Questi sono i fatti… il boicottaggio non è sufficiente!

Copertina: Angelo d’Orsi in una ripresa  di Invictapalestina all’Università di Torino, video completo: La Nakba raccontata da Angelo D’Orsi partendo da Ilan Pappé e Edward Said.

Dalla pagina FB del Professore:

Allora, i fatti sono questi: il 24 dicembre passa una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU, che condanna la politica del governo israeliano che continua ad autorizzare la costruzione di case per coloni ebrei a Gerusalemme Est, ossia la zona che dovrebbe essere capitale palestinese, nella ipotesi (minimale) dei “Due popoli, due Stati”. Il dato importante è l’astensione del rappresentante degli USA: non era mai accaduto prima. Vendetta di Obama contro Trump, si è detto: ed è certamente, vero, data la dichiarata intenzione del suo successore di spostare l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, ed altre amenità filosioniste. (Un gesto apprezzabile, quello di Obama, ma tardivo, dopo otto anni di sostanziale acquiescenza pur con qualche impuntatura verso il fedele alleato israeliano).

Appena resa nota la risoluzione, che fa quel bel tomo di Netanyahu? Convoca gli ambasciatori degli Stati che hanno votato contro Israele, li redarguisce, e afferma che Israele “non accetta” quel documento. E oltre a minacciare varie contromisure (per ora non precisate, tranne la sospensione dei pagamenti a certi Stati) che gli insediamenti andranno avanti, tranquillamente. E in effetti, per una curiosa coincidenza, viene annunciata la costruzione di altre nuove 618 case per ebrei a Gerusalemme Est.

Gerusalemme, “Gerusalemme la bella”, veniva chiamata, una delle città più antiche della storia umana, uno dei luoghi magici della Terra, che la storia aveva reso un capolavoro di mescolanze di genti, culture, religioni, sta subendo un vero e proprio “sacco”; un furto di identità, una sottrazione di bellezza e cultura, che non è solo ai danni della popolazione araba, e delle confessioni islamiche, ma di tutti quanti non siano ebrei: a cominciare dai cristiani (ortodossi, cattolici, copti…). Israele procede sicura che nessuno oserà fermarla: a colpi oggi di bombardamenti su Gaza, domani di insediamenti nelle zone concesse ai palestinesi, dopodomani con l’edificazione di un muro che costituisce un’altra macroscopica violazione del diritto dei popoli, non solo di quello palestinese. 


E tutto ciò finora, sempre, con il sostegno attivo degli Usa, nella complicità dell’UE e di altre grandi potenze, e spesso di molti Stati arabi, nella timidezza dell’ONU, nel silenzio del mondo. Il 24 dicembre 2016, alle Nazioni Unite, si è dato un segnale. Occorre riprendere e sviluppare quel segnale, trasformandolo in un movimento generalizzato che denunci sistematicamente Israele come Stato che si pone al di fuori di qualunque diritto internazionale. E dunque chiedere che questo Stato fuorilegge, venga rimosso da qualsivoglia consesso civile. Il boicottaggio accademico, culturale, economico, sia attraverso l’encomiabile lavoro del movimento BDS (Boycott, Divestment, Sanctions), sia attraverso altri canali, non è sufficiente. Occorre dar vita a un universale boicottaggio giuridico e morale. 

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(Nella immagine una veduta di Gerusalemme in una foto di Jamie Barras)

La città di Boulder (Colorado) decide di gemellarsi con Nablus

Pubblicato il 25 dicembre 2016 in Cisgiordania, Diaspora ebraica, Resistenza popolare, USA

La città statunitense di Boulder (± 100.000 abitanti), nel Colorado, il 13 dicembre ha deciso, dopo un lungo e aspro dibattito di gemellarsi con Nablus, in Cisgiordania. La votazione è stata acquisita dal Consiglio municipale di Boulder con 7 voti contro 2, e con la decisione si specifica che Nablus si trova in “Palestina”.

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Nablus diventa così l’ottava città del mondo con cui è gemellata Boulder. Non è l’unica località degli Stati Uniti gemellata con una città palestinese: c’è anche il caso di Gainsville (Florida), Mobile (Alabama), Sacramento (California), Burlington (Vermont) e Muscatine (Iowa ).

Dopo tre anni di un dibattito spesso acceso, il Consiglio Comunale di Boulder, infine, ha votato a favore del gemellaggio.

Il “Colorado Jewish Community Relations Council” ha immediatamente rilasciato una dichiarazione per affermare la sua “profonda delusione”.

“Se a quanto pare non c’è nulla di male nel fatto di stabilire un rapporto con una città pur che sia, ovunque si trovi, il fatto che Nablus sia indissolubilmente legata all’attivismo anti-israeliano non può essere ignorato”, afferma l’organizzazione ebraica. “Giustamente, l’approvazione del Consiglio è stata subordinata alla garanzia che né l’antisemitismo né l’islamofobia saranno tollerate a Boulder”, aggiunge ancora.

Secondo un media locale, dopo che la questione del gemellaggio con Nablus era stata reintrodotta nell’ordine del giorno del consiglio comunale, sono arrivati un migliaio di messaggi di posta elettronica a questo proposito e 78 cittadini, prima del voto, sono intervenuti ad un il dibattito pubblico sul tema.

Traduzione Invictapalestina.org

Fonte http://www.pourlapalestine.be/la-ville-de-boulder-colorado-decide-de-se-jumeler-avec-naplouse/

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite raccomanda la fine degli insediamenti israeliani

FOTO Manifestanti palestinesi discutono con i soldati israeliani durante una protesta contro la costruzione degli insediamenti

Gli USA si astengono dalla richiesta ad Israele di fermare gli insediamenti sulla terra palestinese, consentendo al Consiglio di Sicurezza di deliberare.

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Gerusalemme: i giudici israeliani ordinano che i nipoti vadano fuori dalla casa di famiglia

FOTO copertina- Kinan Sub Laban, 4 anni, nella camera da letto della casa di Gerusalemme Est occupata dove vive con i genitori e i nonni, Nora Ghaith e Mustafa Sub Laban. Mercoledì l’Alta Corte israeliana, facendo seguito a una richiesta dei coloni ebrei, ha ordinato che le giovani generazioni vadano fuori di casa, consentendo solo ai due anziani di rimanere per altri 10 anni. ( Mehdi Chebil Polaris)

Sei anni di battaglia legale condotta dalla famiglia Ghaith-Sub Laban per rimanere nella casa in cui vive da sessant’anni sono giunti al termine: mercoledì l’Alta Corte israeliana ha emesso una sentenza definitiva nel caso di sfratto della famiglia.

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Negato il visto alla quindicenne palestinese per lo Speaking Tour negli Stati Uniti

 

December 18, 2016

Ahed Tamimi è la ragazza palestinese dai capelli biondi che si vede in innumerevoli video e che sembra sempre distinguersi, non solo per il suo aspetto sorprendente e la giovane età, ma anche per la sua ostinata determinazione nel resistere all’occupazione israeliana. È lei nella foto qui sopra, scattata, credo, circa cinque o sei anni fa. Ecco una sua foto molto più recente:

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