Israele sospende l’ufficiale presente all’assalto dei giornalisti di AFP in Cisgiordania

Domenica 27 Settembre 2015 08.30 BST

Le riprese video mostrano i soldati israeliani che venerdì hanno aggredito i  giornalisti e distrutto le loro attrezzature fotografiche in Cisgiordania.

Per visionare il video: Link to video.

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L’esercito ha riferito che è stato sospeso l’ufficiale responsabile dell’incidente  in Cisgiordania che ha visto i soldati assaltare due giornalisti dell’Agence France-Presse (AFP), prendere le loro attrezzature e distruggerle.

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Antisemita a chi? Se la destra gioca sporco sulla Shoah


di Moni Ovadia – l’Unità, 3 febbraio 2012

fiammaVi è mai capitato di sentirvi dare dell’antisemita? A Vauro è capitato. A me, ebreo che ha dedicato una parte significativa della propria vita al pensiero ebraico e ai suoi valori, è capitato. Mi è capitato anche di sentirmi dare del nemico del popolo ebraico solo per aver espresso opinioni aspramente critiche nei confronti del governo israeliano per la politica di occupazione e di colonizzazione delle terre palestinesi. Avete idea di come ci si possa sentire? Forse voi non lo sapete ma io sì, non solo e non tanto perché sono ebreo, ma perché, come Vauro, in ogni fibra del mio corpo e della mia mente, esprimo ripulsa per qualsivoglia forma di razzismo o di xenofobia. Per questa ragione so come si deve essere sentito Vauro quando si è sentito infamare con l’accusa di essere antisemita.

L’accusa è nata a scoppio ritardato a seguito di una vignetta in cui il mirabile disegnatore ritraeva una nota giornalista e parlamentare italiana ebrea, Fiamma Nierenstein, come una specie di Frankenstein fricchettona in gonnella, con un abitino stazzonato su cui esibisce alcuni badge di partiti politici – e specificamente Pdl e Forza Nuova – e una stella di Davide. La vignetta intendeva stigmatizzare la disinvoltura strumentale con cui la Nierenstein, a ogni pié sospinto, offre il suo sostegno totale e acritico al governo israeliano in carica, pavesandosi talora con la bandiera dello Stato d’Israele su cui campeggia la stella a sei punte in occasione delle manifestazioni pro Nethanyahu (surrettiziamente definite pro Israele) e trovando contemporaneamente naturale, aderire ad alleanze politiche che comprendono partiti neofascisti e neonazisti. Tutto qui.

Le vignette di Vauro sono giustamente feroci, così deve essere la grande satira, ma per sostenere che quella vignetta avesse intenzioni antisemite, antiebraiche o anti israeliane tout court, bisogna essere profondamente in malafede. Il linguaggio della vignetta è trasparente e prende di mira, insieme alla signora Nierenstein, tutti coloro che fanno dell’ebraismo o delle simpatie filosemite un’ideologia politica che mira ad accreditare le destre berlusconiana e post fascista come i veri amici degli ebrei. Comunque, qualora Fiamma Nierenstein si fosse sentita autenticamente oggetto di un’aggressione antisemita – reato odioso e ripugnante – avrebbe dovuto citare Vauro in giudizio. Tuttavia, farlo sarebbe stato troppo rischioso vista la totale inconsistenza dell’addebito. Meglio cogliere la palla al balzo per dare nuova linfa al proprio furore ideologico. Un’ideologia politica che mira a separare la persecuzione degli ebrei dagli altri crimini del fascismo e che prende le distanze dai valori della Resistenza antifascista.

L’intento ultimo è quello di criminalizzare la sinistra in quanto tale, di attribuirle pulsioni antiebraiche ed antisioniste e imprimere il marchio di antisemita su qualsiasi vero oppositore del governo israeliano. Vauro è stato sottoposto ad un fuoco di fila di calunnie vergate anche da penne “indipendenti” perché è di sinistra e perché è antifascista ma soprattutto perché, agli occhi di tutti i sostenitori del governo ultrareazionario e pararazzista di Netanyahu e di Lieberman, ha commesso la grave colpa di aderire alla Freedom Flottilla con lo scopo sostenere i sacrosanti diritti del popolo palestinese.

Fra i calunniatori di Vauro si è distinto per zelo interpretativo Giuseppe Caldarola che, sul quotidiano il Riformista, lo ha accusato di avere definito nella sua vignetta Fiamma Nierenstein «una sporca ebrea». Vauro ha risposto all’infamante accusa con una denuncia per diffamazione contro Caldarola. Il tribunale ha dato ragione a Vauro condannando Caldarola al pagamento di una penale di 25000 euro per diffamazione aggravata. A questo punto apriti cielo! Si è scatenata sulla stampa e sulla rete un ondata di grottesco vittimismo contro il vignettista.

Da molti anni è in corso una perniciosa campagna ideologica che fa un uso strumentale, capzioso e persino mercantile, della Memoria e della Shoah. Esiste ormai una ricca letteratura che denuncia questa micidiale deriva e se non verrà arrestata con un grande sforzo di onestà intellettuale e di coraggio anticonformista, la memoria si trasformerà in culto della falsa coscienza e della banalità retorica. L’insulto di «antisemita» diventerà meno grave di «sciocchino».
Personalmente sono grato a Vauro per avere denunciato con la folgorante sintesi che gli è propria il marasma di stereotipi che sostiene il mediocre polverone propagandistico della nostra patetica destra «filoisraeliana» & Co.

fonte: http://temi.repubblica.it/micromega-online/calunniate-calunniate-qualcosa-restera/

Video: donna palestinese uccisa, i soldati israeliani la lasciano dissanguare

Ali Abunimah 22 settembre 2015 – THE ELECTRONIC INTIFADA

aliQuesto video pubblicato dall’agenzia di stampa PalMedia mostra una giovane donna palestinese lasciata sanguinare su un marciapiede della città occupata di Hebron dopo che è stata uccisa dai soldati israeliani nella mattinata di Martedì.

In serata, i media palestinesi hanno riferito che la donna, Hadil Salah Hashlamoun, 18 anni,  è morta per le ferite.

Invece di essere soccorsa con urgenza, il video mostra il suo corpo trascinato  finché  esce dall’inquadratura della videocamera, il foulard scopre la testa sbatte sul marciapiede.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=yZ5ItBO_dlw]

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I palestinesi rigettano il Mediterraneo solidale di Casa Pound 

21 Settembre 2015 – a cura della  Redazione
porcheria

Impegnati come sono da tempo, anche grazie a regalìe di amministratori buonisti alla Veltroni, ad accaparrarsi edifici per sedi e strutture, assieme a finanziamenti d’ogni genere, i fascisti del Terzo Millennio di Casa Pound, mascherati in Onlus e ogni sorta di associazionismo di sostegno, promuovono il 26 settembre a Roma (Hotel dei Congressi all’Eur) un non meglio identificato incontro dal titolo ‘Mediterraneo Solidale’, rivolto a palestinesi e dintorni. Il vizio dell’ultra fascismo, purtroppo in circolazione, d’usare in maniera strumentale la causa palestinese è di vecchia data.

Il presunto sostegno poggia su un mai abbandonato antisemitismo e su un sedicente ‘antimperialismo’. Quest’ultimo rappresenta una balla colossale a copertura d’una relazione, al contrario, sempre viva con soggetti imperialisti che continuano a essere i poderosi finanziatori d’ogni eversione parafascista. Grazie a ciò tali organizzazioni e partiti sono cresciuti esponenzialmente nel cuore d’Europa, fra Germania, Ungheria, Grecia. Dal canto suo la comunità palestinese rigetta qualsiasi coinvolgimento in iniziative firmate dal neofascismo italiano, pur sotto le mentite spoglie della solidarietà ai popoli in lotta.

L’esponente del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, Maher Al-Taher, ha diffidato chiunque da utilizzare il proprio nome e quello dell’organizzazione d’appartenenza. Gli organizzatori del raduno si servono della sponda di para strutture create ad arte per celare un’attività propagandista rivolta principalmente a inconsapevoli giovani, come fa “Solidarité identitès” di Ada Oppedisano, già attiva a Firenze anche sulle vicende siriane.

Fra gli usi e gli abusi occorre capire se gli sponsor riprodotti sul manifesto dell’incontro promosso nella capitale siano originali o taroccati. I logo della Regione Lazio e dell’emittente televisiva libanese Al-Manar, vicina a Hezbollah, compaiono nella locandina fatta stampare da Sol.Id.

Se non dalla periferia di Beirut, in cui quel richiamo mai arriverà, perlomeno dalla Pisana cosa s’aspetta a chiarire qual è la propria posizione ed eventualmente a sbugiardare e chiedere danni ai manipolatori neofascisti? Frattanto il tam-tam dei reali movimenti di solidarietà palestinesi è partito. Andrebbe accompagnato da una robusta vigilanza e militanza antifascista, rilanciando una difesa dell’internazionalismo dal sopruso delle falsità.