PALESTINA. Islam Hamed digiuna da 100 giorni in un carcere dell’Anp

22 lug 2015ANP,  by Redazione Nena News

Ha scontato la sua pena ma da tre anni resta in cella. I servizi di sicurezza dell’Autorità nazionale palestinese dicono che viene tenuto in custodia per “proteggerlo” dall’arresto da parte di Israele.

Islam Hamed con suo figlio in una foto di alcuni anni fa
Islam Hamed con suo figlio in una foto di alcuni anni fa

Gerusalemme, 22 luglio 2015, Nena News – Anche l’ufficio dell’Alto Commissario dell’Onu per i diritti umani chiede la scarcerazione immediata del detenuto politico Islam Hamed, 30 anni, che attua in una prigione dell’Autorità nazionale palestinese lo sciopero della fame da 100 giorni per ottenere il rilascio immediato. Leggi tutto “PALESTINA. Islam Hamed digiuna da 100 giorni in un carcere dell’Anp”

Comunicato UIKI Onlus sull’attentato a SURUC

La mattina del 20 luglio intorno alle ore 11 si verificato un grave attentato a Suruc,città turca sud-orientale a soli 10 km da Kobane.

suruc

Comunicato stampa – GRAVE ATTENTATO A SURAC

Questa mattina attorno alle ore 11 si verificato un grave attento a Suruc nella provincia di Urfa.

Dalle prime notizie ricevute dalla municipalità di Suruc, erano arrivati 300 esponenti della Federazione dei giovani socialisti da Istanbul per sostenere la ricostruzione di Kobane. Avevano avanzato una richiesta ufficiale alla prefettura di Suruc per poter entrare a Kobane,ingresso che non è stato autorizzato. Leggi tutto “Comunicato UIKI Onlus sull’attentato a SURUC”

“Abbiamo visto bambini senza mani e gambe”: come due “dottori clown” sono riusciti a far ridere i bambini di Gaza evitando proiettili e granate.

Alaa Megdad e Majed Kaloub sono “dottori clown”, che intrattengono i bambini malati.

Per un anno hanno lavorato insieme per rallegrare i bambini della guerra di Gaza e anche se il loro finanziamento sarà presto esaurito –  i due con grande generosità staranno ancora vicini ai bambini come volontari, lo racconta la giornalista Celia Peterson.

“Hanno bisogno di noi più di quanto ne abbiamo bisogno noi stessi”, ha spiegato Majed

Servizio di CELIA PETERSON A GAZA PER MailOnline

Career: Alaa has been a clown for 17 years, while Majed originally trained as a journalist
Career: Alaa has been a clown for 17 years, while Majed originally trained as a journalist

Al culmine della devastante guerra a Gaza, un uomo ha indossato un vestito da clown per schivare così proiettili e granate.
Alaa Megdad ha mantenuto il suo travestimento perché sperava che lo avrebbe protetto dai razzi durante il devastante conflitto di 50 giorni. Sperava che gli israeliani non avrebbero sparato ad un uomo vestito con un naso rosso, occhiali oversize e un cappello colorato.
In questo non c’è niente da ridere. Alaa prende seriamente il suo lavoro. Alaa veste come un clown per allietare i bambini malati che vivono attraverso gli orrori della guerra a Gaza. Leggi tutto ““Abbiamo visto bambini senza mani e gambe”: come due “dottori clown” sono riusciti a far ridere i bambini di Gaza evitando proiettili e granate.”

Laurea honoris causa a Amos OZ: Megafono del colonialismo israeliano.

Approvata dal Senato accademico dell’Università Statale di Milano, la proposta di conferimento della laurea honoris causa in Lingue e culture per la comunicazione e la cooperazione internazionale allo scrittore israeliano Amos Oz.

amos

Una madre di Gaza piange la famiglia distrutta da un attacco aereo israeliano

GAZA CITY (Ma’an) – Um Bilal al-Ghoul quest’anno trova difficoltà a celebrare la festa di Eid, dopo aver perso la maggior parte della sua famiglia colpita da un aereo israeliano, durante la devastante guerra di Gaza della scorsa estate.

Giovani palestinesi scrivere i nomi dei bambini uccisi durante la guerra della scorsa estate nella Striscia di Gaza. (AFP / Musa Al Shaer, File)
Giovani palestinesi scrivere i nomi dei bambini uccisi durante la guerra della scorsa estate nella Striscia di Gaza. (AFP / Musa Al Shaer, File)

Il 3 ago 2014 10 membri della sua famiglia muoiono e 20 rimangono feriti dopo un singolo attacco israeliano sulla sua casa a Rafah nel campo profughi di Yibna, densamente popolato

Um Bilal ha perso il marito Wael e tre dei loro figli.
La madre di Wael, il padre, il fratello, e due sorelle sono uccisi durante l’attacco. Ibrahim, Il figlio più giovane di Um Bilal, ha perso suo fratello gemello, Mustafa, i gemelli erano nati pochi giorni dopo l’inizio dell’offensiva israeliana.

Asmaa al-Ghoul, un giornalista che vive a Gaza City e parente di Um Bilal, aveava scritto  un post su Facebook dopo la loro nascita: “A Gaza, c’è sempre speranza e nuova vita. Una porta di luce e di felicità in mezzo a questa guerra.”

Quest’anno, però, la madre è in lutto e ha rifiutato di festeggiare il primo compleanno di Ibrahim senza il suo fratellino. Suo figlio maggiore Bilal ha tentato di persuaderla a fare diversamente, dicendole che “la ferita sebbene ancora sanguinante, quelle dei bambini erano guarite.”

Um Bilal ha riferito a Ma’an: “Ibrahim non sente la sofferenza che sentiamo noi, ma Eid quest’anno è ancora triste e difficile, oltre al fratello gemello Mustafa, non c’è più il padre, il fratello Ismail, e sua sorella Malak.”
L’ultimo ricordo di Um Bilal è quello del marito che stava tornando a casa con una aringa , su richiesta dei loro figli che erano in piedi e lo aspettavano con ansia davanti alla porta.
“Non saranno con noi quest’anno”, ripete Um Bilal a Ma’an, che sa che trascorrerà gran parte del suo tempo futuro per ricordare Ibrahim, suo padre e i suoi fratelli attraverso le fotografie.

Dopo l’attacco dello scorso anno, Asmaa ha scritto un articolo su Al-Monitor ricordando la morte dei suoi parenti, nessuno dei quali ha avuto nulla “a che fare con Hamas”.

Ha raccontato che la casa “aveva un tetto di asbesto sottile che non richiedeva due missili F-16 per essere distrutto”.

“Qualcuno informerebbe Israele che le case del campo profughi si possono distruggere ed i loro occupanti uccisi, e che basta solo una piccola bomba senza spendere miliardi per far in modo che sia poi tutto dimenticato?”

Asmaa ha scritto che durante la guerra i corpi si trovavano ovunque, era evidente che molti si erano lasciata la vita alle spalle. “Ancora più importante, hanno lasciato la paura della guerra alle loro spalle.”

La guerra della scorsa estate è stata la terza a Gaza in sei anni, e di gran lunga la più mortale e distruttiva delle tre. Il commissario generale dell’agenzia Onu Unrwa, Pierre Krahenbuhl, all’inizio di questo mese ha dichiarato che le cause alla radice del conflitto rimangono ancora sconosciute.

Ha ancora affermato che “La disperazione, la miseria e la negazione della dignità derivante dalla guerra dello scorso anno e dal blocco, sono una realtà della vita per la gente comune di Gaza”. .

Grandi spazi di Gaza restano in rovina e il lavoro per la ricostruzione di circa 18.000 case totalmente distrutte durante la guerra non è ancora iniziato.

trad. Invictapalestina

fonte: https://www.maannews.com/Content.aspx?id=766533&utm_content=bufferc1597&utm_medium=social&utm_source=twitter.com&utm_campaign=buffer