Il presidente israeliano Reuven Rivlin ha definito i risultati “una chiamata al risveglio per la società israeliana”
Mercoledì 9 Marzo 2016 – Lizzie Dearden
Un sondaggio ha scoperto che quasi la metà degli ebrei israeliani ritiene che gli arabi debbano essere espulsi o trasferiti fuori da Israele.
Uno studio condotto dal Centro di Ricerche Pew ha scoperto che circa un adulto su cinque intervistato sarebbe “fortemente concordante” con l’affermazione controversa, che per molti versi equivale ad una vera e propria pulizia etnica.
L’Enciclopedia Britannica descrive l’atto come “il tentativo di creare aree etnicamente omogenee attraverso la deportazione o il trasferimento forzato di persone appartenenti ad un particolare gruppo etnico” mentre un documento delle Nazioni Unite risalente al 1993 specifica ulteriormente che la definizione di “pulizia etnica” comprende anche l’espulsione ottenuta attraverso l’uso della “forza o dell’intimidazione”.
Nel sondaggio Pew, il 48% degli ebrei che ha risposto ha sostenuto che gli arabi dovrebbero essere rimossi da Israele mentre un numero simile ha risposto in disaccordo.
Mentre una percentuale di ebrei che va dal 54% al 71%, e compresa tra coloro che si definiscono ultra-Ortodossi, religiosi o tradizionalisti, supporterebbe un simile passo, solo il 36% della comunità secolarizzata farebbe lo stesso.
“Se l’identità religiosa influenza il punto di vista degli ebrei israeliani sull’espulsione degli arabi, il sondaggio riscontra che, anche prendendo in considerazione questo fattore ed altri fattori demografici, le idee degli ebrei a proposito dell’espulsione degli arabi sono in maggioranza fortemente correlate alla loro ideologia politica”. Questa la considerazione alla quale è arrivato l’Istituto di Ricerca Pew.
“Più gli ebrei israeliani si collocano a sinistra nel panorama politico, più si oppongono all’idea di espellere gli arabi da Israele.”
Coloro che supportano la pulizia etnica tendono ad essere di lingua russa, piuttosto che ebraica o Yiddish, maschi e con una educazione di stampo ebraico fino alle scuole medie o inferiori.
Reuven Rivlin, il Presidente d’Israele, ha considerato i risultati come “un risveglio per la società israeliana”.
“Mi fa male constatare la distanza che esiste nelle coscienze generali, religiose o secolarizzate, tra la nozione d’Israele come stato ebraico e come stato democratico” ha aggiunto.
“Un altro problema è l’attitudine nei confronti dei cittadini arabi residenti in Israele”.
Arabi israeliani è la definizione governativa data ai cittadini non ebrei e ai tanti membri della minoranza, che sono in maggioranza islamici, identificati come palestinesi.
Nello stesso sondaggio, almeno l’80% degli ebrei israeliani ha sostenuto la necessità che agli ebrei venga riservato un trattamento preferenziale, mentre una proporzione simile di arabi israeliani ha lamentato di avere riscontrato discriminazioni nei confronti dei musulmani.
La ricerca sembra mostrare che tutti i gruppi etnici e religiosi avrebbero perso speranza della soluzione dei due stati, con la metà degli arabi che ritengono la coesistenza possibile rispetto al 40% degli ebrei israeliani.
Il più recente colloquio di pace tra Israele e Palestina è collassato nel 2014, prima della guerra di sette settimane a Gaza, e le tensioni si sono recentemente aggravate negli ultimi mesi con una ripresa degli atti di violenza che hanno visto un numero stimato di 28 israeliani e 172 palestinesi (in maggioranza aggressori) uccisi.
L’agenzia Pew ha condotto il sondaggio attraverso interviste faccia a faccia con cittadini ebrei, arabi e russi e su un campione di oltre 5600 adulti israeliani, da Ottobre 2014 a Maggio 2015.
Il sondaggio ha usato le definizioni di popolazione israeliana usate dal Dipartimento Centrale di Statistica israeliano, che includono anche i coloni che risiedono nella West Bank e gli arabi che risiedono a Gerusalemme Est.
Trad. L.Pal – Invictapalestina
fonte: http://www.independent.co.uk/news/world/middle-east/almost-half-of-israeli-jews-want-ethnic-cleansing-palestinians-wake-up-call-survey-finds-a6919271.html#