Il sangue di Mohammed Allaan è nelle nostre mani

Uno stato  in cui  centinaia di persone sono confinate nelle carceri senza processo non è una democrazia, e tutte le scuse sulla “sicurezza” non aiutano.

Gideon Levy – Haaretz.com – Aug 16, 2015 1:29 PM

Protesters demonstrate in support of hunger-striking prisoner Mohammed Allaan, outside Soroka Medical Center in Be'er Sheva. Eliyahu Hershovitz read more: http://www.haaretz.com/opinion/.premium-1.671264
Protesters demonstrate in support of hunger-striking prisoner Mohammed Allaan, outside Soroka Medical Center in Be’er Sheva. Eliyahu Hershovitz

Il sangue di Mohammed Allaan è nelle nostre mani, nelle mani dello Stato di Israele. Lo Stato si assume la piena ed esclusiva responsabilità per la sua morte se, lungi da me, muore. Nessuna scusa coprirà la vergogna, nessuna propaganda potrà espiare il reato. Mentre si scrivono queste righe, Sabato pomeriggio, lui vacillava con un respiratore tra la vita e la morte in un coma indotto. Leggi tutto “Il sangue di Mohammed Allaan è nelle nostre mani”

Almodovar, Bardem e Cruz denunciano il “genocidio” di Gaza

Una cordata di artisti spagnoli capeggiata da Pedro Almodovar, Javier Bardem e Penelope Cruz denuncia in una lettera i bombardamenti di Israele nella striscia di Gaza. Si parla di genocidio e l’Unione Europea è chiamata in causa per immobilismo.

“Gaza vive giorni di orrore. Non c’è più acqua, elettricità, impossibile l’accesso agli ospedali. E la comunità internazionale non fa nulla”.

Non mancano gli attacchi  e le accuse di antisemitismo.

John Voight dalle colonne dell’huffingtonpost accusa Penelope Cruz e Javier Bardem di incitare all’antisemitismo: “Sono affranto dal fatto che persone come Penelope Cruz e Javier Bardem possano incitare all’antisemitismo in tutto il mondo e siano inconsapevoli del danno che abbiano causato […] Avete avuto l’opportunità di diventare famosi e ricchi perché vivete in un paese democratico: l’America. Pensate che sareste stati in grado di fare lo stesso in Iran, Siria o Libano?”.

“Avevate una grande responsabilità – ha concluso – perché potete utilizzare la vostra celebrità a fin di bene. Invece avete diffamato l’unico paese democratico in Medio Oriente: Israele. Dovreste impiccarvi per la vergogna, provare un profondo rammarico per quello che avete fatto e chiedere perdono alle persone che soffrono in Israele”.

Penelope Cruz fa un passo indietro e il 31 luglio 2014, rilascia una dichiarazione di equidistanza: “Io non sono un’esperta sulla situazione e mi rendo conto della complessità di esso. Il mio unico desiderio e l’intenzione di firmare questa lettera collettiva è la speranza che ci sarà la pace in Israele e Gaza. Sono fiduciosa che tutte le parti si possano accordare per un cessate il fuoco e non ci siano vittime innocenti su entrambi i lati del confine. Desidero l’unità e la pace … io credo in una civiltà che può essere in grado di portare il coraggio per  un mondo in cui gli esseri umani possano vivere fianco a fianco. (http://elpais.com/elpais/2014/07/31/gente/1406819560_826734.html)

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L’articolo di Marco Rovaris del Luglio 2014 su una rivista specializzata. Leggi tutto “Almodovar, Bardem e Cruz denunciano il “genocidio” di Gaza”

I FRATELLI CHE HANNO FINANZIATO BLAIR, GLI INSEDIAMENTI ISRAELIANI E L’ISLAMOFOBIA

di Sarah Marusek e David Miller, 12 agosto 2015

Israeli President Shimon Peres (R) shakes hand with Tony Blair, Special Envoy of the Quartet on the Middle East, at the start of their meeting to push for an end to the violence around Gaza, at the presidential compound in Jerusalem on November 19, 2012. AFP PHOTO/GALI TIBBON
Israeli President Shimon Peres (R) shakes hand with Tony Blair, Special Envoy of the Quartet on the Middle East, at the start of their meeting to push for an end to the violence around Gaza, at the presidential compound in Jerusalem on November 19, 2012. AFP PHOTO/GALI TIBBON

La Faith Foundation di Tony Blair ha ricevuto denaro da una finanziaria truffatrice collegata con gli insediamenti israeliani illegali e un network islamofobo americano.

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Il FPLP ritiene Israele responsabile della vita di Muhammad Allan, esige la sua libertà.

Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ritiene lo stato occupante israeliano pienamente responsabile per la vita del combattente prigioniero, fratello Muhammad Allan, che affronta oggi la morte, imprigionato e ricoverato in ospedale dopo 60 giorni di sciopero della fame. Il Fronte sollecita un’azione e la mobilitazione da parte di tutti gli amici della Palestina e del nostro popolo palestinese, in tutto il mondo, che chieda la sua immediata liberazione.

Maazouze, the mother of Mohammed Allaan, a Palestinian prisoner who is on a long-term hunger strike, holds a portrait of her son during a rally calling for his release in the southern Israeli city of Beersheva on August 9, 2015. The International Committee of the Red Cross warned on August 7 that the alleged Islamic Jihad activist, held without charge since November, was "at immediate risk" of death after fasting for 50 days. AFP PHOTO / AHMAD GHARABLI *** Local Caption *** ISRAIL HAPISHANELERINDE TUTULAN FILISTINLI MAHKUMLARDAN ACLIK GREVI YAPANLARIN SAYISININ 180'E ULASTIGI OGRENILDI. CEZAEVINDE 57 GUNDUR ACLIK GREVI YAPAN VE GECEN HAFTA DURUMU FENALASAN TUTUKLU MUHAMMED ALLAN'A DESTEK VERMEK ICIN AILESI VE YAKINLARI, ALLAN'IN KALDIRILDIGI SOROKA HASTANESI'NDE TOPLANARAK PROTESTO DUZENLEDI. YEMEK VE TIBBI MUDAHALE ISTEMEYEN ALLAN'I, DOKTORLARI ZORLA BESLEMEYI REDDETMISTI.

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