lavora principalmente con giovani svantaggiati e  studenti ha avuto la maggior parte dei loro beni distrutti, manifesti strappati dalle pareti e apparecchiature elettroniche confiscate.

5q
Laboratorio delle donne islamiche

L’area di Abu Dis nella quale si trova l’università  era di circa trentamila ettari prima del 2002, ne sono rimasti circa quattro mila  con il 75% della superficie che ora  rientra nella zona C e il 25% in zona B. Questo dannoso furto di terra da parte del governo di Israele  ha messo in difficoltà  agli studenti che affrontano enormi difficoltà con la loro istruzione.

Molti studenti  della facoltà di medicina non riescono a raggiungere Gerusalemme, dove si trova l’ospedale principale per la formazione e sono stati costretti ad andare altrove per poter esercitarsi  praticamente, anche la facoltà di comunicazione deve affrontare nuove difficoltà. Dal momento dell’inizio di quella che da molti è stata chiamato terza intifada, i principali posti di blocco sulla via che conduce alla città di Ramallah, dove gli studenti di Comunicazione devono recarsi per completare i loro stage, sono diventati estremamente difficili da superare, agli studenti è spesso negato l’accesso oppure devono affrontare lunghe attese per entrare.

6q
Il muro di annessione che circonda l’università

Il 2 novembre 2015, le forze israeliane sono entrate nel campus intorno 16:00 e hanno iniziato a sparare sugli studenti usando gas lacrimogeni, proiettili di acciaio rivestiti di gomma e anche  munizioni vere. Oltre duecento studenti sono stati feriti con necessità di cure mediche, mentre due studenti sono stati gravemente feriti, e con l’accesso all’ospedale di Gerusalemme interdetto gli studenti, per essere medicati, sono stati costretti a viaggiare per più di un’ora verso la città di Ramallah.

7q

 

Con le elezioni studentesche che si terranno il 19 aprile, questo attacco rientra nella più ampia politica di Israele per colpire l’attività politica all’interno del campus e i gruppi di studenti,  per reprimere così la resistenza all’occupazione.
Quattro studenti dell’università sono stati uccisi dalle forze israeliane dal novembre 2015.

 

 

 

trad. Invictapalestina.org

 

Fonte: http://palsolidarity.org/2016/04/university-rooms-destroyed-in-early-morning-raid-by-israeli-forces/?utm_source=wysija&utm_medium=email&utm_campaign=Weekly+Digest

Ladri di biciclette e ladri di terra.

ladri-di-biciclette-roma
“Ladri di biciclette”, Roma e il Neorealismo

Ladri di biciclette è un  film diretto, prodotto e in parte sceneggiato da Vittorio De Sica nel 1948 e rimasto come un pilastro nella storia del cinema italiano. Girato con un’ampia partecipazione di attori non professionisti, è basato sull’omonimo romanzo (1946) di Luigi Bartolini, adattato al grande schermo da Cesare Zavattini.

In quegli stessi anni è successo un altro avvenimento rimasto però famoso nella storia della violazione di ogni diritto internazionale, un atto di violenza che ha creato “fiumi di sangue”, l’occupazione della Palestina.

Leggi tutto “Ladri di biciclette e ladri di terra.”