a cura di: Redazione
Nel libro “Il minore dei mali possibili” tradotto da Nicola Perugini, lo scrittore israeliano Eyal Weizman spiega come gli apparati militari, la politica e il mondo degli operatori umanitari (ONG) concordino e, sotto l’alibi del “minore dei mali possibili”, valutino qual è il numero delle vittime necessarie e con quali modalità portare a termine un’operazione militare che sia compatibile con l’opinione pubblica del momento, per prevenire un “male maggiore”.
Se l’algoritmo impostato sui computer non dà l’ok sperato per il massacro preventivato (codice 29), si posticipa l’operazione militare per dare spazio ad una campagna di “informazione” mediatica, con TV e giornali al posto dei bombardieri, dei carri armati o dell’Isis, necessaria per “orientare i cittadini” e creare il necessario consenso.