Gaza i bambini piantano fiori sopra le macerie della guerra
Gaza – CPI (Centro Palestinese d’Informazione)
Decine di bambini palestinesi Giovedì hanno piantato i loro fiori vicino le macerie causate dalla recente guerra sionista contro Gaza nell’estate 2014, come parte di un’iniziativa lanciata da volontari.
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Il più giovane prigioniero nelle carceri israeliane è una ragazzina di 12 anni
Nigel Wilson | 18 Mar 2016 03:58 con Aggiornamento di Invictapalestina 28 aprile 2016
C’è un drammatico aumento nel numero di minori palestinesi detenuti da Ottobre, sostiene un’associazione per i diritti umani.
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I Palestinesi di Gaza bevono acqua contaminata
Rayqa al-Malalha, 55 anni, guarda fuori dalla finestra della cucina in uno stagno putrido delle acque reflue nel cortile davanti alla sua casa di Rafah, città nella striscia di Gaza. Il suo comune non fornisce acqua potabile, in parte perché la rete fognaria è infiltrata nel sistema di tubazioni dell’acqua.
Eppure i problemi di Rayqa non sono univoci. I Palestinesi di Gaza consumano regolarmente acqua contaminata, anche se il liquido che si beve è già stato trattato in un impianto di depurazione. A Gaza, secondo il Palestinian Water Authority (PWA), il 45 per cento dell’acqua trattata in impianti di desalinizzazione è contaminata.
L’associazione e-WASH ha scoperto che per quasi tutte le famiglie di Gaza non c’è alternativa. L’acquisto di serbatoi costosi di acqua pulita è insostenibile. Il novantacinque per cento di 1,8 milioni di abitanti della striscia consumano questa acqua inquinata. Coloro che possono permettersi l’acqua pulita, spendono fino a un terzo del loro reddito.
Nel 2012 le Nazioni Unite hanno avvertito che Gaza sta affrontando una crisi idrica e igienico-sanitari a causa di blocco israeliano della Striscia. Tutta l’acqua che finisce distribuita nelle case dei residenti proviene da una falda acquifera sotterranea. Il novantasei per cento della riserva è a rischio per il consumo umano. L’eccessiva estrazione di questa falda acquifera e l’intrusione di acqua di mare, insieme con l’infiltrazione di fertilizzanti agricoli e acque reflue non trattate, sono fattori che hanno portato a livelli di cloruro e nitrati fino a tre volte quelli raccomandati dagli standard del World Health Organization (OMS).
Non solo l’acqua di Gaza è pericolosa da bere, spesso non c’è neanche quella!
“L’acqua nella nostra casa c’è solo una volta o due volte alla settimana. Ne riceviamo così poca che non possiamo riempire neanche i nostri serbatoi d’acqua”, ha detto Rayqa.
Per soddisfare le loro esigenze la famiglia di Rayqa non ha altra scelta che comprare l’acqua a caro prezzo da venditori privati. Il costo è di cinque volte superiore all’acqua comunale. La sua famiglia ne ha bisogno per il bagno, cucinare e bere.
“Mio marito è senza lavoro e non possiamo permetterci di comprare l’acqua pulita una volta alla settimana, siamo costretti a chiedere un po’ di acqua ai vicini o usare l’acqua inquinata della rete per bere e cucinare”, ha detto Rayqa.
Tali difficoltà sono condivise da molti nella Striscia di Gaza assediata. Il consumo medio di acqua per persona al giorno è meno di 80 litri, ben al di sotto degli standard minimi OMS di 100. Considerare che di questi 80 litri, la maggior parte sono inadatti al consumo umano.
Oltre l’accesso limitato all’acqua potabile, le infrastrutture, in zona Rayqa di al-Arabia a Rafah sono anche difettosa e pongono ulteriori rischi per la salute. Il quartiere non è collegato alla rete fognaria pubblica perché materiali e finanziamenti per sviluppare le infrastrutture sono scarse. In totale il 23 per cento della popolazione di Gaza non hanno servizi igienico-sanitari.
Senza una fogna, i residenti di al-Arabia dipendono da pozzi neri per smaltire i propri rifiuti liquidi. A causa degli alti costi per il regolare svuotamento, molti nella zona finiscono per scaricare i loro liquidi in terreni agricoli circostanti. Questo crea grandi e profondi stagni di acque reflue che rappresentano una seria minaccia per i residenti del quartiere, in particolare i bambini.
I nipoti di Rayqa hanno attacchi costanti di diarrea e coliche. La sua convinzione è che le malattie sono probabilmente dovute alla scarsa qualità dell’acqua e alle acque di scolo che inondando le strade.
“Siamo disturbati tutto il giorno e la notte da un odore sgradevole e sciami di zanzare. La situazione peggiora in estate, quando non riusciamo a dormire la notte dalle punture di zanzare. La nostra vita è diventata insopportabile in questo settore, ma che alternative abbiamo? ” Si lamenta Rayqa.
Secondo Gaza’s Coastal Municipality Water Utility, il blocco israeliano imposto a Gaza dal 2007 ostacola gravemente il recupero e lo sviluppo del settore idrico e i servizi igienico-sanitari, ritardando e ostacolando i progetti di riparazione di più dell’ 86 per cento a causa della mancanza di materiali.
Si tratta di una crisi umanitaria, ma non una crisi delle risorse. C’è bisogno di una soluzione politica. Se non cessa il blocco, non ci può essere né vera ripresa, né lo sviluppo sostenibile nel settore idrico e servizi igienico-sanitari nella Striscia di Gaza. Solo allora Rayqa e la sua famiglia saranno in grado di vivere una vita dignitosa.
Trad. Invictapalestina.org
Fonte: http://mondoweiss.net/2016/03/palestinians-in-gaza-are-drinking-contaminated-water-from-their-sinks/
Evviva hanno arrestato Abdeslam. Evviva che cosa?
20 marzo 2016 – Gianni Lixi
Grande euforia su tutti i giornali per l’arresto di Salah Abdeslam , con accuse dirette e velate alla comunità mussulmana. Conferenza stampa congiunta di Hollande e del primo ministro Belga entrambi con sorriso smagliante. Naturalmente come sempre ho difficoltà a capire. Hanno arrestato un ragazzo belga con un passato di disadattamento sociale, condanne per atti di criminalità, furti, spaccio di droga, con aspirazione ad imporre la propria personalità come riscatto alla sua frustrazione sociale. Nella religione, con cui non aveva quasi nessun rapporto, Salah ha certamente visto la possibilità, il mezzo per affermarsi. Nella radicalizzazione delle religioni, di tutte le religioni, c’è sicuramente un incitamento alla violenza. C’è nel cristianesimo , c’è nell’islamismo, c’è nell’ebraismo. Gli israeliani si servono quotidianamente della violenza dei coloni, ebrei radicali, che attaccano comunità palestinesi nelle loro case e città . Anzi qui accade di peggio. IL governo israeliano pianifica proprio l’utilizzo di questi elementi radicali per espropriare sempre più terre ed abitazioni ai palestinesi. Non sono interessato alle religioni. Ognuna è migliore dell’altra; e questo lo trovo un ostacolo alla ricerca della fratellanza fra tutti i popoli . Questo anche perchè le grandi compagnie finanziarie che guidano il pianeta si servono proprio di questo elemento divisivo per poter raggiungere, attraverso il controllo delle risorse energetiche, del mercato delle armi, del riciclaggio, introiti miliardari.
Grazie alla ospitalità di sorella e figli vado spesso a Bruxelles. La rue des Quatre-Vents, dove hanno preso Abdeslam è la strada dove c’è un simpatico meccanico dove spesso ho portato la macchina. Tra l’altro questo meccanico ha come apprendisti meccanici dei ragazzi con problemi sociali alle spalle in virtù della collaborazione con l’assistenza sociale del comune per il loro reinserimento. La parallela di questa strada ospita l’ostello della gioventù molto conosciuto tra i ragazzi di tutto il mondo che vanno in vacanza a Bruxelles. Se giri per Molenmbeck e quartieri attigui e ti capita di prendere il tram nelle ore di punta, la maggioranza delle persone che trovi sono giovani donne belghe di religione mussulmana con carrozzina ed almeno 2 bambini al seguito. La natalità, per motivi sociali e culturali, almeno a Bruxelles, è affidata alla comunità mussulmana e non ne sono affatto preoccupato. Per me potrebbero essere di qualsiasi estrazione religiosa, anche se come detto preferirei non appartenessero a nessuna religione.
Prima di tornare a Salah vorrei citare una frase non mia ma che ho preso da un manifesto attaccato sui muri della mia città “Le bombe della democrazia hanno causato centinaia di migliaia di morti e milioni di profughi e gonfiato di odio innumerevoli cuori “. Salah Abdesalam è il terrorista che noi ci siamo allevati. Cosa c’è da esultare per la sua cattura? Preso lui c’è ne saranno tanti altri. E tanto più indecorosi saranno gli incontri che si stanno consumando proprio in questi giorni nei palazzi della UE tanto più ne creeremo. Ad Abdeslam gli hanno anche dato del codardo perché non si è fatto saltare in aria. Non so se sia codardo o no ma è certamente meno codardo dei nostri rappresentanti politici in Europa che, non avendo il coraggio di prendere il mitra e sparare sui profughi , consegnano questi a chi il mitra non ha paura di usarlo e danno 6 miliardi di euro (ripeto sei miliardi di euro! 3+3) ad un paese che il mitra lo usa già contro i kurdi , non rispetta i diritti umani e dove non c’è libertà di stampa. Figuriamoci se si mettono problemi a respingere migliaia di persone verso sorti indegne di una umana esistenza, quando non incontro alla morte.
L’esultanza potrebbe essere giustificata se si dovesse riuscire a mettere le manette ad un pianificatore del genocidio di un popolo (per esempio Netanyahu), ad un massacratore di bambini, solo in un mese ne ha uccisi 500 (per esempio Netanyahu); ad uno che sta cercando di far approvare a nazioni sue amiche leggi illiberali per impedire che si utilizzino dei normali strumenti democratici che le stesse nazioni hanno in passato utilizzato per rovesciare pacificamente il sistema di apartheid sudafricano (per esempio Netanyahu).
Cosa c’è da esultare nell’arresto di uno dei tanti Salah Abdeslam se non si fa un passo per evitare che se ne formino altri ed anzi, con le politiche scellerate delle cosiddette “potenze occidentali” se ne incoraggia il loro reclutamento?
Gianni Lixi (Associazione Amicizia Sardegna Palestina)
originale: https://lazuccablog.wordpress.com/2016/03/20/evviva-hanno-arrestato-abdesalam-evviva-che-cosa/